SEMPRE PIU IN ALTO

 

Nell'agosto del 1917 Ivan aveva scritto a suo padre dal fronte: "Sono grato a Dio per l'esperienza della guerra che mi ha insegnato molte cose che altrimenti non avrei mai imparato. Desidero vivamente riordinare la mia vita in base alle cose che ho appreso".

Nel suo diario non troviamo più traccia di lotte spirituali, o di crisi. Ormai è intimamente persuaso della fondatezza dei principi cristiani e la sua anima è protesa verso le altezze divine. Il suo cuore è sempre più infiammato d'amore verso Cristo e la Chiesa. Nasce in lui l'interesse per la liturgia. Gli esercizi spirituali che ha fatto a Vienna costituiscono un saldo fondamento per il suo futuro impegno di apostolato. La gioia per la sua scoperta della verità trabocca dal suo cuore e vuole espandersi attorno a sè. Egli brama che chi gli è vicino conosca come lui la piena verità su Dio e Gesù Cristo.

Quando gli studenti croati ricostituiscono a Vienna la loro associazione "Hrvatska" (Croazia), Ivan diventa subito uno dei membri più attivi e viene eletto segretario. In una riunione dei membri dell'associazione ebbe a dire: "A fondamento della nostra vita dobbiamo porre la nostra rinascita in Cristo e il resto viene da se".

Cogliamo ancora qualche annotazione dal suo diario.

 

 

 

Pagine dal Diario

 

A Zagabria, il 26 sett.'19, scrive:

..." Devo meritarmi l'infinito amore di Cristo e con l'aiuto di Dio proseguire intensamente il lavoro della mia santificazione".

 

 

 

Vienna lunedi 5 aprile '20

 

(In questa pagina Ivan, che ha appena fatto gli esercizi spirituali per la Pasqua, esprime con accenti appassionati tutta l'attrazione che sente per la liturgia, vissuta intensamente durante il Triduo della Passione e morte del Signore).

 

Vienna 1 maggio '20

(Lo sforzo ascetico d’Ivan è teso al massimo: mortificazioni, digiuni, impegno nello studio ed anche nella ginnastica. Egli, infatti, associa alla cura dello spirito la cura per il corpo che deve pur esso rendere il meglio di se stesso. La spinta verso l'alto lo accompagna costantemente. La S. Comunione è il suo cibo spirituale quotidiano).

 

Zagabria 14 ottobre 1920

(Ivan comincia a tendere verso la croce e chiede a Dio di fortificarlo per essere capace di abbracciarla. Egli appunta sul diario un particolare interessante: la notte dorme sul duro pavimento).

 

VERSO IL SOLE

Nell'autunno del 1920 Ivan ottiene una borsa di studio dalla  Francia che gli permette di studiare letteratura francese per due anni a Parigi, alla Sorbonne e all'Institut Catholique. Nella capitale francese raccoglie anche il materiale che gli servirà per la preparazione della tesi di laurea che discuterà a Zagabria. Ma oltre agli impegni di studio trova anche tempo per varie attività. Frequenta molti intellettuali cattolici e s'interessa alle organizzazioni cattoliche francesi.

S'iscrive alla S. Vincenzo e si assume la cura di una famiglia povera alla periferia di Parigi.

I suoi compagni di studio sono ammirati e stupiti per la sua intensa vita di preghiera e per l'impegno d’apostolato.

Data al periodo parigino la sua prima regola di vita contenente alcuni punti che egli dovette poi mitigare dietro consiglio del confessore. Si tratta di ventuno norme che denotano la sua volontà di affinare ed elevare lo spirito al di là delle cose temporali e passeggere per divenire "perfetto com’è perfetto il Padre celeste":

 

 1) Giacere sempre sul duro.

 2) Fare ogni giorno il bagno con l'acqua fredda.

 3) Non mangiare niente di mattina.

 4) Digiunare ogni venerdì.

 5) Fare ogni giorno ginnastica

 6) Evitare di parlare di me stesso

 7) Mangiare soltanto a pranzo e a cena.

 8) Una volta al mese osservare il digiuno assoluto.

 9) Interrompere il pasto nel momento di maggior gusto.

10) Donare ai poveri il superfluo dei miei beni.

11) Non parlare mai delle mie sofferenze.

12) Parlare il meno possibile.

13) Almeno una volta al giorno pregare Dio intensamente.

14) Accettare le situazioni sgradevoli.

15) Benedire ogni dolore che mi toccherà soffrire.

16) Talvolta provocarmi di nascosto qualche sofferenza.

17) Interrompere talvolta il sonno.

18) Vincere la paura anche andando di notte per luoghi solitari.

19) Accettare con gioia le umiliazioni davanti agli altri.

20) Non lasciarmi assorbire completamente dallo studio fine a se stesso.

21) Partecipare con interesse ai problemi e ai fatti della vita.

 

Le pagine del suo diario durante il periodo parigino non sono molte. Annota di tanto in tanto le cose che più lo colpiscono. Prova un’immensa gioia quando suo padre si comunica, dopo 20 anni che non lo faceva più. "Il cuore di Gesù - egli scrive a Parigi il 20 gennaio 1921 - ha esaudito le mie preghiere". E soggiunge che si tratta di una vera e propria conversione operata dalla Grazia. E annota: "Ora resta ancora il pensiero per la mamma. Cuore di Gesù aiutala"!

Nello stesso anno 1921, il giorno della festa di San Giorgio, annota che il dolore agli occhi gli impedisce di scrivere, ma è contento di unire le sue alle sofferenze di Cristo. A causa del male agli occhi non può dunque dedicarsi allo studio della letteratura come vorrebbe.

"Cuore di Gesù - egli scrive - a Te consacro la mia vita: se è per la tua gloria che io soffra e venga a Te; sia fatta la tua volontà e Ti prego che siano con me nel Tuo regno anche i miei genitori".

Nell'annotazione del diario datata 4 novembre 1921 si rimette completamente a Dio. Poi soggiunge che se gli si guariranno gli occhi potrà terminare gli esami e quindi, se non ci saranno impedimenti esterni, si ripromette di farsi gesuita. Il giorno che appunta questo proposito ha assistito alla cerimonia della vestizione di alcune novizie benedettine, rimanendo colpito dalla maestosa e suggestiva liturgia. "Occorre lasciare tutto - egli scrive - e impegnarsi per Gesù... O che grandi sono le anime che rinunciano alla loro vita".

Il Signore non lo vorrà religioso, ma apostolo laico che trascinerà con se molte anime a Cristo. E tra questo chi potranno essere le prime se non quelle a lui più care?

Abbiamo già riferito che Ivan non aveva ricevuto dai suoi genitori una vera e propria educazione religiosa. Questi erano cattolici solo formalmente e, una volta cresciuto, il figlio si rese conto di quanto il padre e la madre fossero lontani da Dio. Il che molto lo addolorava. Nel diario leggiamo:

"Il più bel giorno della mia vita sarà quando mio padre e mia madre diverranno buoni cristiani, quando la nostra sarà una famiglia cattolica, perché la famiglia è la cosa più santa sulla terra". Ivan prega molto per i genitori e da Parigi scrive sovente a loro su questo argomento. Dalla corrispondenza conservata fino a noi sappiamo che egli cerca di convincere i genitori sulla brevità della vita, e la necessità quindi di prepararsi il meglio possibile per l'eternità. La madre, in particolare, che era ebrea e - come già detto - si era convertita solo formalmente al cattolicesimo al momento del matrimonio religioso, non comprende questi discorsi del figlio che l'addoloravano molto. Ella desidera per suo figlio un avvenire brillante, e una buona posizione sociale e cerca di persuaderlo che si è messo su una falsa via.

Ivan ribatte che le varie esperienze vissute prima all'università di Vienna, poi in guerra e soprattutto il pellegrinaggio a Lourdes, lo hanno convinto pienamente della verità della fede cattolica, perciò ormai la sua vita muove tutta attorno a Cristo Signore. Ma gli sforzi di Ivan risultarono inutili anche una volta tornato a Zagabria. Sua madre non comprende la sua profonda vita religiosa e il suo impegno nelle associazioni cattoliche. Solo dopo la sua morte, i genitori si convertiranno pienamente a Dio e alla Chiesa, divenendo ferventi cattolici, come Ivan aveva desiderato.