Teste X - SLAVKO ŠARIĆ

 

 

          Ad II interr.: «Mi chiamo prof. dr. Slavko Šarić, redattore nell'"Informator", abitante a Zagreb, Pantovčak 37. Di anni 66. Sono nato a Livno il 23 ottobre 1907, romano-cattolico, sposato. Non ho alcun legame di parentela con il def. Dr. Merz».

 

          Ad III interr.: «Ho conosciuto per la prima volta il dr. Merz a Travnik verso la fine del 1926 - inizio 1927. Allora avevo 19 anni, e Merz ne aveva 29. Egli era andato a Sarajevo, ed è venuto a Travnik in visita all'organizzazione delle Aquile. L'impressione è stata straordina­ria: un uomo mite, caro, fine. P. Mate Filipović S.I., suo compagno dal tempo di Vienna, scherzando lo stuzzicava un po', ma egli era meraviglioso. Ci ha impressionati particolarmente il giorno dopo, durante e dopo la s. Messa, quando abbiamo visto come si comportava durante la s. Messa e la s. Comunione».

 

          Ad IV interr.: «Venuto a Zagreb alla metà di settembre del 1927, prima che cominciasse­ro le lezioni alla facoltà, mi recavo da lui, dietro il suo invito, e ricevevo da lui i giornali francesi che leggevo tutti i giorni e poi glieli restituivo. In seguito alcuni di noi Aquile che abitavamo vicino, vedevamo Ivan quasi tutti i giorni alla s. Messa in via Palmotić (presso i gesuiti), e nell'organizzazione soprattutto nelle riunioni dell'associazione "Mahnić" il sabato sera. In queste occasioni quasi sempre lo accompagnavo a casa, perché io abitavo allora nella via Petrinjska».

 

          Ad V interr.: «L'ho conosciuto da studente ginnasiale, e come studente universitario ho collaborato con lui. Sono stato particolarmente impressionato dal fatto che egli ogni sabato prima della conferenza nell'associazione "Mahnić" spiegava l'epistola e il vangelo della domenica».

 

          Ad VI interr.: «Nessuno mai».

 

          Ad VII interr.: «No».

 

          Ad VIII interr.: «Ho sentito parlare di lui, ne abbiamo parlato molto, ma non ne ho parlato direttamente con i suoi avversari che pensano negativamente di lui. Non ho cambiato la mia opinione su di lui».

 

          Ad IX interr.: «Ho letto tutto quello che è stato scritto su Merz, le biografie ed altro. Penso che tutto sia scritto bene e fedelmente. Dopo la pubblicazione della prima biografia del dr. Merz scritta dal dr. Kniewald io ne ho scritto una recensione per [il settimanale] "Nedjelja" [Domenica], ma poiché lì non poté uscire è stata pubblicata nel settimanale di Sarajevo "Katolički tjednik" [Il settimanale cattolico]».

 

          Ad X interr.: «Mentre Ivan era ancora in vita lo consideravo un uomo santo. In che grado lo fosse non lo sapevo, ma lo consideravo un uomo non comune. Questa venerazione, più tardi è soltanto cresciuta».

 

          Ad XI interr.: «Non direttamente».

 

          Ad XII interr.: «Se da qualche parte si è parlato in questo senso, io l'ho respinto a ragion veduta, non entravo in tali discussioni».

 

          Ad XIII interr.: «Il Servo di Dio sapeva cordialmente ridere, era un uomo sereno».

 

          Ad XIV interr.: «Ricordo che dopo una mia escursione fallita a Garešnica, dove non avevo potuto tenere la progettata conferenza su Lourdes a causa di un corto circuito, Ivan si era adirato contro un intellettuale di Garešnica perché avevano mandato a monte la riunione».

 

          Sugli Articoli risponde:

 

          Ad art. 1-43: Il teste dichiara: «Tutto ciò che è qui riferito io lo so forse più ampiamente dalle fonti scritte: dalle biografie e dal diario che ho letto».

 

          Ad art. 44-51: «Della fede di Ivan so quello che ho letto di lui e perché l'ho osservato personalmente».

 

          Ad art. 52: «Guardandolo nella vita, ascoltandolo parlare e conversare, (osservandolo) specialmente durante la s. Messa e l'esortazione nell'associazione "Mahnić", ho visto che egli era un uomo di viva, profonda fede. Fui in modo particolare impressionato nella primavera del 1927 quando il dr. Merz tenne a Sarajevo, nell'aula di "Napredak" piena di gente, la conferenza su Lourdes e Roma. Forse mai nella vita ho sentito un laico, professore, dottore di filosofia, parlare con tale profondità e amore dei problemi religiosi».

 

          Ad art. 53-54: «Niente di particolare».

 

          Ad art. 55: «Vedevo tutti i giorni il dr. Merz andare alla s. Comunione e assistere alla s. Messa in ginocchio, senza appoggiarsi al banco, nella basilica del Sacro Cuore. Noi uscivamo subito (dopo la Messa), egli rimaneva ancora in chiesa».

 

          Ad art. 56: «A noi il dr. Merz parlava del significato della Messa e della Comunione quando di sabato, nell'associazione "Mahnić" ci preparava alla Messa domenicale».

 

          Ad art. 57-60: «Ritornando dal "Mahnić", piazza Pejačević, la sera abbastanza tardi, per qualche tempo parlavamo, poi Ivan diceva: "Adesso staremo un po' in silenzio". Ora mi è chiaro che egli allora pregava. - A me ha dato il suo commento con le immagini (diapositive?) di Lourdes quando mi istruiva in vista delle conferenze su Lourdes che dovevo tenere a Nedelišće e a Garešnica».

 

          Ad art. 61: «Niente di particolare».

 

          Ad art. 62: «Ho frequentato il ginnasio dai gesuiti a Travnik, i quali mi hanno dato una solida educazione, ma ciò che ho ricevuto dal dr. Ivan Merz sulla Chiesa, il Papa, le encicliche e tutto il resto, è ben più profondo di quanto abbia ricevuto da qualunque sacerdote. Si ricevevano queste cose da lui senza commento. Posso affermare che, oltre che la Grazia e la direzione spirituale, è stato Ivan ad aiutarmi a formarmi una personalità cattolica».

 

          Ad art. 63: «Niente di particolare».

 

          Ad art. 64: «L'anima di Ivan Merz era ecclesiastica, papale - interamente dedita alla Chiesa».

 

          Ad art. 65-66: «Niente di particolare».

 

          Ad art. 67-68: «Niente di particolare».

 

          Ad art. 69-70: «Nulla da aggiungere».

 

          Ad art. 71-77: «Tutto questo mi è noto dalle biografie».

 

          Ad art. 78-79: «Ivan parlava con particolare ardore di Giovanna d'Arc quale patrona delle Aquile (ramo femminile), e a noi (ramo maschile) di Giovanni Evangelista quale patrono nostro. Sono convinto che la fede di Ivan era forte, formata, profonda e chiara».

 

          Ad art. 80: «Niente di particolare».

 

          Ad art. 81: «Quando ci conoscemmo, Ivan era già in un periodo più calmo del Movimento cattolico, ma da lui emanava una forza interiore e la fiducia in Dio, nella Chiesa e nella riuscita del Movimento cattolico».

 

          Ad art. 82-83: «Non ho nulla di particolare».

 

          Ad art. 84: «Durante i nostri incontri per otto mesi, soltanto due volte ho notato che Ivan stava attento alla sua salute; una volta, al ritorno dal "Mahnić" mi disse di non parlare perché a causa della nebbia doveva tenere un fazzoletto sulla bocca. In un'altra occasione si astenne dall'andare insieme con me alla festa di "Napredak" per vedere come sarebbe stata la danza. Altrimenti durante la malattia non l'ho visto cambiare il suo solito umore».

 

          Ad art. 85: «Niente di particolare».

 

          Ad art. 86: «Era sempre ordinato e il colletto della sua camicia era sempre inamidato, pulito con la farfalla. Lo so perché in una nostra riunione a Travnik il suo colletto era macchiato di sangue, perché poco prima radendosi si era fatto un piccolo taglio".

 

          Ad art. 87: «Niente di particolare».

         

          Ad art. 88-91: «Nulla di particolare da aggiungere».

 

          Ad art. 92-101: "Dr. Ivan Merz pensava di fondare con i suoi amici una specie di istituto secolare maschile. Tale idea nasceva dalla sua preoccupazione per il lavoro in quei campi dove il sacerdote difficilmente arriva».

 

          Ad art. 102-105: «Noi eravamo convinti che il dr. Merz e qualche altro membro dell'organizza­zione delle Aquile, di quelli che avevano il loro stipendio, davano delle offerte (per l'organizzazione). Lo stesso dr. Protulipac, nell'assemblea dello HOS [Lega Croata delle Aquile] a Sarajevo nel 1927 dichiarò che avevano stampato un opuscolo a proprie spese, e non col denaro dell'organizzazione».[1]

 

          Ad art. 106-118: Accetta quello che qui viene riferito, in quanto è provato, e aggiunge: «Tutto ciò che ci diceva era semplice, non artificioso, profondo, e al tempo stesso tutti sentivamo la sua superiorità. Dopo la morte di Ivan Merz (sei ore dopo) il dr. Ivan [leggi Ilija] Jakovljević disse di un collaboratore stretto di Ivan: "Finora loro due hanno camminato di pari passo, adesso quest'altro andrà a sinistra". Nei suoi discorsi ed interventi pubblici Ivan amava argomentare con le parole di s. Paolo e le encicliche del Magistero. Ho ammirato la ricchezza della sua biblioteca, quando me l'ha fatta vedere».

 

          Ad art. 119-120: «Niente di particolare».

 

          Ad art. 121-124: «Ivan ha procurato molti libri cattolici, S. Scrittura ed altri per la biblioteca degli alunni del Ginnasio classico arcivescovile».

 

          Ad art. 125-129: «Non ho nulla di particolare da rilevare. Tutti sapevamo che Ivan era un uomo moderato, senza eccessi».

 

          Ad art. 130-138: «Quanto alla vita personale di Ivan, la sua purezza e i voti ­- questa è la sua grandezza - non ho nulla da aggiungere; penso però che si sia un po' esagerato nella separazione tra noi e il ramo femminile dell'organizzazione, per cui molti dell'organizzazione delle Aquile sposavano le ragazze che non facevano parte dell'organizzazione. Penso

che anche il dr. Merz come ideologo sia stato un po' rigido su questo punto. Lo dico dall'odierna prospettiva come padre di famiglia».

 

          Ad art. 139-141: «Ivan era difatti profondamente umile, non metteva in vista se stesso e con i suoi più stretti collaboratori era per noi un vero educatore, un'autorità nel senso vero della parola».

 

          Ad art. 142: «Niente di particolare».

 

          Ad art. 143: «Sono stato molto impressionato dalla sorprendente coerenza ed

assiduità nel lavoro di Ivan e dei suoi collaboratori. Facevano tutto gratis».

 

          Ad art. 144-147: «Niente di particolare».

 

          Ad art. 148: «Ivan era molto felice quando qualcosa riusciva bene nel Movimento (cattolico), tra i giovani ecc.».

 

          Ad art. 149-152: «Niente di particolare».

 

          Ad art. 153-160: «Considerando tutto quello che dalla morte di Ivan fino ad oggi è stato scritto, detto, trattato appare che egli era un santo di Dio, e ne son convinto. Desidero di cuore che questa mia deposizione contribuisca al processo di beatificazione di Ivan».

 

 

                                                            

 


 


    [1] Protulipac si riferiva certamente all'opuscolo Orlovstvo i prilike u katoličkom pokretu stampato all'inizio di giugno del 1927, prima del raduno delle Aquile a Sarajevo che ebbe luogo nell'agosto del 1927 (non 1937). Vedi sopra, Cap. XII, 14.