c a p i t o l o  xiii

 

                       LE AQUILE E L'ORGANIZZAZIONE DELL'AZIONE CATTOLICA CROATA

 

 

                                 

                                                             C. IL "CASO" DI SPLIT

                                                             

 

 

            Il presunto "conflitto" delle Aquile con il Vescovo di Split emerge dalla documenta­zione come una serie di malintesi, però nell'ambito locale. Ai malintesi possono aver contribuito vari fattori, non ultimo la disposizione psicologica del vescovo Bonefačić, difensore convinto del Seniorato, al punto da sostenerne il ruolo di prima, nonostante che la Conferenza Episcopale nell'ottobre precedente avesse chiesto la modifica dei suoi Statuti. Che poi il Vescovo non volesse nella propria diocesi i "dissidi di Zagreb" è comprensibile; ma si ha l'impressione che egli li temesse non da parte dei seniori, bensì da parte delle Aquile. Non per questo, come egli stesso espressamente dichiarava, era contrario alle Aquile. Sembra, tuttavia, che non conoscesse a fondo i problemi organizzativi delle Aquile, per cui non comprendeva quelli che li vedevano sul terreno; a lui premeva che non si facesse nulla, nemmeno un corso tecnico (ginnico), senza che egli o la Giunta diocesana ne fossero informati. Che la Giunta, poi, fosse quasi totalmente nelle mani dei seniori, per il vescovo ciò non era un problema, era invece un motivo di preoccupazione per l'organizza­zione delle Aquile. La Direzione dello HOS cercò di mettere le cose a posto, facendo presente al Vescovo, nella forma più che corretta e umile, il proprio punto di vista.

 

 

 

                                                                          22

 

           Lettera di don Ante Braškić al dr. Ivo Protulipac, Vranjic (Split), 9 novembre 1926. - Copia in Arch. Marz, F55 - 7.

 

            Il sac. Ante Braškić, nato nel 1891 a Gornje Selo (isola di Šolta), aveva studiato teologia a Padova. Fu ordinato sacerdote il 30 agosto 1914. Parroco di Vranjic (Split), negli anni '20 era uno dei più zelanti operatori nell'organizzazione delle Aquile. Era anche segretario del "Katolički Narodni Savez" (che si sarebbe trasformato in Giunta diocesana) a Split. Anche al suo zelo si deve se durante la Seconda guerra mondiale riuscì a salvare la gioventù della sua parrocchia dalle infiltrazioni comuniste. Lo pagò con la vita: morì infatti nel 1947 in seguito ai maltrattamenti subiti dai comunisti.

 

            Caro dottor Protulipac,

            Ieri mi ha chiamato il dr. Carević[1] per darmi una buona lezione. In atteggiamento di arbitro di tutta la situazione nel campo dell'Azione Cattolica, egli mi diceva: «In questi giorni leggiamo in diversi giornali che a Split si tiene il corso per le Aquile, ed io come parroco nel cui territorio ciò avviene non so nulla; anche l'ill.mo vescovo non sa nulla e si meraviglia che ciò si faccia senza ch'egli lo sappia; i nostri uomini, una trentina del seniorato del distretto di Split, che hanno anche fondato le Aquile, non vengono interpellati affatto ecc. In più, io come presidente del HKNS (Giunta diocesana) a Split non vengo consultato né informato, ma tu per conto proprio fai tutto questo e crei opposizione contro tutti. Ciò non si può permettere, ciò è contro tutte le norme dell'azione cattolica ed io ho protestato presso l'ill.mo vescovo, il quale mi ha detto che egli non permetterà divisioni né dissidi di Zagreb nella propria diocesi, bensì che tutto si deve fare d'accordo con noi. Noi (seniori) godiamo la piena fiducia del nostro vescovo, perché tutto il bene che esiste nel movimento cattolico nella nostra diocesi è opera dei seniori, pertanto il vescovo vuole che anche in avanti noi seniori guidiamo tutto, anzi egli ha già designato il presidente della Giunta diocesana dell'Azione Cattolica nella persona del dr. Ćiro Miličić. Tu sei presuntuoso e testardo e ti sei creato una situazione insostenibile». Questo è stato press'a poco il discorso battagliero che il dr. Carević mi ha fatto, ed è chiaro tutto quello che voleva dire.

            Lo stesso giorno ho riferito questo discorso al p. Perica,[2] come anche la lettera che ho ricevuto da Te. Ci siamo messi d'accordo e siamo andati noi due dal nostro vescovo. Gli abbiamo riferito tutto quello che ci ha detto Carević e gli ho letto la Tua lettera. Gli abbiamo detto che il corso delle Aquile è una questione interna della nostra organizzazione, la quale opera secondo gli statuti confermati dal nostro Episcopato. Organizzando il corso noi non abbiamo fatto nulla di straordinario, per cui crediamo di non essere stati tenuti a chiedere una autorizzazione speciale né dal parroco né dal vescovo; ma se Egli (vescovo) sa che secondo il nuovo ordinamento dell'Azione Cattolica bisogna farlo, noi ecco lo facciamo presente a Lui. Egli allora con riguardo ha cominciato a parlare con noi dell'attuale HKNS a Split, quale centrale di tutta l'Azione Cattolica, e come egli pensava che questa Giunta guidasse tutte le associazioni nella diocesi. Io l'ho contestato e l'ho convinto che lo HKNS non è stato finora una centrale né è strutturato come centrale di tutti i rami dell'Azione Cattolica, e quando sarà formato come tale, esso tuttavia non potrà intromettersi nella vita di un ramo dell'Azione Cattolica, dirigere tutta l'attività di un ramo, così che ad. es. questo non possa senza il suo permesso tenere un corso per la formazione dei propri membri. Il vescovo allora ha ceduto, sebbene contro voglia, e ha detto di non aver niente contro il nostro corso.

            Quando gli ho letto la Tua lettera, egli non ha reagito nemmeno con una parola, ma allora si è sviluppata una vivace, nervosa discussione sul Seniorato. Egli è molto entusiasta del Seniorato, perché (dice) ciò che certi individui hanno fatto in modo non corretto, non può essere imputato al Seniorato. Secondo il suo parere, il Seniorato deve avere una posizione eccezionale nell'Azione Cattolica e può rimanere nella sua struttura attuale, cioè quando agisce nell'Azione Cattolica è apolitico, e quando (agisce) come Seniorato nella sua forma precedente, può agire come finora. Nella sua diocesi il Seniorato è benemerito, ed egli non vuole demolirlo. Ha confessato di aver designato come presidente della Giunta diocesana dell'A.C. il dr. Miličić ecc. Gli abbiamo risposto come sapevamo, dicendo che in tal caso tutto rimarrà come prima, anzi il Seniorato si conferma ancora di più come padrone supremo. Abbiamo rilevato che il dr. Miličić non è per quel posto importantissimo di presidente dell'A.C., anzi, che la sua persona terrà lontano dall'Azione Cattolica l'altro clero, perché il dr. Miličić è troppo impopolare a causa della politica, e nemmeno ai dirigenti delle Aquile (che è il ramo più forte dell'A.C. nella diocesi) è persona grata per più ragioni. Noi abbiamo menzionato Donadini, che è ben visto nella diocesi e, sebbene esposto nel Partito Popolare, è più idoneo per quel posto... Dalle parole del vescovo abbiamo inoltre capito che l'Azione Cattolica non deve essere incolore, che il Barac, Ritig e la Comunità croata (Hrv. zajednica) distruggerebbe­ro tutto, che Kniewald è stato (giudicato) male davanti all'Episcopato[3] ecc. Merz è un sant'uomo, ma non pratico. Protulipac testardo, ugualmente capace, gli altri giovani nello HOS esaltati (zaneseni), ecc. In una parola, il nostro vescovo non è della nostra mentalità ma completamente di qualla dei seniori, così adesso i seniori si rafforzeranno ancora di più e in ogni ramo dell'A.C. riceveranno il ruolo di guida. Di conseguenza è sicuro il loro attacco all'assemblea generale distrettuale. E' triste che i nostri vescovi non vogliono ancora intendere l'Azione Cattolica nello stesso modo, bensì (vogliono) attuarla ciascuno per conto proprio, nonostante le decisioni comuni. Ciò vale certamente per il nostro (vescovo), a giudicare dalle sue dichiarazioni e da alcuni atti.

            Quando così da lontano gli abbiamo menzionato il Santo Padre, si è rivoltato perché si cerca di tirar dentro il Papa nelle nostre circostanze specifiche, tirandolo ciascuno dalla sua. Anche il Nunzio lo ha proibito, quando erano nella Conferenza (Episcopale).

            Quando gli dissi che io non volevo essere di ostacolo a nessuno e che sono disposto ad andare nella più remota parrocchia, ha abbassato la testa... Ecco la situazione attuale. Noi abbiamo contro di noi i seniori e il vescovo, e non si può (andare) avanti. Personalmente penso che la battaglia, almeno nella nostra diocesi, sia perduta... Penso sia opportuno ch'io mi dimetta dall'ufficio di segretario del HKNS... Quanto alla situazione nell'organizzazione delle Aquile non so cosa dire... L'attuale indirizzo delle Aquile difendiamo noi due o tre a Split, e se noi ci ritiriamo, bisogna abbandonare questo indirizzo e lasciare le Aquile nella nostra diocesi ai seniori...

            Personalmente sono tranquillo e prego Dio per ciascuno, specialmente per voi e i nostri vescovi... A tutti i cari fratelli, martiri del genuino pensiero cattolico nello HOS un fraterno saluto - Dio vive!                          Don Ante Braškić

 

 

                                                                          23

 

            Lettera di mons. Kvirin Bonefačić, vescovo di Split, alla Presidenza dello HOS, Split, 10 dicembre 1926. - Copia in Arch. Merz, F55 - 8.

 

            Se Braškić pensava di aver convinto il vescovo in merito al progettato corso delle Aquile si sbagliava, come risulta dalla lettera che il vescovo scrisse allo HOS due giorni dopo il loro colloquio. In essa accenna anche all'opuscolo di Marije Orelovsky (pseudonimo di fra Krsto Kržanić) sul Compito delle Aquile Croate, che lo HOS gli aveva fatto pervenire, in quanto era apparso nella sua diocesi (a Makarska) (v. infra, 24).

 

            Confermo di aver ricevuto la lettera del 4. c.m. L'opuscolo Zadaća Hrv. Orlovstva (Il compito delle Aquile Croate), appena ricevuto, è solo l'estratto dalla "Nova Revija" e, conoscendo i redattori, non posso pensare che esso contenga qualcosa di nocivo. Lo studierò meglio. Solo faccio sapere a tutti: Non cercate il pelo nell'uovo e non incaparbitevi senza ragione e vera necessità.

            Di nuovo leggo in diversi giornali che verso la fine di questo mese dovrebbe essere tenuto il corso delle Aquile a Split e a Komin nella mia diocesi. A me non era noto nulla in proposito, e il presidente dello HKNS (dr. Carević), chiamato e interrogato, mi dice che le altre volte tutto questo passava attraverso il KNS - che per adesso conduce tutti gli affari del movimento cattolico e dell'azione cattolica nella diocesi - e nei suoi locali e in parte a sue spese, rispett. dei suoi membri, ma che per questo corso non è stato contattato affatto. Né il segretario dello HKNS (Braškić) né l'assistente spirituale p. Perica hanno potuto darmi concrete e chiare informazioni.

            Io non voglio assolutamente che alcuno semini litigio e dissidio di Zagreb nella (mia) diocesi, perciò non permetto che sia tenuto alcun corso e in qualunque luogo della diocesi se non in pieno accordo con il HKNS diocesano e con me, con la partecipazione degli operatori locali, come ricordo che sia stato fatto l'ultima volta; perché, infatti, dovremmo evitarci?

            Dio vive! Dio benedica!

                                                                                                             Dr. Kvirin Bonefačić, vescovo  

 

 

                                                                          24

 

            Lettera dello HOS al vescovo Bonefačić, Zagreb, 17 novembre 1926. - Copia in Arch. Merz, F55 - 10.

 

            La Direzione dello HOS cerca di far presente al vescovo che l'organizzazione delle Aquile nel suo funzionamento interno è autonoma rispetto alla Giunta diocesana, e questo ordinamento non può non essere uguale in tutte le diocesi.

 

            Illustrissimo Signore,

            […][4] Quanto al funzionamento delle Giunte diocesane (HKNS) noi avevamo in mente la decisione della Conferenza Episcopale del 1925: «Tutte le organizzazioni cattoliche, tali quali esistono nelle diocesi, vanno mantenute e aiutate, devono però collegarsi in una forte cooperazione sotto il Consiglio superiore dell'Azione Cattolica, con sede a Zagreb» (Katolički List del 22.XI.1925). Nella lettera che lo HOS ha ricevuto il 27.II.1926 (Num. 27) dall'ill.mo sig. dr. Akšamović abbiamo visto l'applicazione di questa decisione della Conferenza. Nella lettera è scritto testualmente: «Il mio desiderio è che le grandi organizza­zioni professionali centrali, che insieme costituiscono l'Azione Cattolica, siano coordinate in modo che tale coordinazione non interferisca nella struttura interna di queste organizzazioni­ professio­na­li...Da quanto finora detto è chiaro che sosteniamo la piena autonomia della Lega Croata delle Aquile nell'ambito dell'Azione Cattolica...».

            Secondo queste direttive è elaborato tutto l'ordinamento giuridico dell'organizzazione delle Aquile (Regolamento) e secondo questo le Aquile hanno agito da noi fin dalla propria fondazione.

            Noi ci rivolgiamo a Lei, Illustrissimo Signore, come figli al proprio padre assicurandoLa che per noi la norma suprema del nostro lavoro sul territorio della Sua diocesi è il Suo desiderio e il Suo paterno consiglio. Così pure come a padre Le esponiamo le nostre difficoltà che incontriamo, giacché ci è affidato il compito di dirigere il movimento delle Aquile sul territorio di tutte le diocesi, dove le condizioni spesso sono molto diverse, e perciò prima di poter anche solo pensare a recedere dalla prassi finora seguita, desideriamo avere consigli anche da altre regioni, perché anche il minimo cambiamento nel territorio di una diocesi si ripercuote al tempo stesso in tutte le altre diocesi in cui le Aquile operano.

            Anche per il futuro raccomandiamo il nostro lavoro e i nostri sforzi nelle Sue preghiere di pastore, baciando la mano consacrata in segno di filiale devozione

            Nel SS.mo Cuore devotissimi[5]

 

 

                                                                          25

 

            Lettera del vescovo Bonefačić alla Presidenza dello HOS, Split, 19 novembre 1926. -Copia in Arch. Merz, F55 - 11. 

 

            La risposta del vescovo è immediata. Egli non è contro le Aquile, ma contro chiunque crei dissidi nelle file dei cattolici; la "lezione" però la dà alle Aquile...

 

            Al ritorno dalla visita canonica ho trovato la Vostra lettera alla quale, sebbene anche troppo occupato, rispondo e scrivo personalmente.

            Sottolineo che non sono contro le Aquile, anzi, tutto al contrario. Unicamente non voglio, specialmente adesso che si cerca di ordinare formalmente l'A.C., contese e dissidi nelle file di coloro che vogliono lavorare per la causa cattolica. Condanno e deploro ogni tale tentativo e passo, da qualunque parte venisse, perché proviene certamente da quello che Civardi (nel Manuale di Azione Cattolica, p. 104) bene descrive: "la superbia collettiva" ossia quel soverchio attaccamento alla propria associazione, quell'esagerato spirito di corpo", che non ci lascia vedere nulla al di là o al di sopra della nostra associazione...La superbia collettiva - come facilmente si comprende - è nemica non solo della disciplina ma pure della concordia. Questa malattia poi attecchisce nei grandi come nei piccoli ambienti, e forse in questi più che in quelli... Bisogna che i dirigenti e soprattutto il Parroco siano ben pronti a curare questo male, se non vogliono piangere più tardi le rovine, sempre riparabili. E a questo scopo potrà essere utile l'intervento degli organi coordinatorii (Consiglio parroc. e Giunta dioces.)".

            Tutte queste parole non saranno adesso (valide) per questa nostra questione, ma poiché di questa debolezza ce n'è troppa da noi Croati, è bene che stiamo all'erta fin dal principio. Dobbiamo guardarcene nella nostra A.C. Siamo pochi, non dobbiamo quindi imporci gli uni agli altri e litigare, ma lavorare d'accordo il più possibile, perché ogni litigio diventa uno scandalo per il popolo, consuma tutte le energie, spreca il tempo, e cui bono? Per la gioia degli avversari e a danno della buona causa cattolica!

            Io ho detto al segretario del KNS Braškić, quando abbiamo parlato di nuovo dell'ordinamento dell'A.C. nella diocesi, che si procederà alla realizzazione e alla ristrutturazione del comitato del KNS non appena le circostanze saranno mature e lo permetteranno, nel frattempo tutto rimane come prima e tutto è diretto dal KNS quale è adesso. Così, penso, è stato fino all'ultimo momento. Questo è, quanto alle Aquile, conforme con la decisione del comitato del HKNS del 6.VII.1926, quando si è trattato di aiutare il distretto delle Aquile a Split. Allora è stato deciso che ci fosse un rappresentante del HKNS, con voto consultivo, nel distretto delle Aquile a Split, il quale avrebbe tenuto informato il HKNS. Il segretario del KNS, stipendiato da questo, sbriga gli affari anche del distretto delle Aquile nella mia cancelleria vescovile, e se non ci fossero altre ragioni, già questa sarebbe sufficiente perché quelli quorum interest fossero informati di ciò che si vuol fare. In teoria si sottolinea l'autorità e la potestà dei vescovi, senza i quali non si fa nulla, mentre nella prassi si fa diversamente. Siccome nel caso concreto, volendo o nolendo, non si è fatto secondo la solita prassi, consideratis considerandis potevo pensare o temere che nei corsi, annunciati dai giornali, potesse accadere qualcosa di non desiderato. Tanto più lo potevo temere, perché per Ognissanti è venuta da Zagreb a Split una persona, che non ho visto né si è fatta vedere da altri, per cui questa visita è rimasta misteriosa. Perciò ho ritenuto opportuno e necessario, nella risposta alla Vostra lettera del 4. c.m., dire la mia anche del corso progettato. […][6]

            Dio vive e benedica!

                                                                                                             Dr. Kvirin Bonefačić, vescovo  

 

 

 

                                                                          26

 

            Lettera di Ivan Merz a don Ante Braškić, Zagreb, 7 dicembre 1926. - Copia in Arch. Merz, F55 - 6.

 

            Alla lettera che Braškić aveva scritto al dr. Protulipac (v. sopra, 19) rispose Merz, cercando di sgonfiare le preoccupazioni dell'amico.

 

            Caro Reverendo,

            Protulipac mi ha affidato di rispondere alla Sua ultima lettera.

            La situazione non è così difficile come sembra a Lei. La lotta si trasferisce sul campo legale: sul campo della Giunta diocesana. Benché questa lotta sia per noi più difficile, tuttavia è legale, almeno formalmente. Perciò dobbiamo curare perché l'Azione Cattolica si edifichi nel vero spirito. I principi corretti devono vincere e pertanto dobbiamo essere ottimisti.

            Le invio le Norme, che significano una ulteriore tappa nell'edificazione dell'A.C. In questi giorni la Presidenza le discuterà e le invierà agli Ordinari. Da esse vedrà che non si può parlare di qualche divisione dell'organizzazione delle Aquile per mezzo delle Giunte diocesane. Alcuni seniori forse pensavano che l'Azione Cattolica avrebbe dato alla Giunta la possibilità di guidare le associazioni nel territorio diocesano indipendentemente dalle centrali nazionali professionali. Questo è un non senso, che significherebbe la distruzione della stessa Azione Cattolica. Così ad es. Vlaho sottolienava che essi volevano l'azione della gioventù qual'è in Italia, dove la direzione sarebbe diocesana. Egli però è male informato: il vescovo è padrone, ma egli delega la sua potestà all'organizzazione professiona­le nazionale, mentre alla Giunta diocesana delega tanto quanto è necessario perché l'Azione Cattolica sia coordinata nel territorio della diocesi.

            La formulazione di queste Norme è secondo il Civardi, al quale si appella il vostro vescovo e Ćiro Miličić nel "Jadran", sebbene io sia convinto che Ćiro non ha nemmeno letto il Civardi.

            Se aveste qualche osservazione a queste Norme, informateci subito.

            Vi mando gli statuti della Parrocchia, della Diocesi e della Centrale dell'A.C. In questi statuti bisogna cambiare alcune cose, perché sono stati elaborati un anno fa.

            Quanto al Seniorato, bisogna assolutamente attenersi alle decisoni della Conferenza Episcopale, cioè esso diventi un'organizzazione dell'Azione Cattolica, senza alcuna posizione privilegiata, (cioè) come alcuni dicono che diventi un organo consultivo dell'A.C. Per ora ciò non è opportuno, tanto più che non è ancora del tutto risolta la questione dei sacerdoti nel Seniorato.

            Penso che occorra assolutamente attenersi allo Schema del vescovo Akšamović.[7] Queste associazioni degli uomini e delle donne che esistono da voi, bisogna iscriverle nella Lega degli Uomini cattolici e nella Lega delle Donne cattoliche. Siccome non sappiamo se qualcuno stia elaborando gli statuti, faremo noi un progetto per l'associazione, per il distretto e per la Lega...

            Quanto alle elezioni, dipende dalle circostanze locali. Anche da altre parti abbiamo avuto domande. In linea di principio la nostra tattica dev'essere: chi è impegnato nelle Aquile non deve esporsi nell'azione politica. C'è il pericolo che sfasciamo ciò che con tanta fatica abbiamo costruito. Anche in questo caso, la cosa miglior è che vi mettiate d'accordo con l'ill.mo vescovo, e se egli vi dice che queste elezioni regionali (oblasni izbori) toccano "l'altare, la religione e la morale", seguite le sue istruzioni. Penso che anch'egli vi consiglierà di non segnalarvi nell'azione politica, ma di lasciare questo affare ai laici che non occupano posti di rilievo nell'organizzazione delle Aquile. Ecco, questo in fretta.

  Al p. Perica - al quale risponderò non appena la sua lettera maturerà nella mia anima -, a Dalibor (Pušić) e a Lei invio i miei cordiali saluti

                                                     nel SS.mo Cuore dev.mo  (I.M.)

 

 

 

 

 

                                                                          27

 

             Lettera della Presidenza dello HOS al vescovo Bonefačić, Zagreb, 13 dicembre[8] 1926. - Copia in Arch. Merz, F55 - 9.

 

             Alla lettera del vescovo Bonefačić del 19 novembre lo HOS dava questa dettagliata risposta di ben 9 pagine dattiloscritte; noi ne  riportiamo gli estratti essenziali.

             All'inizio si accenna all'articolo di Marije Orelovsky (pseudonimo di fra Krsto Kržanić) Zadaća Hrvatskog Orlovstva (Il compito delle Aquile Croate), apparso sulla rivista di Makarska "Nova Revija" 1927/I, e come opuscolo a parte. Quando Merz ebbe questo opuscolo ne fece una minuziosa analisi, scrivendo in due colonne: in una riporta gli estratti dell'opuscolo, nell'altra le proprie osservazioni, così per 42 pagine.[9] Rispondendo poi a una lettera di fra Karlo Eterović, di Sinj, affermava: «Secondo il mio giudizio l'opuscolo vale assai poco e pullula di inesattezze e di espressioni imprecise. Mi dispiace di doverlo dire, perché so che l'autore ha uno stile brioso che piace alla gioven­tù».[10] Una relazione sull'opuscolo era pronta per essere allegata alla lettera dello HOS al Vescovo, del 4 novembre (cf. sopra, 23), ma per una svista della segreteria allora non fu spedita.

             Il resto della lettera al Vescovo è dedicato al rapporto delle Aquile con la Giunta diocesana di Split e ai progettati corsi delle Aquile che furono all'origine del malinteso.

 

             Illustrissimo Signore,

             Abbiamo ricevuto la lettera della Signoria Vostra Illustrissima del 20 (leggi 19).XI.1026. e riteniamo nostro dovere rispondere alla V. S. Illustrissima.

             Cercheremo, nei limiti del possibile e secondo la nostra coscienza, di presentare alla S. V. Illustrissima lo stato delle cose così come noi lo vediamo, e Vi preghiamo di perdonarci se ci dilungheremo nei dettagli, giacché l'importanza della materia esige da noi di chiarire pienamente la questione.

 

             Opuscolo "Zadaća Hrv. Orlovstva" (Il compito delle Aquile Croate).

             Ci dispiace molto che questo opuscolo sia uscito in un periodico così distinto com'è la "Nova Revija". L'opuscolo in verità costituisce un attacco alle radici dell'intera nostra organizzazione delle Aquile. Siamo convinti che esso è contrario anche all'Azione Cattolica quale viene ordinata dalla Chiesa e da noi attuata dall'Episcopato. Nell'allegato A) noi abbiamo esaminato questo opuscolo e le sue inesattezze, e solo per un errore della (nostra) cancelleria questa recensione non è stata allegata alla lettera indirizzata a V. S. Illustrissi­ma. In base a questa analisi abbiamo ritenuto nostro dovere attirare l'attenzione di V. S. Illustrissima su tale questione. Avevamo davanti agli occhi gli interessi dell'Azione Cattolica e il prestigio dell'Episcopato riguardo alle sue direttive. Siamo persuasi che la "Nova Revija" non voleva pubblicare inesattezze, pensiamo però che queste siano state di fatto pubblicate e vi figurano. Come centrale delle Aquile abbiamo creduto nostro dovere adoperarci perché queste inesattezze sulle Aquile non vengano diffuse, per di più da una tribuna non competente. L'autore dell'opuscolo, è vero, non dimora nel paese e vediamo che conosce assai poco l'organizzazione,[11] che ha i suoi principi e il programma operativo stabilito nel mondo (Ceccoslovacchia, Slovenia), pertanto è insolito che in quel modo venga creata la confusione nelle file della nostra organizzazione. Ecco, Illustrissimo, queste sono state le ragioni per cui ci siamo rivolti a V. S. Illustrissima, temendo conseguenze negative. Se abbiamo sbagliato, ci dispiace molto e preghiamo di scusarci, perché non avevamo cattive intenzioni.

 

             L'organizzazione delle Aquile e lo H.K.N.S.

             Prima che fosse fondata la Lega Croata delle Aquile, dell'azione per la gioventù tanto in Dalmazia come in altre regioni croate si occupava in verità anche lo H.K.N.S.[…]

             Sul territorio della diocesi di Split già nel 1921 e 1922 le succursali dello HKNS nell'azione per la gioventù agivano secondo le istruzioni delle centrali di allora per la gioventù: Omladinski Savez (Lega della Gioventù) e Orlovski Podsavez (Lega delle Aquile). Ma anche queste centrali dirigevano direttamente le proprie associazioni. Dopo che era stato fondato lo HOS, si è cominciato a lavorare in tutte le regioni perché l'organizzaz­ione delle Aquile fosse ordinata tecnicamente (professionalmente) così come in genere essa è ordinata nel mondo. […] Partendo da questo punto di vista...lo HOS fondava ovunque nelle diocesi i suoi distretti delle Aquile. Questi distretti hanno ricevuto ovunque dallo HKNS nelle proprie mani l'azione per la gioventù. Ciò è avvenuto anche a Split. Il rev.do Butković già allora desiderava che lo HKNS fosse riorganizzato in modo da essere una centrale di coordinamento di tutte le attività, ma ciò era prematuro. Questo si sta realizzando oggi. In quel tempo, quando lo HOS si era riorganizzato, ci fu per qualche tempo un contrasto tra lo HKNS di Split e la Lega delle Aquile a causa dell'organizzazione della gioventù. […] Questo contrasto fu felicemente superato nei primi giorni di luglio del 1924 in occasione del soggiorno del dr. Protulipac a Split. Nella seduta dello HKNS di Split fu deciso e firmato da ambo le parti che l'organizzazione della gioventù è sotto la competenza dello HOS, che fonderà a Split il suo distretto... Da allora lo HKNS di Split non si è occupato affatto dell'organizzazione della gioventù a Split, in modo particolare delle Aquile, e tutto il lavoro fu assunto dal distretto delle Aquile a Split, che era stato fondato subito dopo.

             (Vengono quindi descritte le difficoltà organizzative che incontrava il distretto delle Aquile a Split, per mancanza di uomini, così che lo HOS dovette impegnarsi direttamente nel­l'organizza­zione dei corsi, mandando da Zagreb i suoi uomini e a proprie spese).

             Lo HKNS non solo non si curava di questi corsi, ma nessuno ci pensava nemme­no […]

 

             I corsi di quest'anno.

             Nel desiderio di rendere più autonomo il lavoro del distretto e delle associazioni di Split, anche quest'anno volevamo organizzare due corsi di otto giorni nel territorio del distretto di Split. Questi corsi sono stati concordati un anno fa nell'assemblea generale distrettuale a Split.[…]

             Abbiamo costatato:

             1. che tutti i corsi nel territorio del distretto di Split ... sono stati tenuti dal distretto delle Aquile locale sotto la guida dello HOS, e che la Lega delle Aquile e il distretto hanno organizzato tutto. Lo HKNS non si è opposto a questo, bensì ha appoggiato volentieri questi corsi, e tutti erano d'accordo che fossero guidati dallo HOS rispettivamente dal distretto delle Aquile;

             2. che tutti i corsi in programma per la fine di novembre di quest'anno sono stati concordati già un anno fa, decisi dal distretto e dallo HOS e a lungo preparati, e che rimaneva solo da stabilirne la data; 

             3. che questi corsi, come anche i precedenti, sono stati preparati dal distretto e dallo HOS.

             Dopo la relazione che a V. S. Illustrissima aveva dato il dr. Protulipac (a Metković durante il raduno delle Aquile nell'estate del 1926) non abbiamo creduto opportuno disturbarLa di nuovo con tale questione. I corsi, per l'organizzazione delle Aquile sono un normale affare corrente e finora noi non informavamo gli ill.mi signori vescovi di questi corsi, perché li consideriamo affari ordinari, come la ispezione delle associazioni, la corrispondenza, le manifestazioni, le accademie ecc. senza una caratteristica particolare che richiedesse una speciale informazione (per i vescovi). Se avessimo saputo che V. S. Illustrissima voleva essere di nuovo informata, l'avremmo fatto senz'altro. Non abbiamo informato lo HKNS perché non lo facevamo nemmeno prima quando si trattava di un affare interno, quotidiano e ordinario della nostra organizzazione. Come conferenzieri e guide di questi corsi sono stati scelti i nostri operatori tecnici delle Aquile.... Questi corsi prevedono poche conferenze di carattere generale, per le quali possono essere impegnati gli uomini che non lavorano nel campo tecnico nell'organizzazione della Aquile... Non volevamo né vogliamo escludere nessuno.[…] Da noi non c'è stata alcuna animosità.

             Quando V. S. Illustrissima ci ha comunicato la Sua obiezione, subito abbiamo telegraficamente disdetto in tempo i due corsi, quelli a Komin e a Split. Abbiamo dovuto farlo, perché non potevamo più organizzare un corso su altre basi, né abbiamo altre forze capaci di condurre i corsi. Per noi è stato penoso di farlo, perché questi corsi ci hanno costato molti sacrifici […], ma sappiamo che abbiamo il dovere di ubbidire a V. S. Illustrissima e fare così.

             Illustrissimo Signore,

             Nessun dissidio di Zagreb volevamo introdurre nella Sua diocesi. Noi eravamo persuasi di aver ovunque, e specialmente nella Sua diocesi, lavorato molto secondo le nostre forze. Sappiamo pure che nelle Aquile della Vostra diocesi non ci sono litigi né dissidi. Almeno non per nostra volontà. I dirigenti del distretto delle Aquile di Split erano in tutto d'accordo con noi. E questi dirigenti sono stati eletti quando non c'erano litigi e dissidi nel movimento cattolico. Il nostro distretto a Split si è formato con difficoltà, in esso si sono succeduti tutti gli intellettuali cattolici di Split. Non hanno resistito nel lavoro, e sono rimasti quelli che ora sono nel comitato del distretto. Essi fanno quello che le Aquile fanno ovunque e che, a nostro parere, devono fare se si vuole il successo.

             Quando sono sorte le controversie nell'organizzazione cattolica, noi le abbiamo sottoposte all'Episcopato perché ne trovasse la soluzione. Siamo sinceramente convinti della necessità che i nostri vescovi prendano in mano la suprema direzione della grande azione rinnovatrice. Molti seniori ci osteggiavano proprio per questo, perché insistevamo su questo principio, noi però sapevamo che per questa grande idea bisogna anche soffrire. Ed essa ha vinto. L'Episcopato come guida suprema dell'Azione Cattolica ha risolto le controversie pendenti e le questioni discusse. Tutti ci siamo rallegrati dei nuovi bei giorni di lavoro e di collaborazione. Tutti i membri dello HOS hanno indirizzato al Seniorato subito dopo la Conferenza Episcopale una lettera comune in cui abbiamo pregato che fosse attuata la più stretta collaborazione e amore reciproco. Alleghiamo la lettera in copia. Non abbiamo trovato risposta. L'assemblea generale del Seniorato ha respinto la mano dei fratelli e come risposta sono stati esclusi dal Seniorato altri operatori delle Aquile in provincia. Alcuni nella Sua diocesi. Perché? Nessuno li ha sentiti né interrogati. Nessuno ha addotto qualche colpa. Noi avvertiamo che esiste la tendenza in una cerchia dei seniori di allontanare dalle Aquile tutti quelli che da anni vi lavorano, e ciò ad ogni costo, anche se dovesse essere demolita l'organizzazione delle Aquile. Lo percepiamo ad ogni passo... Siamo sicuri che i nostri vescovi proteggeranno come finora quell'azione che ha portato i suoi frutti. Siamo sicuri che non saranno allontanati dalle loro organizzazioni gli operatori delle Aquile in provincia, i quali hanno creato questa organizzazione... Noi rispettiamo il lavoro di ognuno in tutti i campi dell'Azione Cattolica e del movimento cattolico, ma pensiamo che sarebbe ingiusto e fatale, per volontà di una parte del Seniorato allontanare i nostri Braškić, Radić, Gunčević ecc. Perciò noi stiamo con loro, e con loro è l'intera organizzazione delle Aquile. Con questo non si nega agli altri di lavorare nel movimento cattolico. Noi preghiamo V. S. Illustrissima di proteggere come finora gli operatori delle Aquile nella Sua diocesi.

             Noi continueremo ad andare per la strada indicata dalla Chiesa nell'Azione Cattolica. L'ecc.mo signor arcivescovo dr. A. Bauer ci ha comunicato la decisione della Conferenza Episcopale sull'Azione Cattolica. Secondo questa comunicazione, che ci ha dettagliatamente illustrato in questi giorni l'ill.mo vescovo dr. Akšamović, nell'Azione Cattolica rimane l'organizzazione delle Aquile così come era finora, con gli stessi ordinamento e programma operativo. Per la coordinazione con altri rami dell'A.C. i nostri distretti saranno rappresenta­ti per mezzo dei propri delegati nello HKNS (Giunta diocesana) quale centrale di coordinamen­to diocesana. Queste centrali di coordinamento diocesane hanno il compito di seguire il lavoro dell'organizzazione senza interferire nel suo lavoro organizzativo autonomo e nell'ordinamen­to di queste organizzazioni. Di conseguenza anche i nostri distretti operano interamente nell'ambito lavorativo come finora, e questo ci è stato particolarmente sottolineato.

             Così noi intendiamo anche la lettera di V. S. Ill.ma in merito allo HKNS. In questo HKNS, quando esso sarà stato organizzato come centrale di coordinamento, entrerà anche il nostro distretto delle Aquile allo scopo di coordinamento. Nel frattempo, pensiamo, rimane lo stato attuale, in seguito poi il nostro distretto nelle sedute dello HKNS riferirà del lavoro delle Aquile. Noi, dunque, immaginiamo lo sviluppo dell'organizzazione nel territorio della diocesi di V.S. Illustrissima come anche altrove nelle altre diocesi. Riteniamo che V. S. Illustrissima non desideri che l'associazione della gioventù nella Vostra diocesi sia organizzata diversamente e non secondo il sistema della Lega delle Aquile, e che le funzioni della Lega delle Aquile, rispettivamente del suo distretto, dovrebbero essere assunte da un'altra organizzazione, ossia dallo HKNS, che finora non svolgeva questi lavori e funzioni e che, riteniamo, non rientrano nell'ambito della sua competenza. Ma se V. S. Illustrissima lo desidera, noi ovviamente verremmo incontro anche a questo desiderio e nel territorio della diocesi di V. S. Illustrissima scioglieremmo l'attuale tipo delle nostre associazioni, per permettere l'introduzione di un altro tipo. Solo non potremmo nella Sua diocesi guidare le Aquile diversamente che altrove, secondo il sistema delle Aquile, perché ciò significhereb­be lo sfacelo dell'organizzazione delle Aquile croate in altre diocesi e un tale cambiamento sostanziale per cui essa cesserebbe di essere quello che è. E' nella natura dell'organizzazione delle Aquile il suo attuale ordinamento, che è comune a tutte le organizzazio­ni delle Aquile nel mondo, e secondo questo ordinamento essa svolge il proprio lavoro, dalla Lega direttamente attraverso i distretti fino alle associazioni, in un'unico legame e nell'unica disciplina. Poiché l'ultima Conferenza Episcopale ha ordinato alla nostra Lega di promuovere, come finora, l'organizzazione unitaria in tutte le diocesi, pensiamo che V. S. Illustrissima non desideri che nel territorio della diocesi di Split applichiamo altri principi, rispettivamente liquidiamo l'organizzazione. Noi però siamo disposti ad accontentare ogni desiderio di V. S. Illustrissima ed attuarlo senza discussione.

             Illustrissimo, La preghiamo di considerare questa lettera solo come il nostro desiderio di esporre la nostra modesta opinione, che non necessariamente deve essere corretta; da parte nostra desideriamo lavorare sotto la direzione della Sua diocesi e adempiere ogni (Suo) desiderio e consiglio nei limiti del possibile.

             Nel SS.mo Cuore devotissimi

             Presidente                                Assistente spirituale                                              Segretario

             (Protulipac)                              (Mons. Milan Beluhan)                                           (Ivan Merz)

 

 

                                                                          

 

                                                                          28

 

             Lettera di Ivan Merz al vescovo Bonefačić, Zagreb, 21 maggio 1927. - Copia in Arch. Merz, F55 - 19.

 

             Nella primavera del 1927 ci fu un'altra occasione di divergenze tra il Vescovo e i dirigenti delle Aquile di Split. Per l'8 maggio era stata fissata l'assemblea costituente del HKNS diocesano. Il sac. Braškić, scrivendo a Merz il 25 aprile, auspicava la sua venuta a Split, o il suo incontro con il vescovo Bonefačić a Zagreb, da dove sarebbe passato, diretto a Subotica per la consacrazione episcopale di mons. Budanović. Braškić riferiva la statistica delle associazioni cattoliche nella diocesi di Split: il Distretto delle Aquile contava 20 associazioni maschili e 7 femminili; c'erano poi 3-4 associazioni di uomini che (nell'assembl­ea) avrebbero votato con le Aquile. I seniori invece avevano una associazione maschile e una femminile (5 membri!), una associazione di signore "Danica" e una associazione di studenti medi, in tutto 4 associazioni. «Tuttavia credo, (anzi) sono convinto - scrive Braškić - che essi (i seniori) avranno nelle mani tutto, perché il vescovo lo vuole. Noi non possiamo esporre niente al vescovo, perché questo è per Lui il più grande tormento... Se puoi, cerca il nostro vescovo quando viene a Zagreb... Sa­rebbe bene che gli dicessi qualche cosa sul congresso degli studenti a Split, accennando che le Aquile non vi parteciperanno. In genere spiegagli la nostra posizione verso lo HKNS e il Seniorato, che vuole trincerarsi in questi comitati diocesani del HKNS ed essere nostro padrone, il che noi non permetteremo mai».[12]

             Merz di fatto incontrò il vescovo a Zagreb e il 1 maggio scrisse la risposta a Braškić. Diciamo "scrisse", perché non sappiamo se l'abbia spedita, in quanto il foglio conservato nell'Arch. Merz, riempito a macchina con il nastro rosso, sembra essere l'originale;[13] manca però la solita chiusa. Non è improbabile che la chiusa sia stata aggiunta a mano sulla copia e questa sia stata spedita a Braškić. Comunque, dalla lettera sappiamo che Merz ha incontrato il vescovo Bonefačić a Zagreb, il quale «Ha detto che sarebbe contento se alla testa delle Aquile di Split fosse una personalità rappresentativa, poiché le personalità rappresentati­ve sono alla testa del Sokol jugoslavo e del Sokol croato. Ha detto di aver pensato alla possibilità che più cittadini ragguardevoli si riunissero nell'organizzazio­ne delle Aquile, per paralizzare il Sokol, che pure raccoglie cittadini ragguardevoli. Ho osservato che le Aquile sono in sostanza una organizzazione giovanile e che sarebbe meglio fondare a Split una Associazione di uomini, in cui si troverrebbero i più stimati cittadini. Pare che l'Illustrissimo sia rimasto d'accordo. - Quanto allo H.K.N.S., dice di aver fatto sondare il terreno per vedere chi sarebbe il più idoneo per il posto di presidente, perché deve essere una personalità politicamen­te neutrale, essendo costì tutti diffidenti a causa della politica... Alcune osservazioni: E' vero, il vecchio Seniorato vuole avere nelle sue mani l'Azione Cattolica, cioè i posti più importanti nei comitati della Giunta centrale e delle Giunte diocesane, per essere così il padrone dell'A.C. Ciò non ci deve preoccupare affatto, perché abbiamo i principi ecclesiali e sappiamo esattamente ciò che vogliamo ottenere. Il Seniorato è sulla via sbagliata; ciò che esso sostiene, non solo non è ideologia ecclesiasti­ca, ma si è allontanato del tutto dall'ideologia di Mahnić e si serve di mezzi illeciti.

             (Merz cita alcuni testi di Mahnić, mettendoli a confronto con la prassi diversa del Seniorato; cita quindi e­sempi concreti di scorrettezze nei riguardi delle Aquile, per concludere:)

             Tutto ciò è noto all'ecc.mo arcivescovo, il quale ci ha detto di essere tranquilli e pazienti e che Dio benedirà il nostro lavoro. Da tutto ciò è chiaro che l'ideologia del Seniorato ha deviato e che il Movimento cattolico (l'Azione Cattolica e l'azione economica) devono stare sotto il controllo della Chiesa, indipendenti dal partito politico».

             L'8 maggio ci fu nel palazzo vescovile di Split l'assemblea costituente del nuovo HKNS (Giunta diocesana dell'A.C.). «E' stata burascosa» - scrive il p. Perica a Merz, il 10 maggio.[14] Dopo il discorso del vescovo sul nuovo HKNS, è seguita la lettura degli statuti (progetto del Seniorato) e alcune osservazioni del p. Perica. «Nessuna delle nostre proposte è stata accolta. Nel nuovo comitato non è stata ricevuta la delegata delle Aquile (ragazze) designata secondo il Regolamento, ma essi hanno preso la loro. E' stato designato il delegato degli studenti medi senza che le Aquile studenti siano stati interpellati... Si è discusso se questa era l'assemblea costituente o l'ill.mo vescovo ha (soltanto) nominato un comitato promotore - come noi sostenevamo, ed anche alcuni dei loro. Al che don Ante Braškić, prima della chiusura, disse che è stato designato solo un comitato promotore. Per questa osservazione ha avuto dal vescovo una pubblica ammonizione per mancato rispetto dell'autorità. Spero che l'Illustrissimo, in seguito al mio intervento, si sia reso conto dell'innocenza di don Ante in proposito... La Sua (di Merz) venuta (a Split) sarebbe desiderabile, se non anche necessaria... Spero nel Cuore Divino che anche questa prova sarà felicemente superata...».

             L'"incidente" avvenuto nell'assemblea fu gonfiato da "Narodna politica", il che ovviamente impensierì lo HOS. Il 21 maggio 1927, quindi, Merz scrisse al vescovo Bonefačić la seguente lettera:

 

             Illustrissimo Signore,

             Si può pensare e dire ciò che si vuole sulla natura degli obiettivi e sui motivi che io e i miei compagni abbiamo nei nostri sforzi attuali intorno all'organizzazione dell'Azione Cattolica, io sono convinto che noi serviamo una causa buona senza alcun interesse personale o odio.

             Tutto quello che abbiamo fatto, l'abbiamo fatto nella migliore intenzione di servire la santa Chiesa e la grande missione, (cioè) che al nostro Episcopato e al clero nell'Azione Cattolica sia dato il posto che secondo il comandamento di Dio loro spetta. Proprio per questo ritengo di dover, come persona privata, informarLa su alcuni punti di vista relativi agli avvenimenti dell'ultima assemblea della Giunta diocesana di Split. Lo faccio in forma strettamente privata e solo per la persona di V. S. Illustrissima, perché con la mia opinione non intendo né posso coinvolgere lo HOS o chiunque altro, e desidero che questo rimanga solo una questione confidenziale per V. S. Illustrissima.

             Noi in verità non sappiamo ancora che cosa esattamente sia accaduto a Split. Sappiamo solo che i compagni del Seniorato di Zagreb dovunque presentano l'accaduto come un conflitto che sarebbe sorto tra V. S. Illustrissima e i Gesuiti a Split nonché don Ante Braškić, e che questi avrebbero ricevuto da V. S. Illustrissima una ammonizione, e tutto questo rientra nel contesto del tentativo di demolire la stima delle persone che altrimenti si sono adoperate perché l'autorità episcopale fosse pienamente riconosciuta nelle questioni dell'Azione Cattolica. Non solo questo: la "Narodna Politika" ha pubblicato un articolo sull'assemblea generale che non può lasciarci indifferenti. Io davvero non so che cosa faranno le persone interessate, soltanto so che nessuno poteva servire meno al prestigio di V. S. Illustrissima e della buona causa, di quelli che hanno presentato così tutta la questione su "Narodna Politika", anche se le cose stessero così. Non so se V. S. Illustrissima potrà permettere che rimangano tacciati di ribellione all'autorità episcopale alcuni Suoi sacerdoti e i rappresentanti di un Ordine, che non ha pochi meriti; io penso però che queste persone non lo debbano lasciar passare, ma che debbano pubblicamente chiedere conto a quelli che presentano al pubblico un incidente forse inopportuno in questa forma, incolpando un intero gruppo di uomini e operatori cattolici come ribelli all'autorità del vescovo.

             Io personalmente in questo momento non so che cosa noi dovremmo intraprendere, pertanto mi permetto di pregare V. S. Illustrissima per una direttiva in merito, perché non vorrei che alla cosa venisse dato un significato diverso da quello che ha, tanto più che V. S. Illustrissima ha forse già fatto i passi per sanare questa ingiustizia che è stata fatta al p. Perica, a don Ante Braškić ecc., di cui a Zagreb nella cerchia del Seniorato si parla trionfalmente. Poiché non sappiamo se V. S. Illustrissima abbia intrapreso dei passi necessari, La preghiamo di comunicarci, per nostro orientamento, che cosa eventualmente dovremmo fare noi. Io farei mia la direttiva di V. S. Illustrissima e la comunicherei ai miei compagni come mia opinione.

             Siamo rimasti profondamente scossi quando abbiamo avuto una informazione privata da don Ante Braškić. Pensiamo che se potessimo comunicarla a V. S. Illustrissima, essa sarebbe la migliore apologia del rev.do Braškić. Egli, afflitto per il fatto di essere ritenuto quasi come chi avesse voluto offendere o peccare contro l'autorità del vescovo, ci persuade che non solo non ha mai voluto questo, ma che è disposto a sopportare tutte le conseguenze di questo infelice incidente. Siamo addolorati per la sua persona, che conosciamo come un'anima buona e un lavoratore disinteressato, che a causa di questo lavoro ha avuto solo dei guai. Ci dispiace, perché, secondo la nostra convinzione, soffre del tutto innocente. Tanto più ci dispiace questo, perché sappiamo che la sua testa doveva cadere perché lo voleva il Seniorato, il che non era un segreto. Non solo, ma come si potrà dire adesso nella cerchia del Seniorato che da parte nostra sono perseguitati i seniori, che non si permette loro di lavorare, ecc. quando essi escludono dalle organizzazioni che ci sono comuni, uomini che forse hanno fatto più che interi gruppi di questo Seniorato? Sì, solo che non accada di nuovo secondo quella (favola), che gli agnelli intorbidano l'acqua al lupo, come di solito succede.

             Secondo gli statuti dell'Azione Cattolica è fuori dubbio che ogni organizzazione ha il diritto di delegare nella Giunta diocesana i propri rappresentanti. Questo stesso diritto appartiene anche alla Lega delle Aquile-ragazze. A Zagreb, come in provincia, dove non ci sono Distretti, le Centrali delegano le persone che devono rappresentare l'organizzazione di quella regione nella Giunta diocesana. Così ad es. la Lega delle Aquile-ragazze a Zagreb e altrove ha delegato le proprie rappresentanti nella Giunta diocesana. Siamo stati molto sorpresi (nell'apprendere) che a Split è stata nominata la delegata delle Aquile-ragazze senza la conoscenza e contro la volontà delle Aquile-ragazze. Non sappiamo come e chi essa possa rappresentare. Noi chiediamo a V. S. Illustrissima che questa ingiustizia sia riparata e che nella Giunta diocesana sia ammessa come delegata delle Aquile quella che sarà designata dalla Lega delle Aquile, perché solo così questa persona può rappresentare l'associazione delle Aquile, mentre così come è adesso, essa rappresenta solo se stessa. Credo che V. S. Illustrissima non se la prenderà male se espongo così sinceramente tutta la questione, perché mi sta a cuore la buona causa. Se ho sbagliato, so che la S. V. Illustrissima mi perdonerà paternamente.

             Sono convinto, Illustrissimo, che sarebbe fatale oggi, quando in tutte le nostre regioni le condizioni si stanno mettendo a posto e vediamo il progresso della nostra buona causa, se questi casi provocassero incidenti a Split, e tutti dobbiamo lavorare perché essi non avvengano.

             Baciando la mano consacrata, rimango di Vostra Signoria Illustrissima

                                              in Christo Rege devotissimo  (Ivan Merz)

 

 

 

                                                                          29

 

             Risposta del vescovo Bonefačić a Ivan Merz, Split, 24 maggio 1927. - Autografo in Arch. Merz, F55 - 20.

 

             Egregio Signor Professore,

             Ho ricevuto la Sua lettera del 21 c.m. per la quale La ringrazio molto, come anche per i libretti che ha avuto la bontà di mandarmi.[15] Stavo proprio per confermarLe la ricevuta con una cartolina, invece ecco la lettera.

             Alla nostra riunione per la fondazione dell'A.C. difatti c'è stata una specie di incidente, esso però doveva rimanere nella mia sala e non doveva essere (reso) noto al pubblico, ma rimanere nella cerchia di quelli che hanno partecipato alla riunione. Se ha letto la corrispondenza sul "Jadran" del 14 c.m., che ho dettato io, si renderà conto che così poteva e doveva essere. Per me l'incidente è finito con la fine della riunione, perciò non mi è piaciuto quando sul "Narodna Politika" gli è stata data tanta pubblicità. Ma seguendo il mio modo di trattare simili questioni e poiché nessuno viene nominato, onde per quelli che non erano presenti la cosa è indifferente, ho ritenuto meglio passare sopra tutto questo, come io ho fatto la stessa sera, altrimenti si provocherà la curiosità di molti e se ne attirerà l'attenzione, e allora non si finisce con le smentite e controsmentite. Cui bono? Senonché p. Perica mi ha avvertito che gli vengono rinfacciate tante cose, e me l'ha fatto sapere per iscritto, pregandomi per una dichiarazione allo scopo di smentita. Io non lo voglio fare. Al contrario, il sabato scorso ho mandato la sua lettera, col richiamo al "Jadran", al redattore di "Narodna Politika" chiedendo che su "Narodna Politika", nella stessa rubrica, riporti un'altra corrispondenza-informazione da Split, al fine di correggere la corrispondenza del num. 26. In tal modo, spero, sarà data soddisfazione a tutti e sarà tutto risolto.

             Mi dispiace che non tutti abbiano compreso la mia intenzione e nemmeno il fine per cui ci siamo riuniti quel giorno e per cui ho chiamato alcune ragguardevoli personalità della città... Sono convinto che non c'è stata di mezzo una cattiva intenzione, ancor meno (ciò che è successo) è stato diretto contro di me, non era però assolutamente necessario, anzi bisognava aver riguardo per molti dei presenti e non oltrepassare certi limiti nel modo e nella forma, se già si voleva esprimere qualche desiderio o fare qualche osservazione, sebbene superflua. Io ho subito dichiarato che il progetto degli statuti viene da Zagreb e che è raccomanda­to per tutte le diocesi, e che anch'io desidero che sia così... Per questo e per la solennità del momento bisognava che tutto passasse senza osservazioni. Braškić però secondo la sua indole naturale ha cominciato subito a fare osservazioni in modo eccitato, richiamando­si a certi statuti, regolamento...non so che cosa altro,[16] ... (Ci fu - scrive il vescovo - «un momento dell'altercare dalmato», ma per suo intervento tutto si calmò. Poi continua:)

             Io non avevo pensato affatto che questa assemblea fosse convocata formalmente e che fosse impostata in base agli statuti, che non esistono ancora... Ciò si farà quando gli statuti saranno stati confermati e quando saranno formati i Consigli parrocchiali, i distretti ecc., mentre adesso tutto doveva trascorrere in una seria amichevole conversazione di uomini che cercano solo il successo della causa.[…]

             Le ho scritto questo in fretta, non appena ricevuta la Sua lettera. Spero che tutto Le sarà chiaro. Desidero che con questo sia tutto finito, come per me era finito già quella sera.

             Nel Cuore di Gesù saluto e benedico

                                                                                                                  Kvirin Bonefačić, vescovo

 

 

 

                                                                          30

 

             Lettera di Ivan Merz al vescovo Bonefačić, Zagreb, 14 giugno 1927. - Copia in Arch. Merz, F55 - 21.

 

             Merz ritiene chiuso l'incidente.

 

             Illustrissimo Signore,

             La ringrazio per la Sua stimata lettera, alla quale rispondo soltanto dopo la fine dell'anno scolastico. Grazie a Dio, penso che l'incidente che la "Narodna Politka" del 14.V. ha così inopportunamente riferito, sia dimenticato grazie all'intervento energico di V.S. Illustrissima presso la redazione.

             Poiché tutti insieme viviamo giorni difficili, a nome dei miei fratelli e mio personale prego V. S. Illustrissima di non dimenticarci nelle Sue preghiere e che quanto prima si realizzi il desiderio del Salvatore "che tutti siano una cosa sola", di un pensiero e di una volontà.

             Nel SS.mo Cuore dev.mo                   Ivan Merz

 

 

                                                                          31

 

             Lettera del vescovo Bonefačić alla Presidenza dello HOS, Split, 15 marzo 1928. - Autografo in Arch. Merz, F55 - 46.

 

             Nell'agosto del 1927 il vescovo Bonefačić intervenne direttamente nella questione dei rapposti HOS-Seniorato, cercando di influenzare le decisioni dell'assemblea generale dello HOS a Sarajevo, senza riuscirvi (cf. Cap. XII Introd. 8, e docc. 24 e 25(3)).

             Nel 1928, poi, ci fu un altro scambio di osservazioni da parte del Vescovo e di precisazioni da parte dello HOS. L'occasione fu data dalla domanda dello HOS rivolta al Vescovo di "confermare" il rev.do Grgo Topić quale assistente spirituale dell'associazione delle Aquile a Kučiće (Omiš). Al che il vescovo rispose con la seguente lettera.

 

             Alla Vostra comunicazione dell'8.II. c.a. posso rispondere che per informazione privata del rev.do Topić so che egli ha cominciato a lavorare alla fondazione dell'organizza­zio­ne (delle Aquile), anzi mi ha pregato per un aiuto iniziale che gli ho mandato, ma non mi è noto alcunché circa la costituzione effettiva dell'associazione. - Lo HKNS, interrogato in proposito, mi informa di aver ripetutamente chiesto al Distretto delle Aquile di Tomislav (Tomislavovo Orlovsko Okružje) l'elenco delle associazioni, ma che questo non risponde, per cui nemmeno HKNS sa qualcosa, mentre parte integrale dell'Azione Cattolica diocesana sono solo quelle organizza­zioni di cui può occuparsi e si occupa lo HKNS come il loro rappresentante legale. Se si continua così, dovrò intraprendere altri passi per il Distretto diocesano delle Aquile, tanto più perché la presunta assemblea generale a Postire non è stata in ordine né formalmente né di fatto, e non so come Voi avete potuto prenderne atto. Non tollererò dispetti.

             Non ho nulla contro il rev.do Topić, perché è un sacerdote corretto e zelante, spero quindi che, se l'associazione sarà fondata, egli lavorerà per il suo progresso, ma devo sottolineare che secondo tutte le regole spetta al vescovo diocesano di nominare, e non solo confermare l'assistente spirituale in tutte le associazioni diocesane, poiché l'assistente spirituale dev'essere in primo luogo la persona di sua fiducia, e non dell'associazione o di chiunque altro, altrimenti ciò significherebbe eludere il vescovo.

             Con l'occasione Vi prego di raccomandare ai vostri uomini di lasciare in pace i miei seminari e che in provincia, invece di riferire "dello stato della controversia" - che ci è venuta in uggia a tutti - riferiscano piuttosto del rafforzamento della coscienza e dello spirito cattolico, giacché mi pare che in questo senso - a parte le parole - progrediamo poco, se addirittura non regrediamo. Qui ad es. in una organizzazione delle Aquile nella seduta ordinaria se ne discute, e allora non meraviglia che un giovane Aquila (della scuola media inferiore) viene espulso, un altro si rifiuta di salutare per strada l'insegnante di religione o lo calunnia dicendo che lo perseguita, perché per dovere lo ha ammonito, come anche gli altri alunni, di compiere i propri doveri... Per dire la verità, non mi piacciono questi fenomeni, e tutto ciò è la logica e necessaria conseguenza della scuola che la gioventù riceve da Zagreb.

             Vi parlo sempre sinceramente anzi troppo sinceramente, per amore alla causa cattolica, e desidero che così si lavori in ogni organizzazione diocesana, escludendo qualsiasi altro fine.

             Nel Cuore di Gesù saluto e desidero ogni benedizione di Dio

                                                                                                                  Kvirin Bonefačić, vescovo

 

 

 

                                                                          32

 

             Risposta di Ivan Merz al vescovo Bonefačić, Zagreb, 31 marzo 1928. - Copio in Arch. Merz, F55 - 47.

 

             Ormai il vescovo Bonefačić ha detto espressamente che quanto accadeva a Split era «la logica e necessaria conseguenza della scuola (=istruzione) che la gioventù riceve da Zagreb», ossia dallo HOS. Più chiaro di così non poteva essere. Ricevu­ta la lettera del vescovo, Merz il 20 marzo scrisse a don Ante Braškić per chiedere informazioni sulle singole obiezioni del vescovo,[17] al quale quindi rispose con la seguente.

 

             Illustrissimo Signore,

             Mi scusi se solo oggi riceve la risposta alla Sua stimata lettera del 15 c.m.         […] Può capire che il contenuto di questa lettera ci ha rattristato profondamente. La ringrazio per la sincerità con cui ha voluto comunicarci tutto quello che, secondo Lei, facciamo male noi qui o lo fa il Distretto di Split. Contraccambieremo la fiducia di V. S. Illustrissima con altrettanta sincerità, rispondendo doverosamente e secondo coscienza ad ogni singola osservazione. Fin d'ora ci dichiariamo sempre pronti a riparare qualunque ingiustizia e male che potremmo fare.

             1. Quanto all'associazione del rev.do sig. Topić a Kučiće […] Il rev.do Topić non ha ancora inviato (al Distretto) gli atti formali riguardanti la fondazione dell'associazione, per cui il Distretto non ha potuto registrarla tra le proprie associazioni né comunicarlo a HKNS. - Della fondazione dell'associazione a Kučiće V. S. Illustrissima è stata informata, mi pare, dal sig. Ž. Donadini qualche tempo fa. - Se dunque V. S. Ill.ma e lo HKNS non potevano essere informati dal Distretto, e precisamente nei dettagli, della fondazione dell'associazione a Kučiće, ciò si deve al fatto che lo stesso Distretto non aveva ricevuto i relativi atti ufficiali. (Verbale dell'assemblea costituente generale ecc.)

             2. Che il Distretto di Split non abbia inviato allo HKNS l'elenco delle associazioni delle Aquile, certamente è una negligenza, e noi abbiamo scritto subito che tale elenco deve essere immediatamente trasmesso allo HKNS. Forse V. S. Ill.ma scuserà tuttavia questa negligenza se si tiene conto che lo HKNS non ha chiesto solo l'elenco delle associazioni, ma anche dettagliate informazioni su ogni associazione e se l'associazione abbia una biblioteca, quanti membri ecc. - mentre questo Distretto non ha nemmeno locali propri e segreteria.

             3. Quanto all'assemblea generale a Postire abbiamo controllato l'archivio e abbiamo trovato quanto segue: Il Distretto ci comunica il 2.IX.1927: "Al tempo stesso abbiamo convo­cato per il 18 settembre l'assemblea generale a Postire secondo l'invito e l'ordine del giorno del 24.VII. Num. 155. Il Regolamento delle Aquile, § 213, richiede che l'assemblea venga convocata "14 giorni prima", il che, come risulta, è stato fatto. All'assemblea generale sono stati presenti personalmente il dr. Protulipac ed io, da parte dello HOS. Pertanto prego V. S. Ill.ma di prendere benevolmente in considerazio­ne che la convocazione e lo svolgimento dell'assem­blea generale sono stati in piena conformità con quanto prescritto, e noi avremmo mancato contro i prescritti e la coscienza se non avessimo approvato questa assemblea. Se il Distretto presentasse qualcosa contro i prescritti, noi stessi inviteremmo il comitato del Distretto di dare le dimissioni e convocheremmo un'assemblea generale straordinaria del Distretto.

             4. La formulazione della nostra lettera num. 520/28 del 6.II.1928. in cui chiediamo "la conferma del rev.do Topić" certamento non è buona, ed è meglio che si chieda "la nomina". Sia persuasa V. S. Illustrissima che nessuno di noi chiedendo la conferma ha dubitato che al vescovo diocesano spetti il diritto di nomina, e non solo di conferma. In futuro formuleremo tutte le nostre domande per la nomina di assistenti spirituali come V. S. Ill.ma richiede e desidera.

             5. Non sappiamo chi dei "nostri uomini" abbia disturbato il seminario di V. S. Ill.ma, né chi abbia riferito "sullo stato della controversia". Se V. S. Ill.ma ha dei dati concreti, preghiamo di comunicarceli, perché è meglio mettere ciò a posto, piuttosto che lasciare che se ne spargano varie voci che, per quanto ci consta, sono infondate.

             6. Così pure non ci risulta che a Split, nelle riunioni delle associazioni si discuta dello "stato della controversia". Sicuramente non hanno ricevuto da noi le direttive in tal senso. - Abbiamo saputo che lo studente ginnasiale Baće nella sua vivacità ha colpito con buccia d'arancio un professore Petković (che gli alunni considerano poco serio) ed è stato escluso dal ginnasio, ma con un'altra motivazione. Dopo questo, lo studente è stato escluso anche dalla Congregazione e dalle Aquile. L'assistente spirituale dell'associazione pensa che si sia agito troppo rigidamente. - Finché ci saranno le organizzazioni cattoliche, ci saranno anche simili fenomeni, per cui prego V. S. Illustrissima di voler perdonare le mancanze che sono frutto di debolezza umana più che di malizia.

                        7. L'Aquila Frane Grgić, maturando, non ha salutato don Niko Matulić per strada. Forse V. S. Ill.ma, a questo riguardo, potrebbe contribuire al miglioramento delle relazioni (tra i due), avvertendo don Niko Matulić di rispondere al saluto quando Frane Grgić lo saluta. - V. S. Ill.ma certamente sa che Grgić è impetuoso ma intelligente e aperto studente e un vero apostolo. Per il carnevale ha portato un notevole numero dei suoi compagni all'adorazione del Santissimo. Al congresso della "Jadranska Straža", dove erano presenti più sacerdoti e altri distinti cattolici, lui è stato l'unico a reagire quando Biankini ha attaccato i cardinali. Abbiamo saputo che il presidente della Corte d'Appello il sig. Meixner ha rinfacciato al suo padre che ha un (figlio) clericale così mordace.

             8. Per questi ultimi casi V. S. Ill.ma ritiene che ciò sia la conseguenza della scuola che la gioventù riceve da Zagreb. Noi ringraziamo per questa sincerità, perché pensiamo che ciò si riferisca alla Presidenza dello HOS. Non temiamo di guardare la verità in faccia, nutrirci del duro pane di rimproveri. Ogni lavoro per le anime immortali deve

essere accompagnato dal sangue; se il Signore ha voluto salvare (gli uomini) col sangue e la sofferenza, neanche le sue indegne membra possono fare diversamente. E credeteci, Illustrissimo, tra tutte le nostre prove che ci manda il nostro Condottiero e Re, le più gravi sono proprio quelle che ci vengono dai colpi di coloro che amiamo di più e ai quali, sebbene indegni, ma confidando nella Grazia di Dio, abbiamo consacrato la nostra collaborazione. I giorni della prova e della persecuzione della Chiesa di Dio mostreranno chi rimane fedele fino alla fine ed è pronto, con la Grazia di Dio, dare la vita per tutti i pastori che lo Spirito Santo ha posto, senza riguardo alla loro persona e alle loro inclinazioni (tendenze).

             (Terminando, Merz prega il Vescovo di chiamare don Ante Braškić e di dirgli qualche parola di conforto, perché è oggetto di calunnie.)[18]

             Se ho chiesto troppo a V. S. Ill.ma, mi perdoni. Ho voluto dire tutto sinceramente così come ho saputo, mentre informazioni più precise Le potrà dare il p. Perica S.I.

             Ringrazio per la benedizione, mi raccomando nelle ss. preghiere, auguro la vera gioia pasquale di Cristo. Bacia la mano consacrata  I.M.

 

             P.S. Il 6 maggio viene celebrata ovunque la giornata della gioventù delle Aquile. Pregherei V. S. Ill.ma di scrivere per l'occasione alla SHO e allo HOS qualche parola di incoraggiamento e di darci delle direttive per il nostro lavoro educativo. Forse sarebbe attuale sottolineare il compito che hanno le Aquile nell'educazione di una generazione pura; l'apostolato nel combattere i balli immodesti, la stampa immorale, la moda, il cinema e sim.    

 

 

 

 


 


    [1] Vedi Cap. XII, 10, nota 33.

    [2] Vedi Cap. XII, 13, nota 37.

    [3] Sì, Kniewald è stato giudicato male, ma poi l'arcivescovo Bauer, Presidente della Conferenza Episcopale, ha dovuto ritirare per iscritto l'ammonizione fatta a Kniewald; v. Cap. XI, 13, nota 36.

    [4] Nella prima parte della lettera lo HOS interviene a favore di Dalibor Pušić, vicepresidente del Distretto delle Aquile di Split, licenziato dalla "Gospodarska štedionica" (Cassa di risparmio cattolica) dove era impiegato. Tale licenziamento fu interpretato come una specie di persecuzione, che avrebbero subito anche altri operatori delle Aquile licenziati da varie imprese cattoliche.

    [5] Sulla copia manca la firma o le firme. - Il vescovo Mileta, nella lettera a Merz del 20 nov. 1927, scriveva tra l'altro: «Lavorate sempre a gloria di Dio e per la salvezza delle anime, cioè con retta intenzione... Ogni opera buona ha le sue difficoltà; più sono grandi le opere, maggiori sono le difficoltà. Siate però accorti, prudentes sicut serpentes. Se notate che qualche ill.mo Vescovo chiede o desidera che notifichiate a lui o alla sua Giunta diocesana ogni vostra attività nella sua diocesi, obbedite alla sua richiesta o desiderio; in linea di principio ciò non sarà contro l'autonomia dello HOS, ma con questo disarmerete i vostri nemici. Perciò mi piace molto che avete risposto così amabilmente e umilmente al vescovo di Split. Questa difficoltà non è un motivo per liquidare la propaganda delle Aquile nella diocesi di Split. Anch'io farò il possibile presso il vescovo dr. Bonefačić. Vi prego di consigliare al rev.do Braškić di non perdersi d'animo, e che continui a lavorare per le Aquile d'accordo con l'Ill.mo Vescovo; anche lui deve disarmare i nemici, non facendo nulla senza l'intesa con il Vescovo, e se questi lo esige, non facendo nulla senza l'intesa con la direzione della Giunta diocesana"» (orig. in Arch. Merz, F55 - 19).

    [6] Nel resto della lettera risponde sul caso di Dalibor Pušić.

    [7] Sullo "Schema grafico" v. sopra, nota 15. - Nella lettera di Merz all'arcivescovo Bauer, del 28.IV.1927 (copia in Arch. Merz, F7 - 5), viene rilevato che nel "Vjesnik Katoličke Akcije", num. 2, redatto dal dr. Deželić e pubblicato come appendice del "Katolički List" del 28.IV, si parla del «prospetto grafico» edito dalla Conferenza Episcopale, «dal quale si vede quali organizzazioni culturali-educative in questo momento entrano nell'Azione Cattolica, per cui i loro rappresentanti partecipano con pieno diritto alle assemblee generali e nei comitati del K.N.S....». Ma dal confronto con lo "Schema grafico" - osserva Merz - risulta che nel "Vjesnik K.A." figurano tre organizzazioni in più, che non ci sono nello Schema grafico: Savez ženskih društava (Lega delle associazioni femminili), Đačka Liga za učenice (Liga delle studentesse medie), Savez djevojačkih društava (Lega delle associazioni delle giovani). Secondo Merz, queste "associazioni fittizie" rientravano nella strategia del Seniorato per assicurarsi un maggiore numero di voti nella Giunta centrale, rispettivamente nelle Giunte diocesane dell'A.C.

    [8] Sulla copia di questa lettera figura la data 13.XI.1926., ma si tratta di un lapsus, poiché con questa lettera lo HOS risponde a quella del vescovo del 20.XI. (più precisamente del 19.XI; v. sopra, 25).

    [9] L'autografo di Merz in Arch. Merz, F27 - 1.

    [10] Copia ivi, F27 - 5.

    [11] In quel tempo fra Krsto Kržanić si trovava in Italia. E' curioso che lo stesso autore nel 1923 aveva scritto con entusiasmo delle Aquile: che in questo movimento gli studenti cattolici troveranno la forza, la disciplina, l'educazione della volontà... Vedi sopra, Cap. X Intr. 2.

    [12] Autografo di Braškić in Arch. Merz, F55 - 13.

    [13] Arch. Merz, F55 - 14.

    [14] Autografo in Arch. Merz, F55 - 17.

 

    [15] Si è trattato certamente degli opuscoli Katolička Akcija e Katolička Akcija i Katolički Pokret. Dokumenti; cf. sopra, note 18 e 19.

    [16] E' sintomatico questo modo di esprimersi del Vescovo sugli statuti e il regolamento, come se si trattasse di una cosa che non lo interessasse affatto.

    [17] Copia in Arch. Merz, F55 - 45.

    [18] Don Ante Braškić fu calunniato di voler lasciare la Chiesa per passare ai vetero-cattolici. Il 2 aprile 1928 Merz gli scrisse per consolarlo: «Ho saputo da M. delle calunnie di cui sei oggetto e quanto ne soffri perché non ti risparmiano nemmeno la buona fama. Dio certamente vuole farti salire fino alle vette cristalline delle beatitudini evangeliche, poiché così grandi prove le manda solo a coloro che conduce per la via della perfezione. Come potresti comprendere la dolcezza delle parole del Salvatore "Beati voi quando vi perseguiteranno e diranno ogni male contro di voi...", se non sperimetassi personalmente tutto ciò? Perciò, sursum corda, e accetta con gioia questo dono regale del Signore. Bisogna lasciare a Lui solo che riporti la vittoria, perché Egli non vuole che gli uomini pensino di poter fare qualcosa senza di Lui. Per Pasqua ricevi i miei migliori voti perché Tu possa superare eroicamente questa prova ed essere di maggior aiuto spirituale alle anime che Ti sono affidate. In Cristo dev.mo I. Merz».