Božidar NAGY, «Testimonianza di spiritualita di un giovane laico croato», L'Osservatore Romano, Roma, 25. studenog 1987., br. 281, str. 6

UN SIMPOSIO A ROMA SU IVAN MERZ

Testimonianza di spiritualità di un giovane laico croato

BOŽIDAR NAGY

La figura e l'attività ecclesiale del Servo di Dio Ivan Merz (1896-1928), intellettuale cattolico croato, sono ancora poco conosciute fuori del suo paese, la Croazia. Chi era questo cristiano laico, professore, che quando morì, a soli 32 anni, venne designato come « la colonna della Chiesa in Croazia »? A questa domanda ha voluto rispondere un Simposio, organizzato dalla Postulazione della sua Causa di canonizzazione e della Comunità Croata di Roma in occasione del Sinodo dei Vescovi. II Simposio si è tenuto nella Curia Generalizia della Compagnia di Gesù a Roma sabato 10 ottobre 1987.

Il Simposio aveva per titolo « La spiritualità laicale nella vita di Ivan Merz ». Il tema era stato scelto appositamente per presentare l’attualità dell’esperienza religiosa di un laico che da essa derivò il suo singolare impegno apostolico nella costruzione del Regno di Dio.

In apertura del Simposio, sua Eccell. Mons. Guido Del Mestri, già nunzio apostolico, anch’egli nativo di Banja Luka (nell’odierna regione di Bosnia in Jugoslavia), la città natale del Merz, ha affermato con vigore che è arrivato il momento di far conoscere Merz anche fuori del suo paese. Il P. Atanazije Matanić Ofm, professore di spiritualità all’Antonianum, ha presentato il prospetto del Movimento Cattolico Croato come quadro in cui si situa l’operato del Servo di Dio. Mons. Franjo Komarica, vescovo ausiliare di Banja Luka, partecipante al Sinodo dei vescovi come delegato della Conferenza Episcopale Jugoslava, ha tracciato lo sviluppo spirituale di Merz, seguendo soprattutto il suo ricco diario. Ha dimostrato come Merz lentamente, sotto l’influsso della grazia divina, da ragazzo qualunque, soprattutto attraverso l’esperienza della sofferenza durante la prima guerra europea, maturò così da diventare un « miracolo di uomo cattolico » come lo chiamavano. « La fede cattolica è la mia vocazione nella vita » scrisse Ivan alla marama a conversione finita, da Parigi, dove studiava. Questa vocazione ebbe però a disposizione solo sei anni per realizzarla nella vita pubblica, eppure il suo apostolato fu tanto intenso da destare ta più incondizionata ammirazione.

P. Božidar Nagy, SJ, postulatore della causa di Merz (responsabile del programma croato della Radio Vaticana) ha analizzato nella sua relazione le caratteristiche fondamentali della spiritualità laicale di Merz, tra le quali emergono l’amore e la fedeltà da intellettuale cattolico alla Chiesa e al Romano Pontefice. Caratteristica al proposito è la risposta di Merz in una inchiesta: « Perché amo la Chiesa e il Santo Padre? ». Egli dichiarò: « Perché in essa vedo la chiara immagine dell’amatissimo Salvatore, l’uomo Dio-Cristo Gesù, con tutte le sue perfezioni; e perché nelle sembianze del Santo Padre vedo il mio Dio e il mio Signore ».

Il Rev. Marin Škarica, professore nel Seminario di Spalato ha presentato Merz in quanto iniziatore - lui, laico - del Movimento liturgico in Croazia. Difatti la liturgia fu la fonte principale della sua vita spirituale; lo interessava a tal punto che scelse per tesi di laurea il tema: « L’influsso della liturgia sugli scrittori francesi da Chateaubriand ai nostri giorni ». Il Rev. Škarica a sua volta ha svolto la sua tesi di laurea all’Anselmianum di Roma proprio su Merz, iniziato­re del Movimento liturgico croato.

Nella sessione pomeridiana del Simposio hanno preso la parola i laici. Particolarmente interessante la relazione del Prof. Luigi Gedda, coetaneo di Merz. Anzitutto egli ha individuato quattro sorgenti-esperienze che hanno portato Ivan alla fede e alla consacrazione integrale a Dio: la bellezza, l’amore umano, la sofferenza durante la guerra e la liturgia. Intorno a tutto questo Ivan ha lasciato preziose pagine nel suo diario. In guanto già presidente dell’Azione Cattolica Italiana, il prof. Gedda ha tenuto a sottolineare come Ivan Merz si è ispirato all’Azione Cattolica Italiana. Il famoso trinomio della Gioventù Cattolica Italiana « Preghiera-azione-sacrificio » Ivan l’ha adottato perfezionandolo in « Sacrificio-eucaristia-apostolato » e proponendolo come slogan per le migliata di giovani cattolici croati che l’hanno seguito. Concludendo la sua relazione, il prof. Gedda ha affermato che Ivan Merz non è solo un esempio, una « parabola » di ciò che in quei giorni il Sinodo metteva a punto riguardo ai laici, ma è parte cospicua di quella che ben si può chiamare l’epifania del laicato entro la Chiesa: merita quindi d’essere posto sul candelabro quale luce per la Chiesa intera.

Il sig. Jakov Jukić, sociologo della religione, della città di Spalato, uditore nel Sinodo straordinario per il 20.esimo del Concilio Vaticano II, nella sua relazione ha presentato l’influsso che Ivan Merz ebbe sui suoi contemporanei, soprattutto intellettuali e giovani. La persona sulla quale più influì fu Marica Stanković (1900-1957), grande educatrice della gioventù femminile, che realizzò dopo la scomparsa di Merz, la sua idea fondando il primo Istituto secolare femminile nella Chiesa in Croazia, le « Collaboratrici di Cristo Re ». Anallizzando l’influsso di Merz sui suoi contemporanei, Jakov Jukić ha individuato in modo speciale tre tesi che derivano dall’esempio e dall’impegno di Merz: 1) Affermazione dall’universalità della Chiesa, di fronte alla tentazione di chiudersi in particolarismi. 2) Apprezzamento ed esaltazione dell’atto liturgico di fronte alla tentazione di mischiare fede e politica. 3) Formazione di individui cattolici forti di fronte alla produzione massiccia di cristiani mediocri. In modo speciale Jukić sottolineò la circostanza che Merz, il quale fu uno dei personaggi più religiosi nella recente storia della Chiesa in Croazia, fu di fatto educato in una famiglia liberale, segnata dall’indifferenza religiosa. Ciò è per la nostra generazione secolarizzata un segno, una grande speranza. Niente è predeterminato. La grazia è imprevedibile. Lo Spirito soffia dove vuole e dove non lo aspetteremmo.

Per ultimo ha parlato a nome dei giovani, il sig. Damir Murković da Trieste, già presidente della Commissione Giovani della Federazione mondiale delle comunità di vita cristiana. Egli ha sottolineato che il Santo Padre, per quattro volte, in questi ultimi anni ha parlato su Ivan Merz ai giovani Croati pellegrini a Roma, proponendolo come modello di vita cristiana; Murković ha addotto la propria esperienza - egli ha conosciuto Merz solo tramite i libri - a prova di quanto può essere ispiratrice per un giovane d’oggi una tale figura di Guida ed apostolo, maestro ed educatore che fu Ivan Merz nel suo tempo e può esserlo anche oggi come dimostrano gli esempi di giovani, che sono attratti dalla testimonianza della sua vita.

Nella discussione, tra l’altro, è stata sottolineata la dimensione europea della personalità di Merz. Nato da padre tedesco boemo e da madre ebrea battezzata ungherese egli ricevette l’educazione primaria e secondaria in seno al popolo croato, quella universitaria nelle metropoli europee di Vienna e Parigi. Con tutto il suo essere ed il suo cuore fu rivolto verso Roma, centro del cattolicesimo. Il suo impegno apostolico lo svolse completamente in favore di un popolo slavo, il croato, in modo speciale a favore della gioventù croata, per la quale sul punto di morire offrì in sacrificio a Dio la sua giovane vita. Effetti amente Merz riunisce come pochi altri nella sua personalità il pluralismo dei popoli e delle culture europee; è molto adatto quindi ad essere proposto e conosciuto anche fuori del suo paese natio.

Gli Atti del Simposio saranno pubblicati per il 60.esimo anniversario della morte di Ivan Merz, che cade l’anno venturo.