Teste IV - VIKTORIJA ŠVIGIR

 

 

            Ad II interr.: «Mi chiamo Viktorija Švigir, insegnante in pensione. Abito a Zagreb, Mikuliæeva ul. 30. Ho 65 anni. Sono nata a Zagreb il 2 dicembre 1899. Di religione cattolica, sempre stata. Nubile. Conosco il Servo di Dio dall'organizzazione delle Aquile. Non sono legata a lui da vincoli di parentela né di qualche amicizia più stretta».

 

            Ad III interr.: «Per quanto ricordo, ho conosciuto il Servo di Dio nel 1925 o 1926 a Zagreb. Allora avevo 26-27 anni. Il dr. Merz poteva allora averne circa trenta. L'ho conosciuto in occasione del pellegrinaggio delle Aquile a Roma. Il Servo di Dio mi ha fatto impressione di un uomo equilibrato, ponderato e calmo. Parlava poco e nulla poteva muoverlo dalla sua calma. Ho saputo da Marija Vitkoviæ, che era stata con me e il dr. Merz a Roma in quell'occasione, che il Servo di Dio dr. Merz, quel giorno che arrivammo a Roma, fino a tarda notte aveva cercato alloggio per noi, e dopo che ci eravamo sistemate egli ha recitato il rosario in ginocchio. Ricordo che mentre visitavamo le chiese di Roma il dr. Merz in modo molto delicato aveva preso il posto di un sacerdote che fino a quel momento ci aveva fatto da guida. Il dr. Merz lo ha fatto perché desiderava che noi visitando le chiese avessimo un maggiore profitto spirituale, mentre quel sacerdote, di cui non ricordo il nome, si soffermava piuttosto sul lato artistico dei monumenti. Ricordo pure che alla partenza da Roma due persone erano rimaste in ritardo e il dr. Merz le aveva visto correre quando il treno si era già mosso. Per aiutarle, egli ha tirato il freno di emergenza e così ha fermato il treno. Come poi si sia spiegato con il personale della stazione, non ne ha voluto parlare. Dopo il ritorno da Roma ho raccontato alle altre appartenenti all'organizzazione delle Aquile come il Servo di Dio dr. Merz si era comportato a Roma. Dopo quel mio incontro con lui ho avuto l'impressione che il Servo di Dio fosse un uomo straordinario, che avesse un suo programma per il futuro, che io però allora non comprendevo.

 

            Ad IV interr.: «Come membro dell'organizzazione delle Aquile ho avuto occasione di incontrare quotidianamente il Servo di Dio. In quel tempo ero insegnante a Velika Gorica e quasi tutti i giorni venivo a Zagreb negli uffici dell'organizzazione delle Aquile dove mi incontravo con il dr. Merz. Qualche volta sono andata anche a casa del dr. Merz per gli affari dell'organizzazione delle Aquile, perché mi dicesse le novità del giorno, se occorreva tenere qualche conferenza o far visita a qualche organizzazione fuori di Zagreb. Non ho mai evitato di proposito incontri con il dr. Merz».

 

            Ad V interr.: «Quando per la prima volta conobbi il Servo di Dio vivevo a Zagreb ed ero insegnante a Nova Gorica presso Zagreb. Non sono mai stata in servizio insieme con lui».

 

            Ad VI interr.: «Nessuno mi ha esortato o istruito di dire ciò che non ricordo, o di dire diversamente e abbellendo ciò che ricordo, o di nascondere i lati meno convenienti della vita del Servo di Dio».

 

            Ad VII interr.: «Nessuno mi ha dato o promesso qualcosa perché venga a deporre sul Servo di Dio. Né son venuta a deporre per rispetto umano per accontentare qualcuno, né per un interesse mio personale».

 

            Ad VIII interr.: «Ho sentito parlare del Servo di Dio dr. Ivan Merz nell'organizzazione delle Aquile, ad es. dal dr. Avelin Æepuliæ, dal dr. Ivan Protulipac e Drago Cerovac e da altri.  I suddetti membri (dell'organizzazione) dicevano come il Servo di Dio avrebbe portato qualcosa di nuovo nell'organizzazione, ma io allora non riuscivo a capirlo esattamente. Ora penso che il dr. Merz abbia visto molto in anticipo la necessità dell'orientamento liturgico nella vita cristiana e in un certo senso sia stato precursore dell'apostolato dei laici. Me ne rendo conto ora che il Concilio Vaticano ha emanato la Costituzione sulla riforma liturgica e viene particolarmente sottolineato il ruolo dei laici nella Chiesa cattolica.

 

            Ad IX interr.: «Ho letto la Vita del dr. Merz scritta dal dr. Kniewald. Ritengo che la figura del dr.  Merz sia stata fedelmente delineata in questa biografia, ma le riflessioni e le circostanze così come sono riferite dal dr. Kniewald comportano, mi sembra, i sentimenti e le idee soggettive dell'autore dr. Kniewald. Ma la figura del dr. Merz non ne perde nulla».

            Ho letto anche la biografia del dr. Merz scritta dal P. Josip Vrbanek. Questi, a mio avviso, ha fedelmente descritto la personalità del Servo di Dio. La biografia è scritta con oggettività. L'autore P. Josip Vrbanek è stato confessore del dr. Merz. ­Ho scritto alcune note sulle singole virtù del Servo di Dio, nella rivista "Za vjeru i dom". Si tratta di composizioni letterarie, ma fondate sul racconto di alcune persone che hanno bene conosciuto il Servo di Dio».

 

            Ad X interr.: «Io sono convinta che il Servo di Dio era un santo. Questa mia opinione si basa sulla grande carità del Servo di Dio verso Dio e verso il prossimo, che io stessa ho potuto vedere e sentire. Personalmente venero il Servo di Dio come un santo e mi raccomando (a lui) in varie necessità, come pure raccomdando ad altri di rivolgersi al Servo di Dio nelle proprie necessità».

 

            Ad XI interr.: «Non ho sentito dire qualcosa contro la persona del Servo di Dio, ma nell'organizzazione del Seniorato, alla quale apparteneva anche il Servo di Dio, in sua presenza si obiettava contro i suoi tentativi in vista di una riforma liturgica, di un maggiore influsso della Chiesa nelle organizzazioni cattoliche, e in particolare perché esigeva che ogni associazione cattolica avesse un suo padre spirituale e che in tutte le questioni venisse interpellata la Chiesa. In queste discussioni, i seniori membri dell'organizzazione delle Aquile, tra cui anch'io, erano dalla parte del dr. Merz. Gli altri seniori, che non erano membri dell'organizzazione delle Aquile, non condividevano le idee e gli sforzi del dr. Merz. Per questa ragione i seniori membri dell'organizzazione delle Aquile sono stati esclusi dal Seniorato».

 

            Ad XII interr.: «Né recentemente né prima ho sentito qualcuno parlare contro la santità del Servo di Dio dr. Merz».

 

            Ad XIII interr.: «Non ricordo che il Servo di Dio scherzasse, e quando rideva era molto ritenuto».  

 

            Ad XIV interr.: «Sul Servo di Dio non c'era nulla di ripulsivo, bensì molto di attraente, e precisamente a causa della bellezza interiore che si manifestava nel suo esterno, nella sua finezza nel modo di trattare gli altri, nella modestia e discrezione. A me non è stato mai pesante».

 

 

            Esame sugli Articoli.

 

            Ad art. 1: «I fatti che si riferiscono alla nascita, ai genitori e al battesimo di Ivan Merz sono descritti fedelmente, e di ciò ho sentito parlare il prof. dr. Marakoviæ, che è stato professore del dr. Merz».

 

            Ad art. 2: «Avendo conosciuto personalmente i genitori del dr. Merz sono convinta che i genitori lo hanno educato per bene, come è detto in questo articolo. Nei rapporti con i genitori di Merz ho potuto personalmente rendermi conto che il loro figlio Ivan ha avuto influsso su di loro, così che hanno condotto una seria vita cristiana».

 

            Ad art. 3: «Sono convinta che corrisponde a verità quanto nell'art. 3 si dice dell'educazione del Servo di Dio nella casa paterna, perché ciò si poteva notare anche più tardi, come ho visto nei (miei) rapporti con i genitori e con lui stesso. Questi rapporti sono durati durante la vita del Servo di Dio e dopo la sua morte fino alla morte dei genitori».

 

            Ad art. 4-6 in cui si parla della scuola, della s. Comunione e Cresima, come pure della malattia degli occhi di Ivan Merz nonché dell'opinione dei suoi insegnanti sulla sua condotta e profitto nella scuola, la teste ha risposto:

            «Sono convinta che anche in questi articoli è correttamente presentato il Servo di Dio come alunno della scuola elementare e media. Non ne so però nulla per propria osservazione».

 

            Ad art. 7: «[So] dalla conversazione col dr. Marakoviæ, che è stato professore del dr. Ivan Merz studente ginnasiale. Così pure ricordo che il dr. Marakoviæ mi ha detto che Ivan Merz aveva, per qualche tempo, smesso di venire alle riunioni della Congregazione Mariana».

 

            Ad art. 8: «Non so nulla né alcuno mi ha parlato sul come il Servo di Dio si è comportato con i compagni».

 

            Ad art. 9: «La mia conoscenza personale del Servo di Dio mi convince che egli ha fedelmente descritto nel suo diario ciò che è menzionato nell'art. 9».

 

            Ad art. 10-12: «Non mi è noto alcunché sulla relazione del Servo di Dio con i suoi compagni e sul suo amore giovanile verso la figlia di un consigliere forestale nonché sulla di lei tragica morte e la ripercussione che questa ebbe su Ivan. Sono però convinta che ciò che egli scrive in merito nel suo diario, sia scritto con sincerità».

 

          Ad art. 13: «Che il prof. dr. Ljubo Marakoviæ abbia positivamente influito sulla trasformazione interiore di Merz, lo so dallo stesso prof. Marakoviæ con il quale ho parlato del dr. Merz».

 

          Ad art. 14: «Quanto nell'art. 14 è scritto sulle singole fasi dello sviluppo religioso del dr. Merz è conforme a verità, come mi è noto dal colloquio con il prof. Marakoviæ».

 

          Ad art. 15-18: «Tutto ciò che in questi articoli è scritto sugli studi e i combattimenti spirituali di Ivan Merz, ed è preso dal suo diario, credo che sia vero e che il Servo di Dio abbia fedelmente riferito i propri sentimenti nel diario».

 

          Ad art. 19-22: «Non so nulla sulle vicende belliche (del Servo di Dio) né sull'addestra­mento militare e i suoi uffici nei primi giorni dopo la guerra, come è descritto nei predetti articoli».

 

 

          Ad art. 23: «Come Ivan Merz trascorresse i suoi giorni a Vienna, non mi è noto, ma sono convinta che egli lo abbia descritto fedelmente nel suo diario».

 

          Ad art. 24: «Tra gli studenti ricordati in questo articolo è anche il dr. Avelin Æepuliæ, il quale mi ha spesso parlato del loro soggiorno a Vienna. Dai colloqui con il dr. Avelin Æepuliæ ho riportato la convinzione che anch'egli ha positivamente influito su Ivan Merz».

 

          Ad art. 25: «Su questo non ho nulla da dire, posso soltanto confermare che (nella sua condotta) egli si è poi regolato secondo quanto ha scritto qui».

 

          Ad art. 26: «Non so nulla sul lavoro del Servo di Dio nelle associazioni cattoliche croate a Vienna».

 

          Ad art. 27: «Ciò che si dice nell'art. 27 [leggi 26] sulla vita e l'attività del dr. Merz a Parigi è vero, come mi risulta dai colloqui con la madre di Ivan Merz».

 

          Ad art. 28.- «Del suo lavoro nelle organizzazioni cattoliche a Parigi nonché sul suo pellegrinaggio a Lourdes - descritti in questo articolo - il dr. Merz ha più volte tenuto conferenze, soprattutto su Lourdes. In queste occasioni sottolineava che il pellegrinaggio a Lourdes gli aveva giovato più per l'anima che non per i suoi occhi malati».

 

          Ad art. 29-32: «In questi articoli è descritto il lavoro del dr. Ivan Merz come professore, il suo ulteriore perfezionamento in filosofia e in teologia, la sua attività pubblicistica nonché il lavoro nelle organizzazioni cattoliche. Tutto ciò che viene riferito in questi articoli mi è noto dalla mia osservazione e collaborazione con lui nelle organizzazioni cattoliche».     

 

          Ad art. 33: «Non ho nulla da osservare, posso soltanto confermare che il dr. Ivan Merz era veramente un "homo catholicus"».

 

          Ad art. 34: «A quanto si dice della sua intenzione di entrare nella Compagnia di Gesù posso aggiungere che ho sentito parlare tra i membri della nostra Organizzazione che il dr. Ivan Merz intendeva fondare un istituto secolare maschile, ma non so per quale ragione non si sia realizzato questo suo disegno».

 

          Ad art. 35 et 36: «L'attività di Ivan Merz nella Lega giovanile e poi nell'organizzazione delle Aquile (ramo maschile e quello femminile), così com'è descritta in questi due articoli, in tutto risponde a verità, come mi risulta per osservazione diretta essendo io stata membro di queste organizzazioni».

 

          Ad art. 37 [sic! leggi 36]: «Risponde pienamente a verità quanto è detto in questo articolo sull'elenco delle sue opere e sulla sua attività pubblicistica».

 

          Ad art. 38: «Posso soltanto confermare la verità di quanto è detto nell'art. 38 sulla sua preparazione alla morte, perché anche io ho avuto l'impressione come se egli si preparasse alla partenza, perché non voleva attaccarsi ad alcuna cosa».

 

          Ad art. 39: «Gli estratti dal diario, riportati nell'art. 39, dove il Servo di Dio descrive le proprie sofferenze e operazioni nonché i colloqui col suo confessore, certamente dicono la verità, ma tra noi egli non ha mai parlato delle sue sofferenze».

 

          Ad art. 40-42: «Il corso della malattia, la morte e i funerali del dr. Ivan Merz sono esattamente descritti nei menzionati articoli. Mentre era malato nella clinica gli ho fatto una visita; sono poi venuta di nuovo, ma egli era morto pochi minuti prima. Ho trovato tutti i presenti molto emozionati. Si son raccolti i malati dalle altre stanze ed ho sentito dire come il dr. Merz era stato un uomo straordinario. Il malato che era nella stessa stanza con lui, come pure un ragazzo hanno pianto».

 

          Ad art. 43 et 44: «Ho partecipato alla sepoltura di Ivan, insieme con altri suoi amici, ma non sono stata presente alla traslazione, perché ero fuori di Zagreb. - Il breve prospetto delle principali date della vita di Ivan, riportato nell'art. 43, risponde a verità».

 

          Ad art. 44: «Quanto al disaccordo (del Servo di Dio) con il sacerdote prefetto della Congregazione Mariana, di cui nell'art. 44, ne ho parlato con il prof. Marakoviæ, il quale mi ha confermato che questo disaccordo c'era stato e che per questo Ivan aveva smesso di prendere parte alle riunioni della Congregazione Mariana».

 

          Ad art. 46-50: «Certamente risponde a verità quanto si dice in questi articoli sullo sviluppo della fede nell'anima del Servo di Dio, ed è riferito in base al suo diario. All'art. 50 posso aggiungere che il Servo di Dio mi ha regalato l'opuscolo Junaèki život sv. Ivane od Arca [La vita eroica di S. Giovanna d'Arc] scritto da lui stesso, con la dedica: "Alla Sig.na Victorija Švigir in segno di stima in N. S. G. Cristo ­Dr.Ivan Merz - A Zagreb, nell'ultima Domenica dopo Pentecoste - quando le Aquile impedirono, a Stenjevac, i Veterocattolici di tenervi le loro funzioni eterodosse"».

 

          Ad art. 51-53: «Posso confermare la verità di quanto è riferito in questi tre articoli, in base al diario di Ivan, sulla sua posizione in varie circostanze della vita e la sua visione delle medesime alla luce della fede. All'art. 52 posso soltanto aggiungere che il dr. Merz è stato sempre cristianamente tattico».

 

          Ad art. 54 et 55: «Dalla mia osservazione so che il dr. Ivan Merz ha molto meditato la Passione di Gesù, poichè regolarmente faceva la devozione di Via Crucis. Venerava molto il SS.mo Cuore di Gesù, e ho visto nella sua casa paterna l'immagine del SS.mo Cuore esposta nel luogo più onorevole. Sebbene fosse profondamente preso dalla fede, tuttavia non ha mai forzato nessuno a vivere secondo la fede, bensì agiva più col suo esempio, lasciando il resto all'azione dello Spirito Santo. (Poiché) molto venerava il SS.mo Cuore di Gesù, spesso nelle lettere private menziona il SS.mo Cuore».

 

          Ad art. 56 [leggi 55]: «Anche il prof. Marakoviæ mi ha parlato della grande devozione del Servo di Dio verso il SS.mo Sacramento dell'altare, alla quale egli era pervenuto gradualmente; dal colloquio con il prof. Marakoviæ ho avuto l'impressione ch'egli fosse fiero del fatto che il dr. Merz grazie anche al suo influsso si era così bene sviluppato. Alcuni che frequentavano la chiesa contemporaneamente al dr. Merz erano particolarmente impressionati dall'atteggiamente del dr. Merz mentre si recava alla s. Comunione e faceva il ringraziamento, come essi stessi me lo hanno detto.

          L'ultimo capoverso di questo art. 56, dove si parla di una fioraia a Zagreb, secondo la quale nel 1927 e all'inizio del 1928 il dr. Ivan Merz ogni mercoledì comperava garofani rossi per la chiesa, è stato preso da un mio racconto in cui ho descritto il grande amore di Ivan Merz verso la SS.ma Eucaristia; ma questa fioraia non è un personaggio storico, bensì è il frutto della mia fantasia letteraria. In tutto ciò è vero soltanto il fatto che il Servo di Dio aveva un grande amore alla SS. ma Eucaristia, ed io ho espresso questo in forma letteraria nel racconto sulla fioraia».

 

          Ad art. 57: «La confessione di Ivan Merz, annotata nel suo diario, che l'Eucaristia è per lui fonte di forza e di fervore nel parlare e nell'attività apostolica, è vera. Così pure è vero che egli ha proposto come divisa per l'organizzazione delle Aquile: Sacrificio, Eucaristia, Apostolato. Dal modo come ciò fu accolto notai allora che molti non comprendevano ancora ciò che il Servo di Dio aveva compreso e previsto».

 

          Ad art. 58: «All'art. 58 potrei aggiungere che Ivan Merz raccomandava anche alla sig.na Marica Stankoviæ di fare il voto di castità perpetua, come la stessa Marica Stankoviæ me lo disse. L'appartenenza di Ivan Merz alla Congregazione Mariana, così come è descritta nell'art. 58 corrisponde a verità».

 

          Ad art. 59- 61: "Posso confermare come pienamente vero quanto è detto in questi articoli su come il Servo di Dio recitava il rosario e quanto era devoto alla Madonna di Lourdes».

 

          Ad art. 62-72: «E' vero tutto ciò che in questi articoli si dice sull'amore e la devozione del Servo di Dio verso il Santo Padre. Nei miei contatti con lui ho potuto osservare quanto profonda era la sua comprensione della Chiesa, nella quale vedeva l'immagine dell'amatissimo Salvatore e Dio Gesù, con tutte le sue perfezioni, e nel Santo Padre vedeva il Vicario di Gesù in terra. La sua proposta di celebrare la Giornata del Papa (è stata accolta e) col tempo è diventata una grande manifestazione della vita cattolica in tutta la Croazia. Oltre all'idea di un Istituto secolare maschile, ha dato l'idea di un Istituto secolare femminile collaborando su questo progetto con Marica Stankoviæ. Questa sua idea ha avuto finalmente la sua realizzazione nel 1953, quando venne canonicamente erretto l'Istituto secolare delle "Collaboratrici di Cristo Re"».

 

          Ad art. 73-78: «Negli articoli menzionati è descritto esattamente e secondo verità come il dr. Ivan Merz comprendeva la bellezza del culto liturgico e si adoperava perché la s. Messa fosse seguita con il messale, come pure che durante la s. Messa fosse introdotto il canto gregoriano. Devo tuttavia riconoscere che in questo non è stato sempre e da tutti correttamente compreso».

 

          Ad art. 79-80: «Personalmente ho notato che il Servo di Dio era devoto agli Angeli Custodi ed era solito dire: "Gli Angeli vi accompagnino". Venerava particolarmente anche s. Giovanna d'Arc, come pure gli altri Santi, come è detto nell'art. 79. Dai miei contatti personali con il Servo di Dio ho riportato la convinzione che egli possedeva la virtù della fede in un grado straordinario».

 

          Ad art. 81-83: «La sua speranza di salvarsi, della quale scrive nel suo Diario, riflette sicuramente la sua virtù della speranza. Mi è nota, per esperienza diretta, la sua pace anche nelle situazioni più difficili. Questa pace derivava dalla sua fiducia in Dio e nel Suo aiuto, per mezzo della preghiera».

 

          Ad art. 84-88: «Per conoscenza diretta so soltanto quello che si dice nell'art. 87 sul suo modo di vestirsi. L'ho visto portare gli occhiali di latta all'antica ed era vestito modestamente (alla buona). Osservando la sua vita e l'attività posso anche confermare che nei predetti articoli è fedelmente descritta la sua fiducia nella Provvidenza di Dio, che sicuramente aveva in grado eroico».

 

          Ad art. 89-92: «In relazione all'art. 91, mi consta personalmente che il dr. Ivan Merz nelle riunioni delle nostre organizzazioni ci raccomandava sempre di far tutto per la gloria di Dio, sia che si trattasse di conferenze o di esercizi ginnastici o di qualche altra cosa. Quanto alla questione se il Servo di Dio abbia avuto dei doni mistici, di cui nell'art. 92, personalmente non ne posso dire alcunchè; posso soltanto rilevare che da tutta la sua condotta si vedeva che egli viveva continuamente alla presenza di Dio. Perciò sono convinta che la sua carità verso Dio era di un grado straordinario».

         

          Ad art. 93-94: «Che Ivan Merz, durante la sua malattia nella clinica abbia avuto cura che un signore anziano si confessasse - come è detto nell'art. 93 -, l'ho sentito da quelli che visitavano il Servo di Dio durante la sua malattia alla clinica. Mi è noto pure che per interessamento del dr. Merz è stata istituita una Sezione missionaria nell'organizzazione delle Aquile. Non mi è noto, né l'ho sentito da qualcuno, che egli abbia avvertito qualche bestemmiatore o qualche donna non modestamente vestita, come è detto nell'art. 94».

 

          Ad art. 95-96: «Quanto è riportato nell'art. 95 sui suoi rapporti con un nostro scrittore e su ciò che egli scrisse all'amico malato Maroševiæ, sono convinta che sia vero, ma non mi è noto da altra fonte. Che il dr. Merz fosse pronto (capace) di istruire nelle cose spirituali chi a lui si rivolgesse a tale scopo, lo so da Marica Stankoviæ che per tale fine si rivolgeva a lui. Nelle pubbliche conferenze egli esortava alla vita liturgica e al sacrificio per Iddio e il prossimo. Di tutto ciò egli parlava con semplicità e cordialità, facendo una forte impressione su tutti».

 

          Ad art. 97-98: «All'art. 97 non ho nulla da osservare e quanto vi si dice sulle sofferenze offerte per le anime del Purgatorio, mi è noto dalla sua biografia.  All'art. 98 devo notare che il dr. Ivan Merz non aveva avversari personali; ciò che nell'art. si dice dei suoi avversari riguarda i membri dell'organizzazione dei Seniori, di cui insieme con il dr. Merz avevo fatto parte anch'io. Lì ho visto che tra i membri dell'organizzazione c'erano anche di quelli che trovavano rivoluzionarie le idee del dr. Ivan Merz sull'Azione Cattolica, il movimento liturgico e l'atteggiamento verso la Chiesa, e pertanto non riuscivano ad accordarsi con lui in tutto, mentre il dr. Merz non cedeva né si difendeva dalle obiezioni. E benché i membri di altre organizzazioni cattoliche non fossero d'accordo con le sue idee, egli apprezzava il loro lavoro».

 

          Ad art. 99: «In relazione all'art. 99 faccio notare che la circostanza di cui si parla in questo articolo fu la seguente: nell'appartamento del dr. Ivan Merz oltre a lui ci siamo trovati prof. dr. Kniewald, dr. Protulipac, Marica Stankoviæ ed io. Nella discussione, il dr.  Protulipac si è dichiarato d'accordo che in una questione fosse richiesta la conferma dei Vescovi. Al che io osservai: "Ecco ora per il dr. Protulipac i Vescovi sono buoni".  Il dr. Protulipac infatti non condivideva sempre la posizione rigorosa del dr. Merz riguardo all'atteggiamento da tenere verso i Vescovi. A questa mia osservazione il dr. Protulipac si offese e uscì dalla stanza sbattendo la porta. Il giorno dopo, Marica Stankoviæ mi raccontò d'aver accompagnato quella mattina all'uscita dalla chiesa il dr. Merz e d'aver chiesto che cosa fosse accaduto il giorno prima. Al che il dr. Ivan Merz diede in pianto dicendo: "Anche la più piccola lesione della carità mi fa soffrire molto"».

 

          Ad art. 100-101: «Il Servo di Dio ci teneva molto alla buona fama degli altri, specialmente se si trattava di sacerdoti. In questo caso sottolineava sempre la grandezza del sacerdozio e cercava di innestarne la stima nell'anima e nella mente di tutti i membri e collaboratori dell'organizzazione delle Aquile».

 

          Ad art. 102-103: «Ciò che si dice nell'art. 102 della sua fattiva carità verso i poveri a Parigi e durante la guerra, non mi è noto. In merito all'art. 103 devo dichiarare che l'esempio riferito del lustrascarpe Miško, l'invalido alla stazione ferroviaria di Zagreb, è preso da un mio racconto che non ha alcun fondamento storico e lo stesso personaggio di Miško l'invalido è una mia creazione puramente letteraria. Nella forma letteraria di un racconto ho voluto presentare la sua fattiva carità verso il prossimo».

 

          Ad art. 104-105: «Non mi è noto che egli abbia raccolto per strada qualche operaio e l'abbia sistemato nel proprio letto. So però che faceva all'occorrenza pernottare presso di sé qualche amico o collaboratore dell'organizzazione (delle Aquile), sebbene i suoi genitori, specialmente la madre, non lo gradissero».

 

          Ad art. 106-110: «Ciò che negli art. 106-110 si dice della prudenza del dr. Ivan Merz, mi è noto in parte dalla sua biografia, mentre per esperienza diretta so che il Servo di Dio consapevolmente e con determinazione indirizzava tutta la sua vita verso la maggior gloria di Dio. Come il dr. Merz seguendo i criteri della prudenza soprannaturale si preparasse per il lavoro nell'A.C. - di cui nell'art. 109 -, ­è stato già prima ricordato».

 

          Ad art. 111-114: «A quanto è stato riferito nei menzionati articoli, e che confermo come vero, posso con riferimento all'art. 113, che parla del rispetto dell'autorità ecclesiastica e della legittima libertà, confermare che egli ha sempre con entusiasmo e decisione sostenuto i diritti dell'autorità ecclesiastica nella nostra vita pubblica. Non so però se egli informasse l'autorità ecclesiastica di qualche argomento particolare o facesse alla medesima qualche proposta, perché di queste cose egli non parlava mai davanti ai membri dell'organizzazione. Quanto all'art. 114, faccio notare che sono stati attuati i progetti riguardanti "l'anno eucaristico", "l'anno delle missioni" e "l'anno della liturgia". Non sono stati invece realizzati durante la sua vita i corsi catechistici nelle associazioni cattoliche, come egli li aveva ideati».

 

          Ad art. 115-118: «So che aveva organizzato degli esercizi spirituali per la gioventù cattolica e che questi avevano avuto più successo nelle organizzazioni cattoliche femminili e un po' meno in quelle maschili. Così pure so che non aveva fretta nel dare consigli, quando ne veniva richiesto. Anche così appariva la sua prudenza soprannaturale. E' vero che alcuni suoi collaboratori più intimi cercavano di imitare la semplicità di Ivan nella dedizione agli ideali spirituali, ma non sono riusciti ad avvicinarsi a lui sotto questo aspetto, perché nell'esercizio delle virtù egli era molto al di sopra della media».

 

          Ad art. 119-124: «Confermo che è vero quanto viene riferito negli art. 119 e 120 sulla sua pietà, la recita del rosario, la devozione di Via Crucis, la partecipazione alla s. Messa, la frequente Comunione. Per quanto è detto nell'art. 120 posso di nuovo ricordare che durante il pellegrinaggio a Roma ci ha guidato nei più noti santuari cercando di elevarci spiritualmente. All'art. 121 aggiungo che una volta, insieme con Marica Stankoviæ, sono andata dal dr. Ivan Merz mentre stava a letto, malato. Nella stanza era stata portata sulla carrozzella anche la madre di Ivan, la quale ci ha raccontato come suo figlio Ivan non si guardava affatto, come lavorava molto e molto viaggiava. Il suo figlio Ivan guardava con tenerezza la madre, sorrideva dolcemente e alla fine disse alla madre: "Mamma, tutto ciò non ti serve affatto; queste due sono come me". Confermo che è vero ciò che si dice nell'art. 122 sulla sua condotta verso gli studenti. A proposito del suo amore verso la patria, di cui nell'art. 123, posso dire che noi ci meravigliavamo del suo amore per la Croazia quale sua patria, benché i suoi genitori non fossero Croati né mostrassero un particolare amore per la Croazia. E' altrettanto verò ciò che è riferito nell'art. 124, cioè che egli era fermo nel difendere le proprie tesi di cui era sicuro, come pure con semplicità e umiltà recedeva dalla propria opinione quando si rendeva conto di aver torto».

 

          Ad art. 125-129: «Confermo la verità di quanto in questi articoli si dice per mostrare la virtù della temperanza del dr. Ivan Merz. Per esperienza propria posso confermare che egli offriva cioccolata agli ospiti, ma egli stesso non la mangiava».

 

          Ad art. 130-138: «Confermo come vero quanto viene riferito in questi articoli sulla grande stima del dr. Ivan Merz per la virtù della purezza e come egli l'ha vissuta. Per esperienza so che il dr. Ivan Merz era molto e spesso tra noi appartenenti alle organizzazioni cattoliche. Ma noi tutte in qualche modo sentivamo che sul dr. Ivan Merz era la mano di Dio in modo particolare, e nessuna di noi pensava né si sentiva di avvicinarlo in modo più intimo».

 

          Ad art. 139-141: «Per propria osservazione confermo la verità di quanto è detto in questi articoli sulla umiltà del dr. Ivan Merz. In modo particolare sottolineo che era ubbidiente all'autorità della Chiesa. In questo era veramente grande!»

 

          Ad art. 142-152: «Confermo la verità di tutto quanto viene riferito sulla virtù della fortezza che il dr. Ivan Merz aveva e mostrava nelle varie circostanze della vita e attività, come già prima è stato ricordato. Soltanto, basandomi sulla mia osservazione, non posso dire d'averlo visto fremere di gioia, perché, sebbene sapesse gioire, sapeva sempre conservare la sua pace. In breve posso confermare che, secondo la mia più profonda convinzione, il dr. Ivan Merz ha esercitato le virtù teologali e cardinali in grado eroico».

 

          Ad art. 153-156: «Ritengo che sia vero ciò che si dice nell'art. 153, cioè come il dr. Ivan Merz già a Parigi era considerato un uomo santo, come pure (ritengo vere, fondate) le opinioni di Mons. Beaupin e di [P.] Irenée Hausherr [S.I.]. Posso anche confermare che il dr. Ivan Merz durante la vita era ritenuto un uomo straordinario che con la sua vita cristiana era molto al di sopra degli altri. Così pure confermo che una grande moltitudine di gente è passata accanto alla sua salma, e ricordo che Marica Stankoviæ gli ha baciato la mano mentre giaceva morto nella clinica. Nell'art. 156 si dice che nel 1937 un guardiano del cimitero di Mirogoj [a Zagreb], avendo notato che molti visitavano la tomba di Ivan, ha cominciato a chiedere delicatamente ai visitatori della tomba chi fosse stato colui che essi visitavano, e riceveva simili risposte: "il miglior uomo che io abbia incontrato nella vita". "Sacerdote ... sebbene fosse un laico, è vissuto, ha lavorato e sofferto così come Gesù vuole che viva ed agisca ogni suo sacerdote". "Il mio miglior amico". Ci son state anche denominazioni come queste: il buon consigliere; il giovane angelico; il religioso; il santo professore; il figlio buono ed esemplare; il martire e vittima; il caro fratello: tutto ciò come anche l'affermazione che il menzionato guardiano del cimitero abbia concepito amore per Ivan e che durante la notte, mentre era in servizio, si trattenesse presso la sua tomba, e che egli e i suoi a casa chiamassero Ivan "il dottore buono": tutto questo è stato preso dal mio racconto "Il guardiano del sepolcro", stampato nella rivista "Za vjeru i dom", in occasione dell'anniversario nel 1937. In questo racconto sono vere le dichiarazioni che io ho sentito e le ho messe nella bocca dei visitatori della tomba di Ivan, quali risposte alle domande del guardiano del cimitero, che in questo racconto è un personaggio letterario, sebbene naturalmente esistano i guardiani del cimitero. Quel guardiano, quindi, non è esistito come guardiano della tomba di Merz né ha montato la guardia presso la tomba fino a tarda notte né i suoi a casa chiavano Ivan "il dottore buono". In questo senso bisogna correggere questo passo dell'art. 156».

 

            Ad art. 157-161: «Ho potuto personalmente notare che molti si rivolgevano al dr. Ivan Merz per l'aiuto nelle varie necessità. Qui ricordo il seguente caso: Marta Radusin, insegnante in pensione, mi ha scritto verso la fine dell'anno scorso di aver ricevuto le immaginette del dr. I. Merz, di averle distribuite dandone una a una malata. Più tardi questa malata ha fatto sapere alla predetta insegnante di essere guarita per intercessione del dr. Merz. Questa insegnante mi ha scritto che chiederà una relazione medica sul caso e che la manderà al Vice-postulatore.

            Sul caso di guarigione, di cui nell'art. 159, so quel tanto che ho sentito da Maria Grgiæ, mentre del caso citato nell'art. 159 non so nulla. Io personalmente, quando visito la tomba del dr. I. Merz, mi raccomando a lui preché rimanga buona.

            Qui posso dichiarare che la fama di santità del dr. Ivan Merz non è diminuita bensì continua a crescere ulteriormente».

 

            Con questo è terminato l'esame del teste secondo gli Articoli. Il giudice quindi ha posto al teste la seguente domanda: «Ha ancora qualcosa da dire o aggiungere? Non deve intenzionalmente sottacere alcunché, o nascondere qualcosa, diminuire o esagerare, perché ha una grande responsabilità davanti a Dio».

            Il teste ha risposto: «Correggo la mia dichiarazione a proposito dell'art. 114, nel senso che l'idea del dr. Ivan Merz che si celebrassero "un anno eucaristico", "un anno delle missioni" e "un anno liturgico" non è stata attuata, ma soltanto dopo la sua morte sono state introdotte nell'organizzazione dei Crociati (Križari) le sezioni eucaristica e missionaria nonché i corsi di liturgia. - Non ho nient'altro da dire o aggiungere».