Capitolo IX

 

IVAN MERZ IN FRANCIA

 

(ottobre 1920 - giugno 1922)

 

 

            Nell'estate del 1920, il gesuita croato p. Miroslav Vanino,[1] tornato dal Belgio e dalla Francia, fece presente al Seniorato del Movimento cattolico croato di Zagreb l'opportunità e l'utilità di far studiare a Parigi alcuni studenti croati; a tal fine egli si era già messo in contatto con il Rettore dell'"Institut Catholique" di Parigi mons. Henri-Marie-Alfred Baudrillart[2] e con mons. E. Beaupin, segretario del "Comité Catholique des Amitiés Françaises à l'Etranger", nonché con il console francese a Zagreb, sig. Jean de Berne-Lagarde. Furono scelti Ivan Merz, Đuro Gračanin[3] e Juraj Šćetinec.[4] P. Vanino fu particolarmente contento perché tra i prescelti c'era Merz, che egli aveva conosciuto a Vienna[5] e poi incontrato il 21 ottobre 1918 alla stazione di Zaprešić. Dal colloquio avuto con lui p. Vanino aveva riportato una profonda impressione di cui più tardi scriverà al confratello p. Bruno Foretić[6] S.I.:

            «Dal colloquio ho capito che questo giovane sente il peso dei sacrifici che la guerra esige dal soldato, in particolare da quello cattolico, il quale deve moralmente soffrire in un ambiente alienato dalla Chiesa. Mentre ricordo come nella nebbia il colloquio avuto con lui a Vienna, mi è rimasto impresso nella mente come egli in quell'occasione (a ­Zaprešić) citò un brano dell'Imitazione di Cristo sugli effetti salutari della sofferenza cristiana. Fino allora non avevo sentito dalla bocca di un laico simili parole, dette con quell'accento. Confesso sinceramente che in quel momento rimasi così sorpreso che, non conoscendo ancora abbastanza il santo giovane, mi domandai se non si trattasse solo di letteratura... Ebbi la sensazione come se qualcuno fosse inaspettatamente piombato in una regione del tutto estranea... Dopo, naturalmente, ho capito che il pio giovane già allora pensava e viveva nella sfera del soprannaturale per salire infine a quel grado della perfezione cristiana dal quale l'anima guarda tutto intorno a sé alla luce di Dio e valuta tutto in sé e fuori in relazione al fine soprannaturale dell'uomo».[7]

 

            1. Le prime esperienze parigine.

 

            Nell'ultima decade di ottobre del 1920 Merz, insieme con gli altri due compagni, partì alla volta di Parigi, via Ljubljana, Trieste, Venezia, Milano. Arrivati a Parigi, dovettero affrontare delle difficoltà impreviste: a parte quella di trovare un alloggio,[8] dovettero con sorpresa costatare che per loro non era assicurata la borsa di studio. Alla domanda di mons. Baudrillart se avessero ricevuto qualche comunicazione dal governo jugoslavo in merito i tre si trovarono in evidente imbarazzo. Mons. Baudrillart cercò di rassicurarli, promettendo di interessarsi personalmente della questione, e intanto anticipò loro la somma di 1200 franchi.[9] Nel darne notizia al prof. Maraković, il 14 novembre Merz scriveva che nel frattempo essi si erano iscritti all'Institut Catholique, dove insegnavano alcuni buoni professori (Mainage - il cui libro Les Témoins du Renouveau Catholique, per iniziativa di Merz sarà tradotto in croato -, Sertillange, Baudrillart, Bertin, Roussellot).

            Il primo impatto con l'ambiente francese faceva sentire a Merz e ai suoi compagni gli effetti di una certa politica anticroata: «qui tutti siamo Serbi, poiché i Francesi non sanno che cosa sia la Jugoslavia e ancor meno che cosa sia il Croato o lo Sloveno». Tuttavia - aggiungeva - dopo qualche esperienza negativa (i giornali cattolici fatti spedire da mons. Baudrillart al prof. Maraković sono stati respinti alla frontiera jugoslava) «i Francesi ora comprendono la nostra situazione scomoda, e noi abbiamo demolito molti loro pregiudizi».

            Merz non può ancora dare notizie particolareggiate sul Movimento cattolico francese, che lo interessa molto, ma ciò che lo colpisce subito è il nazionalismo dei cattolici francesi: «Se si può parlare di qualche movimento tra i cattolici francesi, si può dire che essi partecipano al grande movimento nazionale, di cui adesso si entusiasma la gran parte del popolo francese. Affermerei quasi che anche l'idea religiosa è subordinata a quella nazionale. In queste chiese sono esposti i nomi dei caduti in guerra e qui li venerano come dei santi. Non passa una predica senza che venga menzionato l'eroismo dei cattolici francesi. Il tema delle conversazioni sono le esperienze di guerra. Tutti stimano molto lo stato militare» (ibid.). Su questo argomento egli tornerà ancora.

           

            2. Relazioni con i circoli cattolici francesi.

 

            Fin dalle prime settimane Merz si mette al lavoro: frequenta varie conferenze, stringe relazioni con scrittori, redattori di riviste e di giornali, case editrici, istituzioni di vario genere. Molte porte gli si aprono grazie a mons. Baudrillart e a mons. Beaupin. Tra l'altro, entra in buoni rapporti con l'editore Beauchesne e con il redattore della "Revue pratique d'apologétique", frequenta le conferenze organizzate dalla rivista "Lettres" e fa conoscenza con il direttore Gaëtan Bernoville, al quale espone le sue idee sulla letteratura cattolica e la Internazionale cattolica. Bernoville ne è entusiasta e lo indirizza a René Johannet,[10] impegnato nella campagna per la Internazionale cattolica. Gli assicura pure l'accesso alla "Semaine des écrivains catholiques"[11] e gli regala il biglietto per la frequentazione delle lezioni sulla letteratura cattolica. In questa lo introduce anche il p. Mainage.

            Merz non manca di frequentare le conferenze alla Internazionale cattolica, dove si discute dell'Irlanda ed Inghilterra, delle relazioni franco-inglesi e franco-spagnole, dell'Italia e della Jugoslavia. Con i suoi compagni fa visita all'"Action populaire", centro dell'azione sociale cattolica in Francia, dove viene accolto molto bene dai gesuiti, i quali gli mettono a disposizione i loro "Dossiers" e chiedono collaborazione. Particolarmente lo interessano i metodi di lavoro, specialmente sociale dei gesuiti. Assiste alle conferenze del canonico Desgranges sulle scuole cattoliche (v. Diario 16.XI.1920) e del canonico Beaupin sui "patronages" (ibid. 28.I.1921), e vi trova ispirazione per una eventuale attività dei cattolici croati.

            Stringe relazioni anche con gli studenti di altre nazionalità, in particolare con gli Spagnoli. Il 31 dic. 1920 manda al prof. Maraković gli Statuti del Seniorato spagnolo. Nota che anche i Portoghesi si interessano della Internazionale cattolica e chiedono che venga istituito un Ufficio cattolico d'informazioni (Diario 24.I.1921). I popoli che hanno sofferto - osserva -, più di quelli che stanno bene, sentono il bisogno di appoggiarsi a una organizza­zio­ne internazionale.

            Con i compagni Gračanin e Šćetinec fa parte dell'associazione studentesca "Conférence Olivaint" e di una associazione delle Conferenze di S. Vincenzo.

 

            3. Per la difesa della Chiesa in Patria.

 

            Merz si sente rappresentante del Movimento cattolico croato e cerca in ogni modo di farlo conoscere ai Francesi, chiedendo il loro aiuto in libri e riviste - perfino pensa di costituire a Zagreb una Biblioteca cattolica con l'aiuto dall'estero[12] - nonché con borse di studio. Conta anche sul loro appoggio morale attraverso la stampa, affinché l'opinione pubblica francese venga informata sulla reale situazione della Chiesa nel suo paese, dove in quel tempo è in atto il "Kulturkampf" per opera della massoneria e dei governanti serbi.[13]

            La corrispondenza col prof. Maraković - una cinquantina di lettere di Merz[14] - documenta l'impegno di Merz per conoscere la Francia cattolica e la capacità di introdursi nel mondo intellettuale, la vastità dei suoi interessi e lo spirito di fede con cui giudica uomini e avvenimenti.

            Il 13 marzo -"domenica di Passione" - 1921, egli scrive al Maraković: «Lei sa che i nostri avversari diffondono notizie tendenziose sugli Sloveni e i Croati sui giornali francesi, ritengo quindi che il miglior modo di contrastarli sarebbe quello di portare davanti al pubblico francese le nostre aspirazioni. Se voi poteste mandarci regolarmente degli articoli noi potremmo istituire un piccolo ufficio d'informazioni. Tutti i popoli si servono della stampa, solo noi stiamo zitti. Se vedesse ad es. come gli Irlandesi scrivono sulle persecuzioni e sofferenze che sopportano, così che tutto il mondo della cultura si è pronunciato a loro favore. Così dobbiamo fare anche noi».

            Con la collaborazione del Maraković, Merz e i suoi compagni raccolsero molto materiale sulla situazione della Chiesa in Jugoslavia e prepararono quattro articoli che apparvero sulla "Libre Parole" del 3/4, 5, 6 e 7 aprile 1921, sotto il titolo comune La Yougoslavie menacée de dissolution par l'action maçonique et anticatholique. Gli articoli erano firmati dal redattore Joseph Denais, deputato di Parigi, e fecero gran rumore in Francia e, naturalmente, provocarono la protesta del rappresentante jugoslavo presso il Governo francese, ma senza conseguenze per gli autori, rimasti ignoti (Diario 23.IV. e 14.V.1921).

            Sulla situazione della Chiesa in Jugoslavia e sul modo come aiutare i cattolici croati e sloveni Merz parlò anche nel suo indirizzo al card. Dubois, arcivescovo di Parigi.[15]

 

            Nel Diario, il 23 aprile 1921, Merz annota: «Il lavoro della nostra associazione è prevalentemente giornalistico». Per realizzare tutti i suoi piani nel campo dell'informaz­ione egli avrebbe bisogno di una maggiore collaborazione dalla Patria, dove l'unica persona su cui può contare è il prof. Maraković, il quale a sua volta è stracarico di lavoro. Questi infatti, il 13 marzo 1921, prega Merz di spiegare a coloro che si interessano del Movimento cattolico croato, che «tutta la gravità della nostra situazione sta nella circostanza che per tutto il Movimento lavorano solo alcuni uomini e non tutti sono liberi. Fuori (in provincia)  si tengono i corsi per la gioventù. A Zagreb...organizziamo una serie di conferenze sul Kulturkampf». Così verso la fine dell'anno scolastico (VI domenica dopo Pentecoste - 26.VI) Merz fa sapere all'amico Marošević: «Abbiamo smesso con la nostra azione perché siamo del tutto isolati e nessuno ci aiuta. Ne siamo contenti in quanto così abbiamo più tempo per meglio istruirci, ciascuno nella propria materia». Dalla successiva corrispondenza, però, risulta che il lavoro di Merz anche in questo campo non era cessato.

                                  

            4. Gli studi di Merz a Parigi.

           

            Merz era iscritto all'Institut Catholique di Parigi, alla Facoltà di Lettere, nell'anno scolastico 1920-21 e nel 1921-22, per le lingue e letterature classiche (francese, latino, greco), ma non aveva dato alcun esame; solo alla fine aveva chiesto ed ottenuto un "certificat d'assiduités".[16] Contemporaneamente, nel semestre invernale del 1920-21 era stato iscritto alla Sorbona, dove aveva dato i seguenti esami: col Prof. Cohen: Littérature française du Moyen Age; col Prof. Reynier: Littérature franç. du XVIIe et XVIIIe siècle; col Prof. Le Breton: Littérature franç. du XIXe et XXe siècle; col Prof. Guignebert: Evolution historique de la France, ottenendo il Diplôme d'études de Civilisation Française "avec la mention très bien".[17] Dei circa 300 studenti iscritti, Merz era stato il quarto nella classifica.

            Il 5 aprile 1922 scriveva a Maraković: «Questo semestre sono iscritto soltanto all'Institut Catholique, perché sono stato esentato dalle tasse scolastiche. Per poter dare gli esami alla Sorbona ho dovuto pagare 300 Fr. e durante le vacanze non abbiamo ricevuto la borsa di studio, per cui questo semestre non mi sono iscritto alla Sorbona. Tuttavia mi è stato concesso di frequentare i corsi de l'Ancien Français all'Ecole Normale Supérieure (prof. Roques), inoltre spero di avere anche l'attestato dell'Abbé Rousselot (fondatore della fonetica sperimentale, professore di Grammatica Storica al Collège de France). Ma tutto il mio studio è orientato al fine di poter nel più breve tempo possibile ottenere il dottorato a Zagreb».

            Nei mesi estivi del 1921 Merz si dedicò soprattutto alla stesura della sua dissertazione su «l'influence de la liturgie sur la littérature française au XIXe siècle» (lett. al Maraković del 13 giugno, v. infra, B, 3) o sulla «Liturgia nelle opere dei convertiti francesi». «Il tema è meraviglioso, ma molto ampio» (lett. al Marako­vić del 21 agosto).

            Merz non tardò di mettere il frutto dei suoi studi a disposizione dei lettori delle riviste cattoliche croate. Alla rivista "Luč" mandò gli articoli su Francis Jammes, Psychari e Emile Baumann. Sulla "Hrvatska Prosvjeta", redatta dal prof. Maraković, fece pubblicare lo studio sulla Tragedia cattolica (Paul Claudel: L'Annonce faite à Marie).[18] Al p. Vanino per la rivista "Život", oltre la traduzione della Via Crucis di Paul Claudel, fece avere un articolo sul rapporto tra Sacerdoti e la letteratura cattolica.

 

            5. Alla Settimana Sociale di Toulouse. Pellegrinaggio a Lourdes.

 

            Nel luglio 1921 Merz con Šćetinec e Gračanin si recò - via Bordeaux - a Toulouse per assistere alla "Semaine sociale".

            Il Diario (27, 29, 30.VI.1921) contiene vari dettagli sulla permanenza a Toulouse: le annotazioni di Merz, come di solito, sono molto concrete, sia che si tratti di cose entusiasmanti sia che emergano delle ombre. Alla sua sensibilità non sfugge «il modo semplice di presentarsi e il comporta­mento cristiano» del generale Castelnau, il quale il 29 luglio fece un discorso in cui - secondo Merz - «non c'era odio». Ma poche righe più avanti Ivan scrive: «Una triste impressione mi ha fatto il discorso del cardinale pieno d'odio per i Tedeschi. O Dio, perdona a noi peccatori e suscita apostoli che si sacrificheranno per l'unità dei cristiani!». Egli soffriva costatando che non tutti i cattolici francesi mostravano sentimenti cristiani nei riguardi dei Tedeschi. «Il Tedesco è loro nemico, anche se tutti i giorni andasse alla mensa del Signore...» (Diario, 1.XII.1920). E il 28 dicembre 1921 scriverà al prof. Maraković: «Mi duole soltanto che i cattolici francesi abbiano dimenticato Cristo nella politica, così che malvolentieri parlo con loro di questo argomento».[19] Da tutte le annotazioni nel Diario come anche dalle sue lettere Merz emerge sempre come un vero "homo catholicus" nel pieno significato del termine.

            Lo scopo di quel viaggio al Sud della Francia, però, era Lourdes, dove i tre amici andarono con un intento particolare: pregare la Beata Vergine per la guarigione degli occhi di Ivan. A questa sua croce egli accennava nella lettera al p. Vanino del 28 marzo (v. infra, B, 1)), ma solo dal Diario (12.II. e 23.IV.1921) apprendiamo in quale crisi egli si era trovato nei primi mesi di quell'anno.

            A Lourdes Merz visse una esperienza che segnò la sua vita successiva: la sua devozione mariana vi ricevette una nuova impronta, e utilizzò i miracoli di Lourdes nel suo apostolato, come argomento del soprannaturale.[20] A Lourdes inoltre scoprì il valore dei pellegrinaggi che ritenne in seguito come la miglior scuola di preghiera (lett. al Maraković, del 12 sett., v. infra, B, 5), e il rosario diventò il suo secondo miglior amico (dopo Gesù eucaristico) (lett. a Dragan Marošević, 18 ott., v. infra, B, 6).  

 

            6. La Liturgia nella vita di Merz. 

           

            L'amore straordinario di Merz per la Liturgia datava dagli Esercizi spirituali a St. Gabriel (v. sopra, Cap. VIII, Diario, 5 aprile 1920). Rientrava quindi perfettamente nell'ambito delle sue preferenze il tema che egli scelse per la sua dissertazione dottorale: L'influsso della Liturgia sugli scrittori francesi da Chateaubriand in poi. Specialmente lo interessavano i convertiti. Egli stesso definì «meraviglioso» il tema e cercò di elaborarlo studiando molto, ma anche pregando. E' interessante la testimonianza del suo collega Gračanin a proposito dello studio di Merz sulla conversione di Huysmans (v. infra, D, 3). Ivan cercava, per quanto possibile, di visitare anche i luoghi legati a certe conversioni.

            Con il suo Messale latino-francese egli seguiva quotidianamente la santa Messa, di solito dalle Benedettine in rue Monsieur o dai Lazzaristi (v. lett. della sig.na Michaut, infra, D, 1). Un giorno poté assistere nella cappella delle Benedettine alla vestizione religiosa di una novizia, figlia di un generale. Nel Diario ci ha lasciato le riflessioni di quel momento sulla bellezza della liturgia e sulla vita consacrata (4 novembre 1921).[21] E proprio in questa descrizione Ivan metteva per iscritto il proposito di entrare dai Gesuiti, qualora non sorgessero ostacoli esterni.[22]

            Manifestò il suo amore entusiasta per la liturgia anche nell'articolo che da Parigi mandò al prof. Maraković per la rivista "Hrvatska Prosvjeta", in occasione dell'edizione croata del Messale, curata dal prof. Dragutin Kniewald (1921).[23]

            Nella lettera al padre del 23 gennaio 1921 scriveva: «Il miglior mezzo per sentire sempre la grandezza del cristianesimo è: lasciare che la vita di Cristo nel Vangelo e nella Liturgia agisca su di noi. Il Vangelo e il Messale sono le più grandi opere che l'umanità possiede, piene di imperitura poesia che nessuna opera artistica può raggiungere» (v. infra, C, 3).          

                       

            Merz viveva ciò che agli altri raccomandava. Tuttavia, nascondeva gelosamente la sua vita intima. Noi la conosciamo dal Diario. Inoltre, chi gli era più vicino a Parigi, Đuro Gračanin, ha cercato di darci un profilo spirituale dell'amico, nei "Ricordi" che riportiamo più avanti (v. infra, D, 3). Anche la breve lettera della sig.na Michaut (v. infra, D, 1) è una testimonianza diretta di chi lo incontrava tutti i giorni nell'ambito familiare.

            Il padre spirituale di Ivan era il sulpiziano p. Pressoir, "directeur des âmes" nel seminario dell'Institut Catholique, uomo di santa vita. Merz l'aveva conosciuto tramite l'abbé Sarraut, che abitava nel seminario e studiava arte, materia che allora interessava molto anche il Merz. P. Pressoir fu poi direttore spirituale anche di Gračanin, il quale l'aveva scelto proprio per suggerimento di Merz. «E non me ne sono pentito - confessava Gračanin - perché di fatto egli era tra i più santi sacerdoti che ho incontrato nella vita... Era contemporanea­mente molto mite nella direzione spirituale e molto severo all'esterno, sempre però cordiale, umano...Egli...tirava le anime suaviter in alto, sempre più in alto, ma sempre con discrezione... Si sentiva che aveva un profondo rispetto per le anime... Lontano dall'imporre grandi penitenze - come talvolta si diceva che avesse fatto con Merz -, egli frenava i suoi penitenti. Spesso sapeva dire ai penitenti: "Le rôle du directeur est de s'effacer de plus en plus". Ed egli di fatto scompariva sempre di più, ma proprio questo gli attirava le anime. E' curioso che talvolta respingeva in qualche modo i suoi penitenti (davvero ne aveva troppi) lasciandoli aspettare per delle ore, ma essi continuavano a ritornare».[24]

            Che cosa p. Pressoir pensasse di Merz lo ha riferito lo stesso Gračanin nei suoi "Ricordi".

            E quando il p. Vrbanek, scrivendo la biografia di Ivan Merz, aveva chiesto al prof. Gračanin delle informazioni su Merz, Gračanin gli mandò i predetti "Ricordi" già pubblicati, precisando: «Ciò che si trova qui è del tutto sicuro».[25]  Aggiunse qualche altro particolare riguardante il periodo posteriore, e precisamente:

            «Quando (Merz) era già tornato a Zagreb - scrive Gračanin - io gli raccomandai Lallement e glie lo mandai (La doctrine spirituelle...). E' interessante che - sebbene Lallement sia molto elevato - Merz già molto prima possedeva tutto quello (i doni dello Spirito Santo), almeno questa era la mia impressione, avuta in seguito ai nostri colloqui su Lallement.

            Se si vuole scrivere correttamente di Merz, penso che l'accento vada messo su due cose: 1E. la straordinaria attività, la quale però 2E. si basava sulla vita interiore incredibil­men­te intensa (ore di meditazione, spesso in ginocchio!). Da quest'ultima proveniva tutta la sua insolita serietà, con cui affrontava i problemi. Tra l'altro, ricordo solo un particolare: A Parigi egli non era ancora bene istruito in filosofia e in teologia. Quando poi ha cominciato a occuparsi della questione dell'Azione Cattolica, un paio di volte gli ho scritto che non si sarebbe orientato bene in questo campo senza la filosofia e la teologia. Ciò è bastato perché egli con tutto il fervore e nonostante gli altri impegni e l'intensa vita spirituale, si mettesse a studiare il corso completo di filosofia e la teologia, Tommaso ecc. Una volta l'ho trovato nella chiesa (dei gesuiti) in via Palmotić mentre meditava su un libro latino di dogmatica (penso che si sia trattato di Pesch)».

 

 


 


    [1] Miroslav Vanino (Zagreb, 10.X.1879 - ivi, 6.XII.1965) studiò teologia a Louvain, storia a Vienna e Zagreb. Professore di Storia della Chiesa alla Teologia di Sarajevo e all'Istituto filos.-teol. S.I. a Zagreb, fondatore e redattore delle riviste "Život", "Croazia Sacra", "Vrela i prinosi", scrisse la storia della Compagnia di Gesù in Croazia: Isusovci i hrvatski narod, 3 voll.

    [2] Henri-Marie-Alfred Baudrillart (1859-1942), professore poi dal 1917 rettore dell'"Institut Catholique" di Parigi, fondatore nel 1915 del "Comité catholique de propagande française à l'étranger", Membro dell'Accademia francese (1918), eletto vescovo tit. di Himeria il 29 luglio 1921, promosso alla sede tit. di Melitene nel 1928, elevato al cardinalato il 16 dic. 1935. V. Enciclopedia Cattolica, Città del Vaticano, II, 1063.

    [3] Đuro Gračanin, nato a Gacko (Erzegovina) il 5 genn. 1899, studiò economia e commercio. A Parigi maturò la sua vocazione sacerdotale. In Francia fece l'esame di maturità classica, studiò quindi filosofia e teologia a Parigi. Fu ordinato sacerdote per l'arcidiocesi di Vrhbosna (Sarajevo) il 7 agosto 1927. Nel 1938 fu nominato professore di teologia fondamentale alla Facoltà teologica di Zagreb. Morì a Zagreb il 13 dic. 1973.

    [4] Juraj Šćetinec, nato a Koprivnica il 10 aprile 1898, studio diritto (Zagreb) e scienze politiche (Parigi). Dopo il ritorno da Parigi, fu molto attivo nel "Hrvatski Katolički Narodni Savez" (HKNS; v. Cap. X, nota 15). Dal 1931 professore alla Scuola Superiore di Economia a Zagreb, scrisse vari studi apprezzati sui problemi sociali e sui sistemi politico-sociali (corporativismo, fascismo, nazional-socialismo). Organizzò la "Settimana Sociale Croata". Morì giovane a Zagreb il 24 giugno 1939. Cf. Deželić, IVc, p.74; K. R. Volinski, In memoriam. Dr. Juraj Šćetinec, in "Hrvatska Prosvjeta" XXVI (1939), pp. 183-186; Hrvatski leksikon II, Zagreb 1997, p. 511.

    [5] Cf. sopra, Cap. III, Diario di Merz, 9 maggio 1915.

    [6] Bruno Foretić S.I. (Split, 24.XII.1880 - Zagreb, 25.I.1941), come assistente spirituale dell'"Omladinski Savez" (Lega della Gioventù) e poi dello "Hrvatski Orlovski Savez" (HOS) fu il più stretto collaboratore di Ivan Merz nell'attuazione dei principi dell'Azione Cattolica. Vedi infra, Cap. X Intr. 2.

    [7] Questa lettera di p. Vanino è riportata nella Biografia di Ivan Merz, scritta da D. Kniewald, ma non ne è indicata la data: oggi è impossibile accertarla perché l'originale è andato perduto dopo il 1945. Comunque essa è stata scritta dopo la morte di Ivan Merz (10 maggio 1928) e prima della pubblicazione della biografia (1932). Il colloquio a cui accenna p. Vanino è avvenuto alla stazione di Zaprešić (e non di Zagreb, come scrive Kniewald) il 21 ottobre 1918, come risulta dal Diario di p. Vanino. Ivan allora stava ritornando da Graz a casa (cf. Cap. V, Intr. in fine).

    [8] Solo il 26 novembre ebbero la sistemazione definitiva dalla signora Michaut, in rue Mayet 1, Paris 6.

    [9] Il governo francese concordava la concessione delle borse di studio agli studenti "jugoslavi" con il governo di Belgrado. La Delegazione jugoslava però si opponeva alla concessione delle borse di studio agli studenti Croati, mentre i Serbi ne avevano avuto parecchie centinaia. Il console jugoslavo volle, anzi, mandare indietro i nostri tre (cf. Diario di Merz, 7 novembre 1920). Grazie all'interessamento di mons. Baudrillart, il governo francese concesse per l'anno scol. 1920-21 la borsa di studio, mentre per l'anno successivo essa fu assicurata dal "Comité Catholique des Amitiés Françaises à l'Etranger", come mons. Baupin informava il p. Vanino il 30 agosto 1921.

    [10] René Johannet, Rédacteur aux Lettres, au Correspondant, à la Croix, à la Documentation Catholique, à la Revue Universelle.

    [11] Fondata dalla rivista "Les Lettres" nel maggio del 1921, la "Semaine des écrivains catholiques" fu istituzionalizzata; la seconda sessione si ebbe dal 12 al 18 giugno 1922 e fu dedicata al problema del "Laicismo" considerato sotto tutti i suoi aspetti. Bernoville fu segretario generale del Comitato organizzativo.

    [12] Questo argomento è più volte menzionato nelle lettere di Merz al prof. Maraković. Merz aveva abbozzato anche un appello ai cattolici francesi affinché aiutassero la realizzazione di questo progetto e aveva chiesto che l'appello fosse firmato da un Vescovo. Su proposta di Maraković, il Seniorato aveva incaricato il dr. Kniewald di ottenere la firma dell'Arcivescovo di Zagreb, il quale effettivamente firmò l'appello il 27.VI.1921. «Intanto la cosa si è addormentata e l'appello, con la firma dell'Arcivescovo, è rimasto da me» - scrive Kniewald nel suo Diario, p. 123.

    [13] Fin dal gennaio 1920 era iniziato l'attacco delle autorità statali contro le Congregazioni Mariane degli studenti delle scuole medie; v sopra, Cap. VIII Intr., 3.

    [14] Tutte autografe, conservate nell'archivio del prof. Maraković, al quale i biografi Kniewald e Vrbanek non avevano avuto l'accesso; esse quindi vengono ora per la prima volta utilizzate e, senz'altro, contribuiscono ad una più esauriente e più precisa ricostruzione della vita di Merz a Parigi. Dello stesso periodo, ci sono venti lettere e quattro cartoline del Maraković, conservate nell'archivio di Merz. - D. Kniewald, nel suo Diario inedito, p. 123, annota (giugno 1921) che il dr. Maraković puntualmente riferisce al Seniorato sull'attività «dei nostri studenti a Parigi, specialmente di Ivan Merz, che è penetrato nei più alti circoli dei cattolici francesi».

    [15] Nell'archivio del prof. Maraković è conservata copia dattiloscritta (4 p.) del discorso di Merz, tenuto nell'udienza di omaggio concessa dal Cardinale agli studenti croati e sloveni. Non è indicata la data dell'udienza, ma dal contesto risulta ch'essa deve aver avuto luogo dopo il 27 aprile 1921, quindi nel mese di maggio. - In precedenza, nel mese di marzo il card. Dubois era stato a Zagreb, dove tra l'altro era stato informato della storia e delle necessità del Movimento cattolico croato. Per l'occasione il Seniorato aveva preparato un promemoria, tradotto in francese dal prof. Maraković, dal titolo "L'action catholique croate" (Cf. Kniewald, Diario, p. 85; con allegata copia del promemoria, pp. 85c-85d).

    [16] Cf. Lettera di Mons. Beaupin al padre di Ivan, Parigi, 3 marzo 1931. Arch. Merz.

    [17] Il diploma è stato rilasciato il 25 febbraio 1922. Orig. in Arch. Merz. Cf. anche la lettera al prof. Maraković del 5 aprile 1922 (ivi). - A proposito del Diploma v. lettera della sig.na Michaut, infra, D, 1.

    [18] Cf. Scritti di Ivan Merz.

    [19] A illustrazione dell'atmosfera tra i cattolici francesi di quel tempo citiamo Daniel Rops, Storia della Chiesa, ed. Marietti, VI,2, p. 319: «Ma quanti preti, quanti cattolici, accettarono senza discussione le tesi delle peggiori propagande, diffusero spaventose calunnie, predicarono l'odio, reclamarono spietate vendette!»

    [20] Vedi infra, Cap. XIV Intr. 7.

    [21] Merz non si è interessato del nome della novizia né ha avuto più tardi contatto con le Benedettine. La cappella gotica delle Benedettine in rue Monsieur era quella stessa che Huysmans ha descritto nel suo romanzo En route. (Il relativo passo, tradotto in croato, è stato pubblicato in "Luč", 20 giugno 1923). Questo convento non esiste più, essendo stato demolito nel 1938, e le Benedettine sono passate nella nuova Abbaye St Louis du Temple, Limon-Vauhallan, Igny. Qui il Postulatore della Causa di Ivan Merz, p. Božidar Nagy S.I., nel 1979 ha rintracciato ancora in buone condizioni la 77-enne monaca la cui vestizione è descritta nel Diario di Merz: Sr. Marie Denise Chevillotte, di Parigi. - Quanto questa cerimonia abbia impressionato il giovane Merz, lo dimostra anche il fatto che nell'ultimo anno di vita egli ha ritenuto opportuno pubblicare il relativo estratto del Diario, aggiungendovi un ulteriore commento, in "Franjevački vjesnik", 1, 1928, pp. 20-21.

    [22] Il collega di Merz, Đuro Gračanin già il 17 agosto 1921, quindi dopo il ritorno da Lourdes, scriveva da Parigi al p. Vanino: «Quanto a Merz, già da tempo ha espresso il desiderio di farsi prete e dice che sarebbe certamente andato (in seminario) se non avesse i genitori che da poco si sono convertiti e pongono in lui la loro speranza. Teme che questo li colpirebbe dolorosamente, perché forse non hanno una visione più profonda di queste cose. Altrimenti, egli è d'oro. In genere, senza vantarci, la vita a Parigi per noi tre è stata fruttuosa». - Lo stesso Gračanin era orientato verso il sacerdozio. Nella lettera al p. Vanino del 7 marzo 1921 egli scriveva dell'intenzione di fare gli esercizi spirituali per conoscere la volontà di Dio in proposito. «Abbiamo parlato io e Merz di questo (di sacedoti) sottolineando lo stesso Suo pensiero: abbiamo bisogno di sacedoti esemplari, ci occorrono i santi». Sempre da Gračanin sappiamo che i tre amici - Merz, Šćetinec e lo steso Gračanin - avevano fatto insieme gli esercizi spirituali nella casa dei gesuiti a Clamart, dal 4 all'8 luglio 1921 (lett. al p. Vrbanek, 12 luglio 1942).

    [23] Razmatranje o Rimskom Misalu (Meditazione sul Messale Romano), in "Hrvatska Prosvjeta", Zagreb 1922, pp. 81-87. Vedi infra, Cap. X, 1, nota 32.

    [24] Lettera di Gračanin al p. Vrbanek, del 27 settembre 1942, in Arch. Merz.

    [25] Lettera di Gračanin al p. Vrbanek, del 12 luglio 1942, in Arch. Merz.