Capitolo IX

 

IVAN MERZ IN FRANCIA

 

(ottobre 1920 - giugno 1922)

 

 

 

 

B. dalla corrispondenza di ivan merz

 

                                                                           1

 

            Lettera di Merz al p. Miroslav Vanino S.I., Parigi, Lunedì di Pasqua (28.III) 1921. - Copia. Arch. Merz.

 

            Delle tre lettere che Merz scrisse da Parigi al p. Vanino, riportiamo la prima, dalla quale apprendiamo in quali condizioni di salute il Servo di Dio dovette lavorare, e in quale contesto egli tradusse in croato la Via crucis di Paul Claudel, che poi venne pubblicata nella rivista dei gesuiti "Život".

 

            Caro Padre,

            La causa per cui non Le ho scritto lungamente è la mia malattia.[1] La mia vista è rapidamente peggiorata, così che già ho temuto di dover abbandonare gli studi. Grazie a Dio, adesso sto un po' meglio e posso lavorare, ma la situazione è tuttora critica. Pertanto La prego di ricordarmi nella s. Messa e di chiedere ai pp. Gesuiti di ricordarsi di me nelle preghiere.

            Volevo scrivere qualcosa per Lei, ma per la suddetta ragione non ho potuto realizzare il Suo e il mio desiderio. Il Venerdì Santo ho tradotto per Lei la Via Crucis, opera meravigliosa del noto scrittore francese P. Claudel. L'originale è scritto in versi liberi con rime e la melodia della lingua suggerisce questo dolore della Via crucis. Nella traduzione ho cercato di riprodurre il linguaggio ritmico, tralasciando le rime. L'opera è stata scritta nel 1913 ed è raccomandata dall'Imprimatur.

            Quando passa un po' l'allegria di Pasqua, può stamparla in "Život", solo in una nota faccia presente che l'opera non è una descrizione della Via crucis, bensì l'impressione che la Via crucis esercita sul poeta. Chi vuole davvero comprendere la bellezza di questa poesia deve anzitutto fermarsi nella contemplazione servendosi, come di solito, delle singole immagini e poi ammirare gli elementi soggettivi del poeta che sono l'espressione delle difficoltà di tutta l'epoca (lotta del rinnovamento cattolico contro la nuova persecuzione, specialmente le stazioni VI e VII).

            In Francia ho imparato molte cose, solo sento la mancanza di un orientamento filosofico sistematico fra i cattolici francesi. Con il Suo Graèanin sono molto contento, solo pare che egli sarebbe miglior sacerdote che commerciante. Egli stesso lo sente e già ha cominciato a riflettere sulla sua vocazione. Lo aiuti con le Sue preghiere.

            La nostra colonia è ideale. Con grande tensione seguiamo gli avvenimenti in Patria e raccogliamo il materiale per la lotta contro tutte le tendenze anticattoliche . Già abbiamo dei solidi legami. Le saremmo grati se ci mandasse dei dati relativi al Kulturkampf o se ci facesse presenti vari abusi. Con tutta probabilità l'Union catholique des études internationales studierà prossimamente la situazione della Chiesa cattolica in Jugoslavia[2] ed io sono stato chiamato a tenere una relazione. Quest'azione è condotta dal p. de la Brière S.I.

            Gradisca tanti cordiali saluti in Gesù Cristo da

                                                                                Ivan Merz

            P.S. Perdoni se, a causa del tempo prezioso, Le mando il manoscitto in stato primitivo e non curato, ma per il Suo orientamento allego il testo originale, con preghiera di mandarlo al dr. Ljubo Marakoviæ, quando non Le servirà più.

 

                                                                           2

 

            Lettera di Merz al prof. Ljubomir Marakoviæ, Parigi, 27 aprile 1921.

           

            Caro Ljuba,

            Ho ricevuto la Sua lettera del 20.IV. e subito sono andato dal rev.do Beaupin, il quale mi ha promesso di spedirLe immediatamente dei libri, immagini e canti riguardanti Jeanne d'Arc.[3] Un programma, come Lei desidera, per ora non ho potuto trovarlo, perché la celebrazione avrà principalmente il carattere di manifestazione (pubblica) (fuochi d'artificio, lampioni, sfilate dell'esercito ecc.). Inoltre nella mia ultima spedizione dei "Dossiers" c'è un foglio volante su Jeanne d'Arc, che potrà servirLe. Noi da poco abbiamo proposto all'Orlovska Sveza di scegliere Jeanne d'Arc come loro Patrona e noi ci impegneremo affin­ché per tale solennità i Francesi mandino i propri delegati. Ad ogni modo, la vigilia dell'8 maggio inviate a mons. Baudrillart un telegramma col seguente contenuto: "A l'occasion de la fête de sainte Jeanne d'Arc daignez accepter Monseigneur l'assurance du dévouement profond des Catholiques croates et slovènes envers les Catholiques français". - Hrv. Nar. Savez (Lega Nazionale Croata). - Questo telegramma sarà pubblicato dalla stampa francese. Sarebbe inoltre opportuno che il rev.do Šimrak, per l'occasione, a nome del Club jugoslavo facesse gli auguri all'Ambasciatore francese a Belgrado.

            Dagli estratti dei giornali che Le ho spedito, avrà certamente visto che ho rappresentato la Jugoslavia al Congresso Cattolico Internazionale. Il risultato positivo è che è stata presa una posizione oggettiva nella questione Irlandese (dopo l'esposto degli Irlandesi ed Inglesi), e precisamente: Le richieste del popolo irlandese sono pienamente giustificate e la politica inglese viene condannata. Il popolo irlandese ha il diritto all'indipen­denza ed esso può trattare da sé con lo Stato inglese. - Il prossimo Congresso sarà a Friburgo, e se voi laggiù poteste raccogliere del materiale solido circa la vertenza italiana, noi potremmo esporre i nostri desideri davanti a quel forum.

            L'impressione generale che mi hanno fatto queste Internazionali Cattoliche è che sembrano abbastanza primitive; ritengo che fino a quando i Tedeschi non saranno riconosciuti in esse come membri con uguali diritti, su di esse non ci sarà la benedizione di Dio. Raccomando quindi alle Sue preghiere la riconciliazione dei cattolici francesi e tedeschi.[4]

            Abbiamo consacrato al Sacro Cuore di Gesù il lavoro del nostro Club.[5] Il 3 aprile sul Mont-martre abbiamo portato, insieme ad altri pellegrini, candele accese e il giorno dopo è iniziata la pubblicazione della serie di articoli sulla "Libre parole", che ha informato tutto il mondo sulla situazione della Chiesa in Jugoslavia. Dalla "Libre parole" gli articoli sono stati ristampati in altri giornali e tradotti in molte lingue. Inoltre "La Croix" e "Démocratie" hanno pubblicato articoli su di noi (Vi ho spedito tutto).

            Il discorso che ho tenuto nell'Organizazzione degli Operai Cattolici[6] sarà parzial­men­te stampato nel "Bulletin des Amitiés franç. à l'Etranger", e la conferenza molto riuscita di Šæetinec sul nostro Movimento, tenuta in occasione del Grande Congresso della Gioventù Cattolica francese, sarà probabilmente stampata negli "Annales". Inoltre, l'Em.mo Card. Dubois davanti a 3000 persone ha proposto gli Studenti cattolici jugoslavi come modello alla gioventù di tutto il mondo. Così, ecco, la benedizione di Dio accompagna dappertutto il nostro lavoro.

            L'altro giorno ho fatto visita al sig. Vallery-Radot nel suo appartamento a Versaille. Gli ho raccontato di noi, gli ho tradotto la Vostra analisi del Crepuscolo degli dei, ed è stato così contento che ha cominciato a leggermi un cenno critico liturgico-politico (Quand le cocq chanta). Mi ha mostrato le sue opere, le lettere di Psichari e mi ha parlato della rinascita dei misteri presso la cattedrale di Chartres. - Critica severamente il nazionalismo, chiamandolo eresia, illustrando la sua affermazione con le dichiarazioni di un missionario cinese, il quale, come egli stesso gli disse, sarebbe disposto a morire se potesse baciare il lembo del primo vescovo cinese.[7] (Per ragioni nazionalistiche i vescovi cinesi sono esclusivamente Francesi o Tedeschi). […]

 

                                                                           3

 

            Lettera di Merz al prof. Marakoviæ, Parigi, 13 giugno 1921.

 

            Caro Ljuba,

            Per Suo desiderio Le mando un abbozzo francese che all'occorrenza Lei può aggiustare e consegnare al sig. console.[8] Nell'abbozzo è sostanzialmente detto tutto, cioè che ciascuno di noi tre ha ricevuto dal Governo francese una borsa di studio di 5000 franchi. Questo denaro è stato ricevuto dall'Institut Catholique e noi ritiriamo 400-500 franchi al mese. Abbiamo ancora 1300 franchi e quindi rimaniamo qui fino al mese di settembre. (A mia madre non dire niente!).

            Il nostro Governo ha protestato presso il Governo francese perché ci ha concesso la borsa di studio, e mons. Baudrillart ci disse poco fa che c'è poca speranza che ci venga nuovamente concessa.[9] Se Lei quindi può fare qualcosa presso il consolato francese, Le saremmo molto grati. Alla domanda, che Lei probabilmente dovrà redigere, alleghi i vari articoli pubblicati in "Narodna Politika", "Luè", "Hrvatska Prosvjeta".

            Šæetinec dovrebbe ad ogni modo rimanere qui ancora un anno: egli dà esami anche all'Ecole des Sciences politiques e l'anno prossimo dovrebbe terminare gli studi, così che in lui avremo un operatore sociale molto preparato e disposto a sacrificarsi. Dunque, bisogna far tutto il possibile affinché egli rimanga ancora un anno.

            Con Graèanin le cose stanno ben diversamente. Egli è in piena evoluzione interiore. Anche se darà alcuni esami, non ha la minima attrattiva per la sua materia. Il suo orientamento è puramente religioso e poetico, così che pensa al sacerdozio. Alla fine di questo mese farà gli esercizi spirituali e poi deciderà per quale via andare. E' bene che quest'anno sia stato con noi, poiché abbiamo potuto orientarlo in tutti i campi dell'azione cattolica, così che è nostro "usque ad crucem et ad mortem". Dopo gli esercizi spirituali farò sapere con esattezza che cosa bisogna fare con lui. Ma già ora mi sembra che non sia opportuno che egli rimanga qui anche quest'anno.

            Quanto a me mi metto a Vostra disposizione. Quest'anno ho lavorato molto, però non ho potuto organizzare il lavoro come volevo. I miei occhi sono molto indeboliti ed io ho vissuto forse troppo intensamente, così devo di tanto in tanto riposare. Alla fine di luglio andremo tutti e tre a Toulouse alla Semaine Sociale (le spese ce le copre il Comité catholique des Amitiés françaises à l'Etranger), e da Toulouse andremo tutti e tre un po' a Lourdes, per pregare la S. Vergine Maria di ottenermi il miglioramento degli occhi. Dopo di che vorrei rimanere qui ancora alcuni mesi per stendere la dissertazione francese (con tutta probabilità tratterò "l'Influence de la liturgie sur la littérature française au XIX siècle") e così studierei più a fondo la letteratura cattolica francese. […]

            Noi tre siamo iscritti all'Institut Catholique e Šæetinec inoltre all'Ecole des sciences politiques; io ho fatto due semestri alla Sorbona. […]

            Quanto all'articolo sull'Annonce faite à Marie (di Claudel), non ho potuto accontentar­La a causa degli occhi. Già da tempo è finito e fra pochi giorni sarà rifinito.[10] […]

 

 

                                                                           4

 

            Dalla lettera di Merz al prof. Marakoviæ, Parigi, 9 luglio 1921.

 

            Secondo la lettera del Marakoviæ del lE luglio 1921, il dr. Blaž Maðer aveva offerto a Merz il posto di supplente (per la lingua tedesca, ma poi anche per il francese) all'Accade­mia Commerciale di Zagreb. Dopo un anno di servizio, Merz avrebbe potuto chiedere un anno di licenza per tornare in Francia a completare gli studi. Merz rifiutò l'offerta, benché si trattasse di un posto appetibile. Per il futuro egli si rimetteva nelle mani della Provvidenza.

 

            Caro Ljuba,

            Non accetto l'offerta del sig. B. Maðer. Vorrei prima dare tutti gli esami, e poi andare dove la Provvidenza mi manderà. Di conseguenza non posso dare ora alcuna risposta (alla domanda) se entrerò nel servizio statale.

            Ho ricevuto la lettera latina e La ringrazio. Lei ha ricevuto l'articolo su Mahniæ?[11]

            Ho ricevuto l'ordine dalla Lega di recarmi a Friburgo e volentieri obbedisco, solo prego che mi mandino subito a Friburgo le instruzioni.[12] Da Friburgo andrò a Toulouse e a Lourdes e poi rimettiamo il nostro futuro nelle mani del Signore, il quale ci ha finora ricolmato delle Sue grazie.

            Tutti e tre abbiamo fatto gli esercizi spirituali di quattro giorni.

           

 

                                                                           5

 

            Lettera di Merz al prof. Marakoviæ, Parigi, 12 settembre 1921.

 

            E' una lettera che si potrebbe definire programmatica: in essa sono già esposte alcune idee guida che poi Merz cercherà di realizzare nel suo apostolato in Patria. Sul valore della sofferenza, poi, ritornerà un mese più tardi nella lettera all'amico Maroševiæ (v. infra, 6).

 

            Caro Ljuba,

  Ho ricevuto la Sua lettera e il num. 9-10 della "Hrvatska Prosvjeta". La ringrazio particolarmente per aver così minuziosamente corretto tutti i possibili errori linguistici e ortografici. "Hrvatska Prosvjeta" è molto bella, solo vi sono troppo pochi articoli non letterari. Mi interessano soprattutto gli articoli di Lahner, perché più di tutto mi piace studiare come la penetrazione del cristianesimo lascia il suo riflesso artistico nella letteratura. Spesso penso se non sarebbe possibile redigere un Almanacco liturgico croato, in cui per ogni solennità ci sarebbe qualche poesia popolare che corrisponde a questa solennità, o qualche buona traduzione dell'inno, del salmo ed altro, per quel giorno. A questo bisognereb­be aggiungere anche il commento alla poesia dell'Anno liturgico e spiegare la poesia della più grande opera dell'umanità: il Breviario. Penso infatti che i ragusei (gli scrittori di Dubrovnik) e la generazione di Preradoviæ[13] abbiano conosciuto la liturgia meglio di noi e che non sarà difficile trovare delle belle traduzioni di inni e salmi. Si potrebbero utilizzare le traduzioni glagolitiche e per illustrare l'Anno liturgico ci si rifarebbe al Rito Orientale.

            Dalla Sua lettera vedo che è molto stanco e, quel che è peggio, deve compiere lavori che potrebbero essere eseguiti da ogni studente (correzioni!). Non mi meraviglio affatto che non riesca a trovare qualcuno che La alleggerisca, anzi mi meraviglio che il nostro Movimento sia ancora vivo. Infatti quando penso che noi non abbiamo alcuna letteratura religiosa, che i nostri scolari non hanno buoni libri di preghiera, che il Vangelo non è diffuso nel popolo, per non parlare di opere scientifiche che sono assolutamente indispensabili per qualunque nostro intellettuale, quando dunque considero tutto ciò e tuttavia vedo che si lavora, ringrazio la misericordia di Dio perché, nonostante tutte queste mancanze, ci riempie di zelo apostolico. Penso però che alla fine dobbiamo cominciare a consolidare le fondamenta, e precisamente impegnare tutte le nostre forze perché sia tradotto il Vangelo e venga diffuso in tutto il popolo. I frutti si manifesteranno tardi - noi e i nostri discendenti saremo già morti - ma sono convinto che la Parola di Dio del tutto spontaneamente riscristianizzerà tutti gli strati del nostro popolo. (Naturalmente i corsi di alfabetizzazione devono supplire le arti figurative del medioevo). Quando in ogni casa si avrà il Vangelo sul tavolo, quando qualche brano di esso sarà letto a colazione, solo allora potremo sperare di avere numerosi preti e che i nostri conventi si riempiranno e che saranno fondati nuovi ordini che corrisponderan­no alle esigenze dell'epoca. La diffusione del Regno di Dio nel nostro paese deve partire dai pilastri dell'episcopato e del clero, e noi laici siamo solo pietre e malta di questo grandioso edificio.

            Vorrei dirLe ancora qualche cosa sui pellegrinaggi. A Lourdes ho sentito la grandezza di queste  manifestazioni. I pellegrinaggi sono la miglior scuola di preghiera. Posso dirLe che per la prima volta a Lourdes ho veramente pregato la Beata Vergine Maria. La mia precedente preghiera alla B. Vergine Maria era contemplazione (?) di un fantasma della mia fantasia. Riconosco che semplicemente non avevo sentito che cosa significasse la grandezza della Madre di Dio, donna che era stata predestinata fin dall'inizio ad essere la portatrice di Colui che è Creatore di tutto il mondo ecc. E a Lourdes sento migliaia di uomini pregare ad alta voce e ogni suono ed ogni gesto del singolo fedele - essendo questi l'espressione della sua vita religiosa - mi suggerisce la sua conoscenza religiosa della Beata Vergine. S'immagini tante migliaia di voci, gesti, odori, colori e tutto ciò parla della B. Vergine Maria. Che meraviglia se la sua soavità, la sua formale bellezza, i suoi odori, la sua immensa grandezza, la bontà ricevono nel nostro cuore infiniti lineamenti e insieme ci costruiscono nell'anima l'immagine della vera Madonna! E inoltre sentite irrompenti le voci dei malati che implorano la guarigione e accadono anche i miracoli - come allora non rimanere stritolato davanti alla grandezza di Colei dalla quale dipende la salvezza eterna di tutti i popoli! Quando la sera andate in processione con la candela accesa in mano e guardate quelle migliaia di candele tremolanti al vento - e una non si distingue dall'altra - allora sentite che non esiste alcuna differenza tra gli uomini, tra gli strati, che noi tutti in questa valle di lacrime siamo figli della stessa Madre e che l'unico senso della vita sta nel lavorare, senza rispetto umano, alla propria salvezza e a quella del prossimo, per arrivare al fine per cui siamo stati creati. Questa è una pallida descrizione di quello che ho sperimentato e ritengo che noi dovremmo organizzare i pellegrinaggi a Maria Bistrica e agli altri santuari, dove pregheremo insieme la Beata Vergine. Sono convinto che saranno proficue queste preghiere anche per la nostra vita terrena perché "Cercate il Regno di Dio e tutto il resto vi sarà dato in sovrappiù".

      Come dissi, l'unico senso della vita è nel salvare la propria anima e salvare il più gran numero dei nostri prossimi. Pertanto lo stato sacerdotale è il più grande, perché in esso si impiegano tutte le energie per realizzare questo obiettivo. Chiunque non abbia difficoltà di osservare il celibato o qualche altro ostacolo, si faccia sacerdote.

          Non so se Lei ancora ricordi quel capitolo del En Route di Huysmans, dove parla del "Paratonerre mystique", degli ordini che con la mortificazione soddisfano la giustizia di Dio. Noi, eccettuati i Trappisti non abbiamo purtroppo tali ordini, abbiamo però nel nostro Movimento un notevole numero di malati, i quali potrebbero assumersi, soffrendo pazientemente, tutte le pene per i peccati che si commettono nel nostro Movimento. C'è da piangere osservando come i nostri malati soffrono impazientemente, mentre hanno dal buon Dio questa grazia di lavorare in tal modo per il Movimento. Quando avremo un esercito di sofferenti, di oranti e di operai potremo su tutti i fronti lentamente ma sicuramente progredire. Sono convinto che così dobbiamo conquistare tutti gli strati del nostro popolo e salvare per l'eternità tutto il nostro popolo.

      Benché il cattolicesimo sia in crescita in Europa, tuttavia questa (Europa) regredisce terribilmen­te. Avendo riconosciuto e sentito a Lourdes, in una maniera così forte da non poterlo descrivere, che tutta l'umanità - questa briciola - è creata per rendere onore a Dio, e invece gli Stati, le leggi, gli operai, i muratori, tutto l'apparato di impiegati funzionano come una macchina, come se Dio non esistesse, si rimane inorriditi pensando a ciò. E chi ne è colpevole? I buoni, perché non sono più buoni! L'umanità semplicemente non sa che Dio esiste, perché i cattolici invece di pregare in luoghi pubblici, invece di lasciare la propria posizione, se è in contrasto con la fede, si nascondono quando pregano Iddio, ricevono la Comunione quando non c'è nessuno in chiesa ecc. Noi siamo colpevoli. I primi cristiani "rei d'alto tradimento", in opposizione allo Stato, all'ambiente, sono stati flaggellati e incarcerati, noi invece ammutoliamo non appena ci accorgiamo del pericolo.

      Prima di finire, vorrei riferire quel che mi hanno detto nell'Action populaire: "Il miglior lavoro è il lavoro positivo". Al posto di un ordinamento non buono bisogna crearne uno buono. Attaccare gli altri e demolire il meno possibile! A che serve questo se non sappiamo come sostituire il male?". Lei ha potuto rendersi conto che i "Dossiers" si attengono a questo principio e che essi con il loro lavoro lentamente sostituiscono l'ordinamento economico capitalistico con quello cristiano solidaristico.

      Pertanto mi sta a cuore quanto segue:

1) che quanto prima si cominci a tradurre e pubblicare il Vangelo;

2) che si organizzino i pellegrinaggi;

3) che in tutti i nostri periodici si cominci a far propaganda per le vocazioni sacerdotali;

4) che i nostri malati siano istruiti sulla grande utilità del volontario soffrire e

5) che le energie, che finora sarebbero state sprecate in una critica negativa, siano impiegate nella spiegazione (propaganda) della nostra dottrina.

      La prego di non adirarsi perché Le ho scritto tanto. Poiché la Grazia di Dio si è servita di Lei perché io conoscessi la verità del cattolicesimo, penso che ho dovuto dire tutto questo proprio a Lei. Naturalmente mi raccomando anche in futuro alle Sue preghiere, poiché come dice l'Apostolo "io conosco il bene, ma faccio il male..." e "il nostro nemico, il diavolo, non dorme, ma, come leone ruggente, va in giro cercando chi divorare". […]

      Nella lettera ho inserito le reliquie di Bernadette, che a Lourdes mi ha regalato una suora, amica di Bernadette, che per caso ho incontrato. […] 

 

                                                                           6

 

          Lettera di Merz all'ing. Dragan Maroševiæ, Parigi, 18 ottobre 1921. - Copia. Arch. Merz.

 

          All'amico malato, Merz aveva mandato da Lourdes una bottiglietta d'acqua, poi da Parigi gli aveva annunciato una lunga lettera: questa che qui riportiamo.

 

          Siano lodati Gesù e Maria!

  Caro Dragan,

          La Tua rapida risposta mi ha rallegrato e solo mi dispiace che la nostra corrisponden­za sia stata interrotta. Soprattutto sono spiacente per non averTi scritto da Lourdes, così ora sarà abbastanza difficile riprodurre tutte le mie impressioni.      

          

         Certamente ti ricordi di quella scena dal Vangelo quando nostro Signore mandò i demoni nei porci che poi precipitarono nel lago. La gente si spaventò e pregò Gesù di allontanarsi dalla loro regione. Così pure gli uomini furono presi dal timore quando nostro Signore guarì il figlio unico. Questo fenomeno sembra ripetersi ogniqualvolta una Forza Soprannatu­rale entra in azione (Sul fronte ciò avviene spesso!). Così anche a Lourdes; solo che qui senti anzitutto che c'è Lei, la Madre di Dio, che è più grande e più potente e più bella e più fragrante e più forte di tutti quei giganteschi Pirenei che circondano Lourdes. Ella è lì in modo particolare ed io penso che tutti quelli che vi si trovano, anche se non credenti, devono sentire che c'è. (In "Luè" uscirà la recensione del romanzo Monsieur le Curè d'Oseron, nella quale ho tradotto un passo che si riferisce a questo fenomeno). Tu ti trovi allora a Lourdes accanto a Lei: Ella lì eleva la testa al di sopra dei Pirenei, nelle braccia tiene Dio - immagina: Dio che può frantummare l'una contro l'altra tutte queste stelle che brillano. Dunque, davanti a te sta Lei - questa è una sensazione di cui non puoi liberarti -, e migliaia di fedeli, di notte (ciascuno con la candela accesa in mano) in serpentina sale la collina e canta incessantemente Ave, Ave, Ave Maria. Ogni candela tremolante è un'anima che oggi, domani o fra qualche anno andrà da Lei. (Oh, verrà presto questo momento? viene da pensare, perché lì si ha un "pregustamento" del Cielo). Questa è la parte poetica.

         Di giorno centinaia di malati giacciono sulle lettighe, la gente a mani allargate prega ad alta voce il rosario e Gesù nel Santissimo Sacramento va da un malato all'altro, si china su ciascuno e lo benedice. Intanto un sacerdote grida: Seigneur, nous vous aimons, Seigneur nous vous adorons. Faites que je voie...ecc. (Talvolta qualcuno grida: Son guarito...Io sono arrivato due giorni dopo un miracolo e sono partito alcuni giorni prima dei nuovi miracoli. Quest'anno molti sono guariti). In quest'atmosfera spesso ti prende il timore, come quegli uomini del Vangelo.     

         Sì, a Lourdes ho imparato che cos'è il Rosario e da allora questo è il mio secondo miglior amico. Prima di Lourdes, confesso sinceramente, c'era in fondo all'anima un certo dubbio, una sensazione: se la mia preghiera non si rivolgesse a un fantasma della mia fantasia. Pregavo certamente, poiché se avessi smesso di pregare, ciò significava che non credevo nella Beata Vergine Maria. E allora, dove andare? Lascia il cattolicesimo, e tutto intorno a te è oscuro e brutto.

         Dunque, alla mia fede razionale Lourdes ha aggiunto il momento affettivo...

Parlo di me, perché ritengo che tutto il nostro Movimento - ed io sono figlio di questo Movimento - sotto l'aspetto religioso è molto razionalista. Per ogni minima cosa hanno bisogno dell'apologia per convincersi. Manca quel contatto di cuore a cuore con la Beata Vergine Maria, quel cieco amore di bambino che crede senza cercare mille argomenti per questa fede.

         Ciò che scrivo sono soltanto alcuni accenni, so però che tu mediti volentieri. Ritengo che supplirai da solo a quello che io ho omesso.

         Non sei anche tu un po' razionalista? Figlio del nostro Movimento!? So che è difficile soffrire, ma alcuni uomini hanno la vocazione di soffrire. Noi siamo il Corpo di Cristo, in cui sono quindi distribuiti vari ruoli. Alcuni devono soffrire per allontanare l'ira di Dio che dovrebbe riversarsi sull'ambiente. Huysmans chiamerebbe questi eletti "parafulmini mistici". Hai mai pensato che tu soffri per il nostro Movimento? Hai offerto le tue sofferenze al Signore Gesù per il Movimento? Il cattolicesimo non si diffonderà da noi se non ci saranno Operai, Oranti e Sofferenti. Questa è la legge della diffusione del Regno di Dio sulla terra. Il nostro Movimento ha prodotto finora solo il primo tipo (operai), e noi ci siamo formati nelle nostre anime l'ideale dell'Operaio per il Movimento cattolico. Abbiamo pregato di meno e abbiamo sofferto quando eravamo costretti. L'ultimo tipo è comunque il culmine, l'imitazione del sacrificio perfetto del Salvatore sulla Croce, e vedo nel nostro Movimento già un notevole numero di sofferenti. Poiché non esiste il caso, ritengo che sia nel piano della Provvidenza proprio questo, che conosciamo questo mistero della Sua vita: soffrire per gli altri.  

         In verità, è facile parlare della Croce, ma è difficile portarla. In ogni caso devi con tutte le forze pregare anche in seguito la Beata Vergine Maria (possibilmente medita ogni giorno tutto il rosario. Meditando il mistero doloroso: "che per noi ha portato la pesante croce", puoi seguire tutta la Via crucis) e devi prometterLe qualche cosa. (Ad es. che per tutta la vita reciterai quotidianamente una Corona o qualcosa altro). Nella promessa è importante che si tratti di un impegno concreto che rimarrai nel Suo servizio fino alla fine della vita. Forse Ella attende ciò proprio da te, perché pensa che tu potresti in breve tempo diventare negligente; questo impegno, invece, come una regola disciplina l'uomo nella vita religiosa.

         Questa è la mia opinione. Non so se abbia proprio indovinato la tua disposizione spirituale, ritengo però che la regolare e coerente meditazione è l'unico mezzo perché l'uomo sulla terra non perda mai l'equilibrio e di giorno in giorno (il futuro non è niente rispetto all'eternità!) lietamente con Cristo gioisca o con Lui soffra.

         […] Ti vuol bene e prega per Te il Tuo

                                                     Ivica

         Dr. med. S. Luca, 1921.

 

 

                                                                           7

 

         Lettera di Merz al prof. Marakoviæ, Parigi, 19 dicembre 1921.

 

         Caro Ljuba,

         […] Proprio durante il Congresso Internazionale, Šæetinec cadde gravemente malato e già pensavamo che sarebbe morto. L'appendicite è passata, grazie a Dio, ed egli si è già alzato. Fra qualche giorno il medico gli dirà se è necessaria l'operazione. Adesso è fuori pericolo e studia un po'. Capirà che non abbiamo partecipato al Congresso così attivamente come avremmo voluto e che non abbiamo potuto inviare dettagliati resoconti.[14]   

         A nostro giudizio il successo del Congresso sta nel fatto che i cattolici tedeschi hanno fatto conoscenza con quelli francesi. I rappresentanti dei cattolici tedeschi hanno entusiasmato gli stessi Francesi. Il dott. Hildebrand ad esempio è un convertito, il quale scrive nel periodico "Seele". Lei stesso conosce il dott. Metzger. I Tedeschi sono stati entusiasti, come dissi, dell'accoglienza di Marc Sangnier. E' un gran peccato che essi non siano venuti sufficientemente a contatto con i circoli ufficiali dei cattolici francesi, ai quali ogni azione con i Tedeschi è antipatica. Tuttavia è stato istituito un primo contatto e dipende dalla propaganda che i pregiudizi dell'una e dell'altra parte vengano rimossi.

         Al Congresso c'erano molti protestanti ed altri uomini "de bonne volonté". Si è dimostrato che i cattolici di tutti i paesi s'intendono presto, mentre gli altri non sanno esattamente quel che vogliono. Il fine ultimo di tutti è la pace mondiale:  per instaurarla bisognerebbe anzitutto creare un organo che unisse intorno a sé i cattolici di tutto il mondo, e un altro che, sulla base dei principi democratici, raccogliesse quegli uomini "de bonne volonté" ("On appartient à l'âme de l'Eglise, quoiqu'on en soit extérieurement separé, lorsque l'on se trouve excusé devant Dieu d'être et de perseverer dans une societé étrangère à l'Eglise, par la bonne foi ou par une ignorance invincible". Cat. du Conc. de Trente, 9ème article, Comm.). Il movimento di Marc Sangnier - a mio giudizio - va troppo lontano. Invece di raccogliere solo quegli uomini che appartengono all'anima della Chiesa, egli mescola cattolici e non-cattolici formali. Durante il Congresso i cattolici hanno subito sentito la coesione, si son scambiati gli indirizzi e sono entrati in contatto attivo, mentre in un certo senso si è notata la fredezza verso gli altri. (Tuttavia bisogna riconoscere che, ad esempio, tra gli Inglesi ci sono state delle magnifiche, nobili personalità). Il lavoro nelle singole sezioni e nelle conversazioni private ha mostrato - questo è un mio giudizio - che per un effettivo lavoro sarebbe opportuno creare una Internazionale Cattolica e una Internazionale Democratica, che allora coopererebbero. Per noi, comunque, è bene rimanere in contatto con Marc Sangnier perché egli di fatto raccoglie intorno a sé un notevole numero di organizzazio­ni cattoliche di tutto il mondo.

         L'altro giorno sono stato con il sig. Bourgoin, il quale Le fece visita a Zagreb. Da lui ho appreso che la politica francese in questo momento intende rafforzare gli Stati slavi, in modo che questi possano proteggere i Francesi dai Tedeschi. Per questo spendono molti soldi per la propaganda francese. Quanto a noi, vogliono proteggerci dal Governo di Belgrado. Ho ricevuto da lui (Bourgoin) la seguente statistica, che egli ha avuto dal sig. Kneževiæ nel Ministero di cultura. (Potrebbe servire per una interpellanza!).

         Borse di studio di Belgrado per la Francia:

Serbi 380, Bosniaci 1, Croati 0, Sloveni 5, Dalmati 0.

         Per l'Austria:

Serbi dalla Vojvodina 34, Bosniaci 72, Croati 103, Sloveni 120, Dalmati 25.

         Mi ha detto pure che l'anno prossimo verrà a Zagreb  qualche grande personalità per celebrare il 300E anniversario della nascita di Molière. Inoltre per Pasqua verrà in Francia la Scuola commerciale di Zagreb. Fra poco qui sarà fondato il "Comité des Amis de la Petite Entente", sempre con tendenze anti-tedesche.

         Negli ultimi tempi i Magiari hanno cominciato qui una brutta propaganda contro di noi. I cattolici simpatizzano con loro. Così ad es. il ministro francese a Budapest  M. Doulcet, cattolico, si impegna per loro. Da essi ci minaccia un vero pericolo perché non guardano le cose dal punto di vista etnico.

         Ho letto l'articolo di René Johannet nella "Revue française" del 3 luglio 1921. Non glielo mando perché è troppo superficiale e impacciato. Sig. Johannet vuole interessarsi di noi, e per sottolineare questa idea, scrive: "Partout, de toutes manières, nous devrons  représenter l'Etat Yougoslave comme un monstre indigne de l'Europe, nous devrons inviter les Catholiques à ne pas souscrire à ses emprunts, jusqu'à ce qu'un traitement équitable soit assuré à nos frères catholiques". […]

 

 

 


 


    [1] Cf. Diario di Merz, 12 febbraio 1921.

    [2] Nella lettera del Sabato Santo (26.III.) 1921, Merz scrive a Marakoviæ: «Union catholique d'études internationales si occupa degli studi che "concernent la protection des minorités ethniques et confessioneles" prevues par le pacte de la Société des Nations dont nous avons résolu de suivre les travaux". Mi chiedono una relazione "sur la situation religieuse" da noi».

    [3] Per suggerimento di Merz, Marakoviæ intendeva organizzare un'accademia in onore di S. Giovanna d'Arc, per la sua festa dell'8 maggio. Aveva quindi chiesto a Merz del materiale utile per tale scopo. L'accademia però dovette essere spostata al 29. - Merz aveva trovato in S. Giovanna d'Arc un modello ideale per il ramo femminile delle Aquile (Orlovska Sveza). Scrisse anche una breve biografia della Santa: La vita eroica di S. Giovanna d'Arc (v. Scritti di I. Merz).  

    [4] Cf. Diario, 23 aprile 1921.

    [5] Club degli studenti croati. Merz mette tutta l'attività propria e dei compagni sotto la protezione del Sacro Cuore.

    [6] A nome degli studenti stranieri Merz tenne questo discorso alla Conféderation nationale des Travailleurs chrétiens il 17 aprile 1921. L'autografo è conservato nell'Arch. Marakoviæ.

    [7] I primi 6 vescovi cinesi saranno consacrati nella basilica di S. Pietro il 28 ottobre 1926.

    [8] Il console francese a Zagreb era il sig. Jean de Berne-Lagarde.

    [9] Quando per il seguente anno scolastico saranno chieste borse di studio per tre studenti cattolici, uno di Banja Luka e due di Mostar, saranno negate dal Governo francese, come Merz informava il prof. Marakoviæ il 10 ottobre 1921, scrivendo in francese: «Le Gouvernement français l'a refusée motivant que le Gouvernement de Belgrade ayant protesté que l'on donnât des bourses à des Catholiques, lui, le Gouvernement français, s'est déclaré d'accord avec la protestation de notre gouvernement. Mettez nos députés au courent de cette affaire-là! (Je tiens ces informations de Mgr. Baudrlt (Baudrillart))».

    [10] E' stato pubblicato in "Hrvatska Prosvjeta" 1921, 9-10, pp. 274-287.

    [11] L'articolo di Merz dal titolo La vie e l'oeuvre d'un grand prélat de Yougo-slavie Mgr Antoine Mahniæ è stato pubblicato in "Les Amitiés Catholiques Françaises", Paris, N. 2 - 15 Juin 1921.

    [12] Merz non è potuto partire per il Congresso internazionale degli studenti cattolici a Friburgo, poiché la Legazione jugoslava gli aveva negato il visto, come risulta dalla sua lettera al dr. M. Beliæ, del 17 luglio 1921.

    [13] Petar Preradoviæ, poeta croato (1818-1872).

    [14] Il 5 dicembre Merz scrisse un articolo sul Congresso Internazionale dei Democratici Cristiani: Internacijonalni kongres kršæanskih demokrata, pubblicato sul giornale "Narodna Politika" di Zagreb, num. 279 del 10 dic. 1921, p. 2.