Teste VI - DRAGO CEROVAC

 

 

          Ad II interr. : «(Mi chiamo) Drago Cerovac, doctor utriusque iuris, legale dipl. in pensione. Abito a Zagreb, Meduliæeva ul. 18, edificio nel cortile. Sono nel 69. anno di età. Sono nato il 26 giugno 1904 a Zagreb. Di religione romano-cattolica, sposato. Sono stato amico del dr. Ivan Merz».

 

          Ad III interr.: «Ho conosciuto il Servo di Dio per la prima volta nel 1922, quando ero nel comitato della Lega (Podsavez) delle Aquile. L'impressione fondamentale che allora ebbi del Servo di Dio è rimasta sempre la stessa fino al 1928, anno della sua morte. La mia impressione era ed è rimasta che egli non fosse un comune buon cristiano, bensì un uomo di una santità maggiore. In lui non ho mai notato traccia di poca serietà».

 

          Ad IV interr.: «Oltre ad un altro uomo, Ivan Merz mi ha lasciato un ricordo particolare e permanente. Poiché io ero impiegato nell'ufficio (cancelleria) della Lega Croata delle Aquile, avevo occasione di stare insieme col dr. Merz e di tenere relazioni tra lui e gli altri membri del comitato, di cui anche io facevo parte. Anche altrove incontravo spesso il Servo di Dio, in ufficio, a casa, nelle riunioni del comitato e delle associazioni nonché per strada. Ho lavorato nella cancelleria e come membro del comitato dal 1923 al 1928. Non ho mai evitato di collaborare col dr. Merz».

 

          Ad V interr. : «In quel tempo stavo studiando diritto a Zagreb e lavoravo a ore nella Lega delle Aquile. Con lui sono stato in servizio nella Lega delle Aquile. Stimavo allora il dr. Protulipac, ma non approvavo tutti i suoi passi e metodi di lavoro, come ad es. quando mandava noi studenti nelle parrocchie per la Croazia senza provvederci sufficientemente sotto l'aspetto materiale e spirituale; in queste occasioni il dr. Merz agiva con tatto, mitezza e prudenza».

 

          Ad VI interr.: «Come ho sempre parlato di Merz davanti agli altri, così sinceramente parlo di lui anche adesso».

 

          Ad VII interr.: «Accedo a questo lavoro (di teste) secondo coscienza, nel desiderio che il Servo di Dio sia glorificato come un uomo santo».

 

          Ad VIII interr.: «Ho sentito molti uomini parlare di Ivan Merz e ho letto molti articoli su di lui. Sappiamo che durante la sua vita c'è stata una lotta di idee in seno al Movimento cattolico, ma dopo la sua morte non ho letto qualcosa, dove egli fosse attaccato come uomo. Io condividevo in tutto le idee del dr. Ivan Merz».

 

          Ad IX interr.: «Ho letto e posseggo tutti i libri e articoli sul dr. Ivan Merz. Ritengo che siano stati scritti nel rispetto della verità e criticamente. Forse il dr. Kniewald ha sottolineato troppo alcuni momenti. Mi piace più il modo in cui ha scritto Božidar Nagy, delicatamente e tuttavia conforme a verità. Facevo parte della redazione di "Orlovska straža" e più tardi di "Nedjelja", dove molti hanno scritto, ed io raccoglievo il materiale sul dr. Merz. Ho seguito quanto è stato scritto sul dr. Merz più tardi, in occasione di alcuni anniversari».

 

          Ad X interr.: «La mia opinione sulla santità del Servo di Dio - ne son convinto - è dovuta al fatto che ho potuto costatare che egli, a differenza degli altri, faceva ogni suo atto o passo sub specie aeternitatis. Col tempo, stimavo sempre più il dr. Merz, specialmente durante la mia malattia nel 1968 e 1969. Allora son diventato un suo vero amico spirituale. L'ho pregato perché egli guidi davanti a Dio tutta una deputazione dei nostri santi uomini: il testimone al mio matrimonio Avelin Æepuliæ e (l'altro) testimone Marica Stankoviæ, mons. Beluhan, p. Foretiæ e p. Perica, perché tutti preghino per me».

 

          Ad XI interr.: «Ho sentito qualcuno dire cose gravi di un altro appartenente allo HOS (Lega Croata delle Aquile), ma non del Merz, del quale parlava in superlativo».

 

          Ad XII interr.: «Non ho nulla da dir».

 

          Ad XIII interr.: «Dr. Ivan Merz non aveva tempo per scherzi e passatempi perché ha speso tutta la sua vita in un lavoro serio».

 

          Ad XIV interr.: «Non dubito che qualcuno non abbia compreso l'altezza e la profondità del dr. Merz, il quale desiderava fare di loro apostoli in modo particolare. A me personalmen­te egli non era pesante o fastidioso».

 

          Esame sugli Articoli.

 

          Ad art. 1-32: «Non so nulla per esperienza, ma soltanto dalla biografia».

         

          Ad art. 33-35: «Non è vero che il dr. Merz abbia causato confusione nel nostro Movimento cattolico perché la Lega dei giovani e le Aquile si sono uniti di comune accordo. L'assemblea è stata tenuta il 16 dic. 1923. Merz era presidente della Lega dei giovani. Egli ha accolto l'idea delle Aquile, perché nei raduni di Maribor nel 1920 e di Brno nel 1922 le Aquile si son rivelati molto attraenti per la gioventù. I suoi principi egli li ha esposti nel suo Libro d'oro che è diventato fondamentale per il lavoro e l'orientamento delle Aquile».

 

          Ad art. 36: «Sottoscrivo tutto quanto vi viene riferito».

         

          Ad art. 37-38: «Lo so dalla biografia».

 

          Ad art. 39: «Ero impiegato nella cancelleria (dell'organizzazione) e molte informazioni passavano per mio tramite, così so che quanto si legge nelle biografie è tutto vero. Nella fotografia dei funerali si vede anche la mia persona in divisa di Aquile».

         

          Ad art. 40-42: «Niente di particolare che non sia già riferito».

         

          Ad art. 43-50: «Ciò mi è noto dalla biografia».

         

          Ad art. 51-52: «Avendo vissuto con lui, ho potuto osservare questo nelle sue parole e nella condotta. Era un uomo di grande e profonda fede. Nella sua pietà, conversazione e convinzioni era al di sopra degli altri che trascinava con l'esempio».

 

          Ad art. 53-54: «So che faceva la Via Crucis e le devozioni in onore del Sacro Cuore, specialmente nella basilica del Sacro Cuore».

 

          Ad art. 55-56: «So che tutti i giorni riceveva la s. Comunione e che nei suoi discorsi sottolineava la necessità della devozione eucaristica, secondo la divisa: Sacrificio, Eucaristia, Apostolato. Ne parlava a quattr'occhi ed esortava i singoli a questa devozione».

 

          Ad art. 57-58: «Niente di particolare (da aggiungere), a noi era noto tutto questo. Egli ne parlava, propagava la recita del rosario. Volentieri teneva delle conferenze con diapositive su Lourdes, a Zagreb e in altri luoghi, parlando con grande entusiasmo e successo».

 

          Ad art. 59: «Non so nulla di particolare. A Zagreb organizzavamo le processioni, alle quali noi Aquile prendevamo parte. Particolarmente bella era la processione, piuttosto popolare, in onore del Sacro Cuore».

 

          Ad art. 60-71: «Posso sottoscrivere ogni parola di questi articoli riguardo alla devozione alla Chiesa e al Papa, perché ho sentito parlare il Servo di Dio e ho visto come egli attuava questo nella sua vita e nella nostra. Io stesso sono stato col Merz in un pellegrinaggio a Roma e ne ho scritto. Questo è stato per noi tutti una grande esperienza. Il dr. Ivan Merz ha introdotto nel nostro Movimento cattolico le idee e i pricipi sostenuti soprattutto da Pio XI nelle sue encicliche. Mentre prima le associazioni del Movimento cattolico erano centri di discussioni sulle questioni culturali, sociali e politiche, il dr. Merz voleva che in esse fosse accentuato il momento spirituale e l'idea che ne aveva la Chiesa ufficiale. Le associazioni dell'Azione Cattolica sono come un prolungamento dell'attività dell'Episcopato e dei sacerdoti. Su questo punto il Movimento cattolico di allora era diviso, poiché alcuni volevano che non fossero i Vescovi e i sacerdoti a guidarlo, bensì il Seniorato. E' proprio incredibile come un solo uomo, in sei anni di attività pubblica tra i cattolici, abbia lasciato l'impronta nella vita e nello sviluppo del nostro popolo».

 

          Ad art. 71: «Io stesso non sono mai stato esortato dal dr. Merz di entrare in qualche istituto secolare. Non so con chi egli abbia parlato di questo. Il dr. Merz sapeva, come anche gli altri, che io pensavo al matrimonio».

 

          Ad art. 72-77: «So che di queste cose ha parlato nelle riunioni e ha scritto - ­io stesso l'ho letto - e che ha vissuto la vita liturgica».

 

          Ad art. 78-79: «Tutto questo si sa dalle confidenze del dr. Merz (fatte) nei colloqui con la gente. Era un uomo di grande fede».

 

          Ad art. 80-87: «Sono convinto che corrisponde a verità quanto è detto in questi articoli. Da quel che ho osservato seguendo la vita del Servo di Dio, mi risulta che egli aveva grande fiducia in Dio. Nei contatti con il dr. Ivan Merz ho visto che la speranza in Dio era il fondamento della sua vita religiosa e della sua attività pubblica nel Movimento cattolico. Se mai qualcuno ha agito sub specie aeternitatis, lo ha fatto il dr. Ivan Merz».

 

          Ad art. 88-91: «Anche qui sottoscrivo tutto quanto è riferito sulla carità di Ivan verso Dio, in quanto io lo conosco. Essa particolarmente traspariva nei suoi esercizi liturgici, nella preghiera, negli articoli da lui scritti, nei discorsi alla gioventù, nei colloqui privati, nello slancio e ardore che mostrava nelle nostre riunioni. Pieno di amore ed entusiasmo parlava di Dio nella maniera che gli era propria. Egli ha cominciato ad insistere sulla frequente s. Comunione, invitando i giovani a farla. Il movimento eucaristico è stato il più caratteristico per la sua attività».

 

          Ad art. 92-101: «Sono convinto che tutti questi articoli dicono la verità. Vorrei particolarmente rilevare quanto segue: Recentemente il dr. Emilio Palua, che per mio mezzo ha conosciuto il dr. Merz, mi ha detto che il dr. Ivan Merz gli aveva tenuto un corso di filosofia cristiana e di teologia, dandogli così una luce per la vita. In questo senso mi ha parlato recentemente il dr. Hans Schrekeis, medico [originario] di Salzburg, che ha conosciuto bene Ivan Merz.[1] Nelle riunioni della nostra organizzazione il Merz operava in modo mite, conciliante, spirituale; lo so per esperienza diretta e mi è stato recentemente confermato da un partecipante alle nostre riunioni, così si conferma quanto è scritto nell'art. 95. Non era possibile che egli dicesse qualcosa di ingiusto o falso sul conto di qualcuno. Lo rilevo a proposito dell'art. 100».

 

          Ad art. 102-105: «Per quanto io conosco il dr. Ivan Merz, confermo come vero ciò che si dice (in questi articoli).  Egli aveva un cuore particolarmente sensibile per ogni sofferente e povero. La sua bontà mi impressionava sempre, specialmente nei nostri pellegrinaggi a Roma e altrove. Trovo nelle mie vecchie note che anch'io ho scritto di questi pellegrinaggi per i giornali di Zagreb, come ci eravamo messi d'accordo».

 

          Ad art. 106-118: «Riconosco come degno di fede tutto ciò che si trova in questi articoli e dimostra - come io stesso lo sapevo - che il dr. Merz aveva dato alla sua vita un senso profondo. Stabiliva un fine, poi usava i mezzi naturali e soprannaturali per realizzare l'opera. Da giovane studente ammiravo il dr. Merz per il suo modo calmo di portarsi e corretto nel parlare, ma non sapevo come spiegarlo, perché noi altri non eravamo sempre così. Più tardi, leggendo il suo diario ho visto che egli aveva sempre riflettuto prima di agire cercando di agire con prudenza. Come già dissi, egli considerava tutto sub specie aeternitatis. La sua prudenza si è manifestata anche nel fatto ch'egli è rimasto celibe fino alla morte per potersi dedicare all'apostolato. Come ho gia ricordato, nel trattare gli altri era corretto e senza il minimo odio».

 

          Ad art. 119-124: «Era noto a tutti - come è detto negli art. 119 e 120 - che egli compiva gli atti di culto col massimo fervore. Per (poter) osservare il suo ordine del giorno, il dr. Merz non si tratteneva nei nostri uffici per passatempo e senza necessità come noi altri».

 

          Ad art. 121-124: «Sono persuaso che il dr. Merz era molto giusto nei suoi giudizi e nelle parole circa le correnti del Movimento (cattolico), gli eventi nella Chiesa e nel mondo. Nessuno ha potuto mai obiettargli qualcosa in merito. Le sue idee sulla giustizia sociale e sul patriottismo, come pure tutto il suo amore del prossimo sono espressi nel Libro d'oro e nei suoi articoli. Gli appartenenti al movimento avvertivano il suo senso di giustizia sociale nelle sue conferenze».

 

          Ad art. 125-129: «Sono convinto che quanto in questi articoli viene riferito, mostra il dr. Merz nella giusta luce: quale uomo moderato, e verso se stesso anche severo, nel vitto, vestito e nel modo di parlare. Nel vestirsi era modesto e ordinato, senza lusso; la sua semplicità nel vestirsi dava quasi nell'occhio».

 

          Ad art. 130-138: «Sono convinto che - come si dice negli articoli - Ivan era un modello di vita pura e ordinata. Nessuno mai ha potuto fare delle allusioni che facessero dubitare della castità di Ivan. Non voleva divertirsi con le donne, che egli sempre esortava ad una vita seria. Per quanto mi consta, le ragazze non osavano coinvolgere nei loro scherzi e giochi il dr. Merz, perché lo conoscevano; né egli si sarebbe prestato a questo. Sapevamo che il dr. Merz si atteneva fermamente ai suoi principi. Penso che si possa addurre come prova della sua personale purezza e della correttezza verso le persone dell'altro sesso la sua relazione con la compianta Marica Stankoviæ, la quale accanto a lui è diventata una personalità spirituale, e di lui ha sempre parlato e scritto in termini elevati».

 

          Ad art. 139-141: «Riconosco come vero ciò che è detto in questi articoli. Credo che la sua ubbidienza sia stata essenziale per la sua vita spirituale e per il suo lavoro. Non l'ho mai visto indignarsi se qualcuno lo criticava».

 

 

          Ad art. 142-152: «Confermo quanto viene riferito negli articoli, in particolare desidero sottolineare che la sua fortezza risplendeva nel lavoro nell'organizzazione (delle Aquile). Il dr. Merz ha speso la maggior parte delle sue forze e del suo tempo per il Movimento, per il quale ha impegnato tutte le energie del suo spirito. Trattandosi, sotto molti aspetti, di un lavoro di pioniere, doveva avere uno spirito straordinariamente forte. Era instancabile e perseverante nella lotta per far vincere le idee giuste circa l'attività cattolica. Proprio quello che ha fatto in sei anni rivela la grandezza della sua anima. Non so se qualcun altro nella storia della Chiesa e del nostro popolo in Croazia abbia fatto tanto in così breve tempo».

 

          Ad art. 153-160: «Studio la vita e gli scritti del dr. Ivan Merz nonché le varie testimonianze sulla sua vita e attività e confronto tutto ciò con la mia esperienza vissuta in collaborazione con lui nel Movimento cattolico; in base a tutto questo posso dire che è giustificato il processo di beatificazione e canonizzazione del dr. Ivan Merz, e trovo normale che chi venga a conoscerlo lo consideri un uomo di santità non comune. Questa idea e convinzione sulla santità di Ivan mi ha accompagnato dal tempo della mia collaborazione con lui e per tutta la vita. E questa convinzione non è mai stata scossa. Tutto quanto ho deposto l'ho detto con piena consapevolezza e coscienza. Io volentieri parlo con lui, mi rivolgo a lui, lo prego per me e per altri, e a lui in buona parte sono grato perché nelle varie peripezie della vita ho conservato la santa fede e qua e là ho fatto qualcosa di buono. Sono profondamente convinto che per il nostro popolo e il cattolicesimo la beatificazione e la canonizzazione del dr. Merz sarebbe un guadagno: 1E perché egli ci è vicino e 2E perché è stato un laico. Dio faccia che ciò avvenga!». 

 

 


 


    [1] Il dr. med. Ivan (Hans) Schrekeis era insegnante di igiene nel Ginnasio arcivescovile di Zagreb.