VOTO DEL PRIMO CENSORE TEOLOGO

SUGLI SCRITTI DEL SERVO DI DIO IVAN MERZ

 

 

            La vita di Ivan Merz è stata breve, ma sono numerosi gli scritti da lui lasciati e che occupano complessivamente circa tre mila pagine. Alcuni sono editi, altri inediti, come si può vedere nella Bibliografia (v. infra).

            Secondo l'argomento in essi trattato, questi scritti (compresi gli inediti) li raggrup­piamo così: Letteratura e critica letteraria; la vita spirituale; la liturgia; Roma e il papato; l'Azione Cattolica; le associazioni cattoliche; Lourdes; la morale; l'educazione fisica; varia.[…]

 

Nota comune agli scritti del Servo di Dio

 

            A parte gli scritti (per lo più inediti) attinenti all'esercizio della professione di professo­re della lingua e della letteratura francese, i testi pubblicati (articoli, studi o opuscoli) testimoniano della profonda convinzione personale dell'autore di quanto scrive. Merz non è un gran teorico. Egli presenta la verità in modo da indurre gli altri ad accoglierla e a seguirla nella vita. Molto spesso si avverte nelle sue parole un certo calore, entusiasmo per i valori di cui scrive, quali sono la Fede, Cristo, la Chiesa, Maria, per i quali vuol suscitare entusiasmo anche nei lettori. Scrivendo delle questioni religiose, tutto quel che dice manifesta la sua profonda personale esperienza delle verità della Fede. Questa però egli non vuol mantenere per se stesso, ma la trasmette ad altri, per mostrare che la vita pienamente soddisfacente è realizzabile soltanto nella comunione con la Chiesa cattolica e nell'accettazione delle sue verità. I suoi orizzonti sono molto larghi. Si interessa di tutti gli aspetti della vita dell'uomo; non si sofferma sulla costatazione e la descrizione dei fatti, ma considera tutto alla luce della fede cristiana, attenendosi ai criteri della dottrina della Chiesa cattolica. Da ogni pagina di Merz emerge l’"homo catholicus", instancabile propugnatore della verità di Dio e di tutto ciò che è cattolico, irremovibile nella fedeltà al Papa e alla Chiesa.

 

La vita spirituale

 

            Gli articoli e gli studi pubblicati dal S. di D. Ivan Merz nella sua età matura, sono altrettanti documenti della sua vita spirituale poiché riflettono la sua personale esperienza religiosa. Vi sono però altri scritti che ci consentono di seguire lo sviluppo della sua vita interiore sin dal suo 17. anno di età.  Si tratta anzitutto del suo ampio Diario, e poi delle note scritte durante gli esercizi spirituali nonché di altri appunti di carattere spirituale.

 

            D i a r i o

 

            Ivan Merz cominciò a scrivere il Diario a diciassette anni, indotto a questo dal suo professo­re nel ginnasio Dr. Ljubo Marakoviæ. Lo ha scritto per otto anni, e precisamente nel periodo dello sviluppo e della formazione della sua personalità fino alla piena maturità. Il Diario consta di 18 (esatto: 20!) quaderni di diverso formato; trascritto a macchina occupa 800 pagine. Ne sono stati pubblicati soltanto i più importanti brani, nelle biografie del Servo di Dio.


 

            Merz annota nel Diario tutto ciò che sperimenta in sé e intorno a sé. Analizza e descrive tutte le vibrazioni dell'anima, registra vari eventi, scrive delle persone che incontra, tratta dei problemi della vita. Una gran parte del Diario è rappresentata dalle analisi critiche delle opere letterarie. Il Diario documenta l'ascesa spirituale del Servo di Dio sotto l'azione della Grazia, che lo attira sempre più in alto. Vi appare un'anima assetata della Verità, della Bontà e del Bello, in lotta per la perfezione morale e protesa verso i valori superiori. Analizzando il Diario si riesce ad individuare certi temi che ricorrono ripetutamente. Vi si trovano anzitutto le recensioni delle opere letterarie lette, sulle quali il Servo di Dio esprime il proprio giudizio.  Più tardi egli giudica tali opere alla luce dei principi cristiani. In genere egli leggeva soltanto le opere di valore artistico.

            Nei primi anni giovanili fa parecchie riflessioni sull'amore e sulla vita con i relativi problemi. E' forte in lui il ricordo del primo amore giovanile, e nei primi quattro anni registra di tanto in tanto le relative esperienze e riflessioni. In ogni caso cerca di avere in proposito idee e principi morali chiari; vi riuscì non senza ricerche, incertezze e progressi­va maturazio­ne. L'espe­rienza del primo amore (finito tragicamente, ma senza che egli ne fosse responsabi­le) ha contribuito al chiarimento della sua visione dell'argomento, facendogli vedere le cose da un punto di vista superiore. Questa è stata anche una circo­stanza che ha reso più profonda la sua fede nell'aldilà.

            Nel Diario sono numerose le riflessioni filosofiche sul mondo, sulla creazione, sul senso della vita e sulla ricerca della Verità. Perciò lo interessa molto il Faust di Goethe, divenuto la sua lettura preferita negli anni giovanili e spesso menzionato nel Diario. In questa ricerca della Verità, egli intuisce sempre di più che soltanto il cristianesimo possiede tutta la verità.

            Siccome era artisticamente dotato, nel Diario annotava le proprie riflessioni non solo sulla letteratura, ma anche in genere sull'importanza dell'arte sul piano teorico e su quello pratico. Fino alla guerra, l'arte domina nella sfera dei suoi interessi. Lo stesso Diario inizia con l'esclamazione: "Evviva l'arte!" A poco a poco si rende conto che l'arte deve essere al servizio di altri valori.

            Nel Diario sono menzionati vari eventi contemporanei nonché varie persone, per cui esso costituisce anche una fonte preziosa d'informazioni per comprendere l'ambiente in cui Merz è vissuto e ha operato.

            Il Diario ci consente - ed è quel che maggiormente importa - di seguire passo a passo l'ascesa dell'anima dell'autore verso Dio che lo attira sempre di piu. Questa ascesa non è facile né senza difficoltà, dubbi, ricerche e incertezze. Tutto ciò Merz annotava, e sono proprio questi brani che lo hanno reso e tuttora lo rendono vicino a tanti giovani che percorro­no la stessa via nella ricerca della verità.

            In un primo tempo - come risulta dalle prime pagine del Diario - il suo rapporto con la religione è "colorato" di valori estetici, così che questo primo periodo (fino alla guerra) può essere definito "cattolicesimo estetico". Tuttavia i grandi problemi della vita occupano i suoi pensieri, volentieri medita su Dio, sul senso della vita.

            Sul fronte di guerra incontra ogni genere di sofferenze, e la sua visione del mondo viene sempre più purificata. Nel Diario di quel periodo domina il pensiero della morte, dell'eterni­tà, di Dio nonché dei veri valori della vita. Dalla guerra torna pienamente convinto del vero senso della vita, e in seguito la fede cristiana e i suoi valori occupano il primo posto nella sua vita; egli finisce per mettere al servizio di questi valori tutti i suoi talenti.

            La tendenza del Servo di Dio verso la perfezione morale appare fin dalle prime pagine del Diario, e i suoi sforzi in tal senso risultano più espliciti dopo la guerra; non meraviglia quindi che sia riuscito a raggiungere realmente un alto grado di perfezione cristiana. Sono da notare i suoi sforzi di vincere le passioni e gli impulsi contrari ai principi, cui è fermamente attaccato. Le sue riflessioni sull'ascesi, sul rinnegamento di sè, sul sacrificio e sulla penitenza sono accompagnate da brevi sospiri e dalle preghiere; tutto ciò testimonia della sincerità di quanto scrive, quindi degli sforzi di seguire fedelmente gli impulsi della Grazia. Verso la fine del Diario appare raggiunta la visione autenticamente cristiana del sacrificio, del mistero della Croce; le vicende belliche hanno certamente favorito la maturazione di questa visione. Merita una particolare menzione anche l'espe­rienza che il Servo di Dio ebbe a Parigi mentre assisteva alla vestizione religiosa delle benedettine. Nel descrivere questo evento fa conoscere la sua comprensione della vita consacrata; le sue idee in proposito sono quelle della Chiesa cattoli­ca.[…]

 

            Appunti e propositi

 

            Il Servo di Dio ha smesso di scrivere il Diario nel 1921, e soltanto pochi mesi prima di morire ha scritto alcune pagine ancora. Di quel frattempo - senza contare gli articoli pubblicati - abbiamo degli appunti degli esercizi spirituali, che egli faceva tutti gli anni, con dei buoni propositi. Queste note ci permettono di penetrare nella sua anima e renderci conto della rapida ascesa verso la santità... Si tratta per lo più di brevi riassunti delle meditazioni, delle riflessio­ni personali e dei propositi.[1] Di questi ultimi ve ne sono varie redazioni, a cominciare da quelli di Parigi fino all'ultima "regola di vita", che portò con sé, nel Messale, all'ospedale dove morì.[…]

 

            I tempi nuovi e La forza interiore della Congregazione[2]

 

            Citiamo qui questi due articoli (che figurano tra quelli relativi alle organizzazioni cattoliche) perché in essi Merz manifesta la sua chiara visione dell'importanza della vita spirituale che tutti i membri delle organizzazioni cattoliche dovrebbero coltivare. Al tempo stesso egli con questi articoli, appunto perché frutto di una esperienza vissuta in prima persona, ci fa conoscere quel che era la sua vita interiore. Di particolare importanza è l'articolo I tempi nuovi - il primo che fu stampato - che scrisse subito dopo il ritorno dal fronte;[3] in esso si nota il suo profondo e radicale orientamento verso Dio e la percezione del valore della sofferenza, che porta l'uomo alla conoscen­za del vero senso della vita.

 

            Testamento

 

            Benchè brevissimo, appena di una mezza pagina, questo scritto è di grande importanza, essendo l'ultimo che il Servo di Dio scrisse prima della morte. Sotto il titolo di "Testamento" Merz in realtà scrisse il suo epitaffio, che anch'oggi si legge sulla sua tomba.[4] Vi traspare chiaramente la sua profonda fede e speranza nonché l'amore per i beni dell'altra vita. E'la sua ultima professione solenne di fede, il finale solenne della sua vita virtuosa.

 

 

Liturgia

 

            Uno dei settori di maggior interesse per il Servo di Dio era la liturgia della Chiesa cattolica, intorno alla quale gravitava la sua vita spirituale e il suo impegno personale nell'ambito dell'aposto­lato liturgico. Questo interesse ebbe inizio al tempo dei suoi studi.

 

            Dissertazione dottorale.

           

            Quanto Merz stimasse la liturgia lo dimostra anche il fatto che per la tesi di laurea scelse il seguente tema: "Influsso della liturgia sugli scrittori francesi da Chateaubriand fino ai nostri giorni", unendo così i due campi che maggiormente lo interessavano: la liturgia e la letteratura. Il tema l'aveva scelto da solo, ed aveva cominciato a scrivere la dissertazione a Parigi, terminandola e difendendo all'Università di Zagreb nel 1923.

            Ha diviso il lavoro in tre parti, secondo la posizione dei singoli scrittori nei confronti della liturgia. Nella prima parte tratta degli scrittori "liturgici", a cominciare da Chateau­briand, nella seconda di quelli "antiliturgici", nella terza degli "indifferenti". In fine parla di dom Guéranger, iniziatore del rinnovamento liturgico nella Francia, e di Huysmans che ha portato il pensiero liturgico tra gli intellettuali e artisti francesi. Concludendo rileva lo stretto legame tra la liturgia e la vita del popolo francese; la liturgia è in realtà un patrimonio nazionale, che spesso orienta la vita del popolo, suscita conversioni ed esercita un influsso anche sugli oppositori. Merz costata che molti scrittori francesi si sono convertiti sotto l'influsso della liturgia e che quest'ultimo si sente nello stile di quasi tutti. Così questa tesi è diventata una apologia della liturgia, anche se non intenzionalmente. Vi sono analizzate circa 500 opere (romanzi, drammi, poesie liriche, pagine apologetiche, testimonianze dei convertiti e articoli letterari) di quasi 60 noti scrittori.

            La dissertazione è stata scritta in francese; peccato che è rimasta inedita, ad eccezione di alcuni brani pubblicati in lingua croata.[5]

 

            Articoli sulla liturgia.

           

            Dopo il ritorno a Zagreb, Merz pubblicò numerosi articoli (circa 25) sulla liturgia; in essi traspare la sua anima incantata che attraverso la preghiera ufficiale della Chiesa vuole continuamen­te unirsi a Dio lodandolo. Con questi scritti egli voleva suscitare nel lettore la simpatia per la liturgia, e in ultima linea portarlo a prendere parte attiva alla medesima, a viverla. Ciò vale anche per quegli articoli in cui tratta delle questioni riguardanti, ad es., la musica, il rapporto tra la liturgia e l'arte, ecc. Lo si vede anche dai titoli degli articoli.

 

            Rinnovamento spirituale per mezzo della liturgia.[6] - L'articolo contiene il programma del Servo di Dio per una riforma attraverso la liturgia, programma da lui messo in atto prima di essere proposto ad altri e che si articola in tre punti, sviluppati nei dettagli.

1.      Lettura spirituale quotidiana allo scopo di comprendere meglio il profondo significato del Messale, delle sue preghiere e dei suoi testi.

2.      La meditazione quotidiana in base ai testi della Messa del giorno.

3.      La partecipazione attiva quotidiana alla s. Messa con il Messale nelle mani, e la Comunio­ne, poiché la Messa senza la Comunione è "incompleta" per quanto riguarda la nostra partecipazione.

            Negli altri articoli Merz riferisce sugli eventi liturgici o sui riti celebrati, talvolta anche criticando, come nell'articolo Le Lamentazioni nella cattedrale, dove fa delle osserva­zio­ni perché è stata data grande attenzione all'esecuzione artistica del rito a scapito dell'aspetto spirituale. Molto bello è il suo articolo Nel seno della s. liturgia, nel quale descrive la gita alla Trappa di Rajhenburg insieme con i suoi alunni congregazionisti, tra i quali era anche il futuro card. Franjo Šeper.[7] In quell'occasione hanno goduto la bellezza della preghiera liturgica, ciò che avevano cercato andandovi.

            Per tre anni Merz curava la rubrica "Angolo liturgico" nella rivista per la gioventù femminile "Posestrimstvo", pubblicandovi brevi articoli sulla liturgia, al fine di educare le lettrici allo spirito liturgico.[8]

            Qui vanno menzionati anche alcuni articoli sulla vestizione delle novizie benedetti­ne, dai quali appare la sua profonda comprensione della vita religiosa. A Parigi aveva assistito alla vestizione di una benedettina, figlia di un generale, e il rito lo aveva fortemen­te impressio­nato.[9]  La stessa sera ne scrisse nel Diario, e al ritorno in patria pubblicò questa descrizione in forma di articolo; in seguito fece tradurre dal Rituale romano il rito della vestizione e lo pubblicò nella rivista per la gioventù femminile "Za vjeru i Dom".

 

            La musica e il cattolicesimo. - Nella prima parte di questo scritto, rimasto inedito, Merz tratta di varie specie di musica e del rispettivo rapporto con la Chiesa e il suo insegna­mento morale. Nella seconda, in trenta punti espone i criteri molto concreti su come coltivare la musica e il canto nelle organizzazioni delle Aquile, s'intende alla luce dei principi morali cristiani. Al num. 30 conclude: «Un "Aquila" canta e suona soltanto ciò che serve per la gloria di Dio, per la santifica­zione e la mobilitazione dell'anima dei cantori, di altri "Aquile" e del popolo».

            Merz sostiene che la Chiesa dovrebbe avvicinare le forme liturgiche alla mentalità dei singoli popoli, assimilando nella liturgia vari elementi nazionali; in tal modo la liturgia sarebbe sentita più vicina dalla gente e contribuirebbe al rinnovamento liturgico. Il Servo di Dio era convinto che ciò sarebbe avvenuto, come di fatto queste idee cominciarono a realizzarsi con il Concilio Vaticano II.

            Nella Chiesa, Corpo mistico di Cristo, - scrive - continua l'opera di glorificazio­ne di Dio e della salvezza degli uomini, e precisamente nella liturgia, mediante i sacramen­ti, i riti e le preghiere. In questo, ogni membro della Chiesa ha il suo ruolo, in quanto ciascuno, nel modo che gli è proprio, deve annunciare Cristo e rendergli testimonianza. In questo tutti siamo aiutati dallo Spirito Santo. La miglior maestra del rinnovamento spirituale è la Chiesa, che compie questo insegnamento nella liturgia, sotto l'impulso dello Spirito Santo. La liturgia è il colloquio della Sposa (Chiesa) con lo Sposo-Cristo, che in essa è sempre presente, in modo particolare nella liturgia, dove insieme con noi si offre. Così nella liturgia con Cristo adoriamo il Padre nello Spirito in verità, in nome di tutti gli uomini, e questo ci santifica. Merz sottolinea che mediante la liturgia noi fin da questa terra cantiamo la gloria di Dio, il che ci riempie di una gioia soprannaturale, facendoci in qualche modo anticipare la liturgia del cielo. Egli è convinto che non è possibile un rinnovamento spirituale senza la vita con la Chiesa mediante la liturgia. Questa è l'espres­sione dell'anima della Chiesa, e la vera, oggettiva, attraente, maestosa ed universale vita della Chiesa. La messa e la Comunione sono il centro della vita e della liturgia, l'Eucaristia è il fondamento del rinnovamento della vita.

            Merz vuole che la preghiera sia meditata, cosciente, dal cuore, con retta intenzione. Al primo posto pone la preghiera liturgica, ma non esclude quella personale, anzi la raccoman­da, purchè sia conforme a quella liturgica, nel qual caso anch'essa diventa universale e liturgica. Giustamente osserva che il valore della preghiera non dipende dalla sua lunghezza, e che la fede senza preghiera è morta; la preghiera è il colloquio con Dio e la confessione di Dio.

            Il Servo di Dio insiste sulla necessità dell'educazione liturgica dei sacerdoti, degli apparte­nenti alle organizzazioni cattoliche e di tutti i fedeli, quale condizione per poter vivere con la Chiesa mediante la liturgia. Questo infatti era il programma del suo lavoro. Sottolinea l'importanza della Sacra Scrittura nei riti liturgici. Raccomanda che ciascuno partecipi attivamente alla liturgia. La vita religiosa e quella liturgica in una diocesi dipende dal vescovo, e nelle parrocchie dal parroco - scrive il Servo di Dio. Egli rileva anche l'importanza della bellezza e dell'armonia dei riti.

            Merz rileva anche gli aspetti sociali della liturgia: essa promuove la pace, l'ugua­glianza e la fraternità, subordina interessi particolari a quelli comuni, unisce uomini tra di loro e con Dio. […] La Messa deve essere al primo posto nella vita dei fedeli... I frutti della Messa sono l'unità, la carità e la concordia, mentre la grazia riempie l'anima... Si adopera perché la Messa sia cantata, ... ma il canto dev'essere liturgico, possibilmente quello gregoriano.[…]

            Merz descrive anche la bellezza e la ricchezza dell'Ufficio divino e la sua importan­za per la vita liturgica, ammirando la Chiesa che in tal modo incessantemente canta le lodi di Dio. E' importante, secondo lui, il canto nelle chiese […], ma esso dev'essere conforme ai riti e ai tempi liturgici: solo a queste condizioni i canti popolari religiosi possono essere introdotti nella liturgia. La musica tradizionale religiosa tuttavia va coltivata, essendo l'espressione del genio religioso (del popolo). Merz è sostenitore della riforma del canto liturgico nello spirito delle direttive di Pio X, e in tal senso cerca di stimolare i fedeli, in particolare gli appartenenti al Movimento cattolico, i seminari, i conventi, varie scuole religiose e la rivista "Santa Cecilia".

            Occorre conservare per la liturgia vari elementi nazionali e la ricchezza dei singoli popoli, allontanando però dalle chiese immagini e statue prive di valore artistico, come anche fiori artificiali; poche candele e pochi fiori devono ornare gli altari. E nella confezio­ne dei paramenti sacri conviene ricorrere all'arte decorativa con motivi nazionali, onde creare uno stile nazionale nell'arredamento delle chiese.

            Da quanto sopra esposto si può giustamente concludere che la maggior parte delle idee di Merz - e proprio quelle fondamentali su cui poggiava tutto il suo apostolato - sono conformi all'insegnamento del Concilio Vaticano II, quindi hanno un valore permanente. Va però sottolineato che egli ha sostenuto ciò circa 40 anni prima del Concilio!

            […] Probabilmente Merz è una persona singolare nel Movimento cattolico e liturgico moderno. Mentre in altri paesi i promotori del Movimento erano o grandi monasteri o noti ecclesiastici, Merz è un giovane laico cattolico. Il suo grande apostolato lo ha svolto, in realtà, in sei anni, senza mezzi, senza titoli accademici in teologia e liturgia. Tuttavia in lui troviamo delle idee originali, importanti e nuove per quei tempi, che talvolta parevano rivoluzionarie e che soltanto con il Concilio Vaticano II sono state accolte e promulgate quale norma per una rinnovata e autentica vita cristiana. […] L'attività di Ivan Merz nel campo liturgico ha avuto grande influsso nella Chiesa in Croazia, così che, insieme con il dr. D. Kniewald, è considerato il principale promotore del movimento liturgico e del rinnovamento della Chiesa croata in questo secolo.

 

Roma e il papato

 

            Merz viveva profondamente il mistero della Chiesa e del papato. In una inchiesta, risponden­do al quesito: perché ama la Chiesa cattolica e il Santo Padre? ha espresso forse nel miglior modo i suoi sentimenti e la sua fede in proposito: «Perché in essa (la Chiesa) vedo la chiara immagine dell'amatissimo Salvatore e Dio Gesù Cristo con tutte le sue perfezioni, e nel Santo Padre sotto le specie d'uomo vedo il mio Dio e mio Signore».[10]  Alla luce di questa sua profonda adesione al mistero della Chiesa si comprende tutto ciò che egli ha scritto e detto della Chiesa. Non esiste un suo trattato sulla Chiesa, però i suoi scritti, compresa la corrisponden­za, sono impregnati di un profondo "sentire cum Ecclesia". Un suo intimo amico scriverà che nella figura di Merz non vi è un'idea più fortemente espressa di quella della Chiesa, che egli sempre e ovunque personalmente viveva e per la quale entusiasmava coloro con cui veniva in contatto. Così si spiega il suo stile vibrante quando scrive di Roma come centro della cristianità.[…]

            Durante l'Anno Santo 1925, Merz curava la rubrica "Roma eterna" nella rivista "Za vjeru i dom", pubblicando degli articoli che direttamente o indirettamente riguardavano la vita della Chiesa. Anche dagli altri articoli di analogo contenuto traspare il suo grande amore per la Chiesa, che vuole far amare dai giovani. Qui va menzionata la "Prefazione" al Libro d'oro, manuale per l'organizzazione delle Aquile, che proprio a causa del suo accentuato orienta­mento ecclesiale e gerarchico venne espunta dal Libro da coloro che la pensavano diversamen­te. Più tardi, questa "Prefazione", contenente il programma apostolico di Merz, venne pubblicata a parte, in forma di articolo.[11]

            Per quanto belli siano i testi del Servo di Dio sulla Chiesa, ancor più belli sembrano quelli relativi al Vicario di Cristo, in quanto qui si tratta di una Persona viva, verso la quale Merz è pieno di rispetto, amore, ubbidienza, venerazione... Oltre che negli articoli dedicati al Papa, questi pensieri e sentimenti s'incontrano in numerosi altri scritti, tra cui il più bello è senz'altro la Lettera al fratello Aquila, pubblicata in "Ðaèki Orao" (Le Aquile Studenti medi). E' un documento del suo grande amore e della devozione al Papa, come pure la testimonianza della sua premura di suscitare gli stessi sentimenti nei giovani.

            Con questa sua posizione nei confronti della Chiesa e del Papa Merz è diventato un personaggio singolare nella Chiesa in Croazia, contribuendo all'instaurarsi di un nuovo senso di attaccamento e di amore alla Chiesa presso numerosi cattolici. Ciò gli ha meritato un particolare elogio da parte del più autorevole giornalista cattolico, il dr. È. Èekada: «Benché non abbia vestito la veste talare, è stato la colonna della Chiesa di Dio».

 

L'Azione Cattolica

 

            Merz fu il primo a introdurre nella Chiesa croata le idee dell'Azione Cattolica, giustamente quindi gli spetta il titolo di "pioniere dell'Azione cattolica in Croazia" (rivista "Život" 1938, num.5). Ha tradotto personalmente l'enciclica Ubi arcano Dei (il manoscritto è conservato nel suo archivio), con la quale Pio XI aveva ufficialmente introdotto l'Azione Cattolica. Merz ha lavorato perché la Lega Croata delle Aquile fosse impostata sui principi dell'Azione Cattolica, e in ciò è riuscito.

            I suoi numerosi articoli sull'Azione Cattolica (cf. Scritti) vanno intesi nel contesto storico, tenendo conto della situazione della Chiesa locale e del già esistente Movi­mento cattolico. Mentre quest'ultimo nella sua attività era indipendente dalla Gerarchia ecclesiastica, salvo che nelle questioni di fede e di morale, ed esigeva dai laici di seguire questa linea, per l'Azione Cattolica era essenziale la collaborazione con la Gerar­chia, sotto la guida e il controllo di questa. Queste diverse concezioni dell'apostolato dei laici cattolici stanno all'origine delle controversie nel Movimento cattolico croato. Merz con i suoi numerosi articoli ha sostenuto i principi dell'Azione Cattolica sulla collaborazio­ne dei laici nell'apostola­to gerarchico della Chiesa.

            Tra i suoi articoli vi sono quelli di carattere informativo circa l'Azione Cattolica in Italia e in altri paesi, quindi alcuni articoli dottrinali nonché sullo sviluppo dell'Azione Cattolica.

            Due importanti articoli su L'autorità della Chiesa e L'autorità e l'ubbidienza vanno visti soprattutto nel clima della contestazione, da parte di una corrente dei cattolici, dell'autori­tà della Gerarchia su tutti i movimenti e le organizzazioni chiamati "cattolici". Merz espone con chiarezza i principi circa la competenza della Chiesa in proposito e sulla condotta dei laici cattolici impegnati nei confronti dell'Autorità ecclesiastica. Cosi egli appare propugnatore della corretta concezione dell'Autorità ecclesiastica e della sua competenza sulle organizzazioni ecclesiastiche e sulle associazioni laicali cattoliche.

            Della questione delicata dei rapporti tra i cattolici, dell'Azione Cattolica e la politica Merz tratta ex professo in tre articoli: Il cattolicesimo e la politica, I cattolici e la politica, L'Azione Cattolica e i partiti politici. Egli è nella linea dell'insegnamento ufficiale della Chiesa. L'Azione Cattolica non può e non deve essere politicamente orientata né impegnar­si nella politica di partito. Così pure le organizzazioni cattoliche. Un cattolico però deve impegnarsi nella vita sociale e appoggiare (votando) quel partito che meglio garantisce la salvaguardia dei principi cristiani nella vita pubblica. In altri termini, Merz sostiene la separazione della Chiesa dalla politica, così pure delle organizzazioni cattoliche dai partiti politici.

            Merz ha scritto anche un opuscolo su L'Azione Cattolica - la sua natura e definizio­ne, il suo fine e i mezzi, in cui tratta dell'argomento in modo sistematico.

            Egli ha grandi meriti per l'introduzione dell'Azione Cattolica nella Chiesa in Croazia. Nonostante le difficoltà e opposizioni egli è riuscito ad ottenere questo risultato. Nella "Prefazione" (sopra menzionata) al Libro d'oro delle Aquile parla espressamente dell'Azione Cattolica, dandone l'impronta all'organizzazione delle Aquile. Il fatto stesso che questa "Prefazione", come anche altri passi del Libro d'oro - da lui redatto - in cui si parla della fedeltà alla Chiesa e della subordinazione delle organizzazioni alla Gerarchia ecclesiastica, siano stati espunti dal libro quando questo era già in corso di stampa, fa chiaramente capire in quali circostanze e con quale eroismo Merz abbia dovuto lavorare per attuare le direttive pontificie sull'Azione Cattolica.

 

Organizzazioni cattoliche

 

            Mentre era ancora studente, Ivan Merz seguiva con grande interesse il Movimento cattolico croato e si preparava a prendervi parte attiva, una volta ritornato in patria. Uno dei suoi primi articoli, dal titolo Che cosa vogliamo, pubblicato nella rivista del Movi­mento cattolico "Zora-Luè" (Aurora-Fiaccola), già contiene le sue idee fondamentali, che più tardi svilupperà nei particolari. Egli scrive: «Se vogliamo, dunque, diventare portatori del grande pensiero cattolico, in tutte le nostre organizzazioni occorre continuamente sottolineare che la vita religiosa profonda ed intensa è la condizione indispensabile perché si formino grandi individui, i quali con la loro vita metteranno in atto le loro grandi idee. Noi non siamo una organizzazione di massa che persegua i suoi interessi comuni, bensì vogliamo formare molti grandi individui».

            Tutti i suoi numerosi articoli relativi alle organizzazioni cattoliche hanno per scopo: informare della vita e attività dei cattolici impegnati e delle rispettive organizzazioni, al fine di incitare i cattolici ad impegnarsi attivamente, non in un qualunque lavoro, ma in quello autentica­mente cattolico sotto la guida e il controllo della Gerarchia, secondo i criteri dati per l'Azione Cattolica.

            Alcuni di questi articoli, scritti durante i suoi studi a Vienna e a Parigi, sono prevalen­temente di carattere informativo e riguardano l'attività dei laici cattolici e delle organizzazioni cattoliche nei paesi occidentali. Altri articoli si riferiscono alla situazione in Croazia. Tornato a Zagreb, Merz attivamente partecipa all'attività delle organizzazioni cattoliche, diventando segretario e vice-presidente della Lega delle Aquile. In molti articoli egli tratta di quest'ulti­ma, la difende, ne promuove le idee, espone i principi che la guidano e i valori che propugna.­Prende posizione critica nei confronti di altre organizzazioni, in particolare del "Sokol" (Falco), che stanno sulle posizioni liberali. In tutti gli scritti del genere egli intende chiarire le idee e dare delle indicazioni pratiche per una attività autenticamente cattolica, in stretta unione con la Gerarchia ecclesiastica.

            Qui ricordiamo il già menzionato manuale delle Aquile Libro d'oro che Merz aveva tradotto dallo sloveno, ma anche in parte modificato, aggiungendovi dei passi in cui si parla della fedeltà alla Chiesa e alla Gerarchia, ciò che nell'edizione definitiva venne soltanto in parte accolto.

            Merita attenzione anche il suo articolo Aquisto delle nuove leve[12] circa l'attività apostolica; in esso egli in realtà descrive se stesso e il suo lavoro apostolico, onde il valore particolare di questo articolo. Le sue idee sono chiare: il fine di ogni attività apostolica è la salvezza delle anime, a cominciare dalla propria. I mezzi da usare sono la meditazione mattutina, la partecipazione frequente alla s. Messa, l'esame di coscienza quotidiano e la lettura spirituale. Facendo così si vive più intensamente la vita di Gesù, e ciò è la condizione di ogni attività apostolica.

            Merz è autore di due opuscoli: L'organizzazione delle Aquile-studenti e il Movimento cattolico e Le Aquile e la situazione nel Movimento cattolico, documenti importantissimi per la conoscenza delle cause dei dissidi nelle file dei cattolici.[13] Quando si è letto anche l'opusco­lo L'unità del Movimento,[14] pubblicato dall'altra corrente dei cattolici, si ha una visione completa della spaccatura avvenuta nel laicato cattolico della Croazia. Merz ne è stato uno dei protago­nisti per il fatto che è stato lui a introdurre nella vita cattolica del paese una nuova compren­sione del Papa, della Chiesa, della Gerarchia e del lavoro apostolico che, secondo lui, doveva sempre svolgersi alle dipendenze del Papa e dei Vescovi, sotto la loro guida e il controllo, ciò che l'altra corrente contestava.

            Tra gli scritti di Ivan Merz vi sono varie relazioni, lettere, memorandum, note che riguardano il dissidio tra i cattolici. Vi sono inoltre delle note, abbozzi di conferenze e lettere relative al lavoro delle organizzazioni delle Aquile, all'introduzione dell'Azione Cattolica e al lavoro tra i giovani in genere. Da tutti questi scritti si ricava l'immagine di Merz come uomo della Chiesa e del Papa, desideroso di impregnare di autentico spirito cattolico i giovani e i collaboratori.

 

Lourdes

 

            Merz era molto devoto alla B. V. Maria. A questo ha contribuito anche l'esperienza di Lourdes, la quale - come egli stesso ha scritto - ha rafforzato anche la sua fede cattolica. Vi è andato per la prima volta da Parigi, durante gli studi, e ne ha riportato indelebili ricordi. Tornato a Zagreb, è diventato un gran promotore della devozione alla Madonna di Lourdes. Oltre agli articoli su Lourdes, egli ha tenuto varie conferenze con diapositive. Per lui Lourdes è innanzi tutto un luogo e un evento che rafforza la fede, quindi lo considera sotto l'aspetto apologetico; solo in secondo luogo è un luogo della devozione alla Madonna. I suoi articoli su Lourdes, pertanto, hanno l'impronta del trionfo della Fede...

            Anzitutto va menzionato l'opuscolo I più recenti miracoli a Lourdes, pubblicato anche in lingua tedesca. Qui, come anche altrove dove tratta dello stesso argomento, i miracoli vengono addotti come prova della verità della fede cattolica, quindi spesso li descrive nei dettagli per convincere il lettore che è Dio che in quel modo straordinario vuol condurre gli uomini alla fede.

            Nello studio Lourdes di Zola sottopone ad un esame critico il romanzo dello scrittore francese, mettendone a nudo tutte le menzogne. Questo lavoro critico di Merz ha significato molto per i cattolici, al fine di neutralizzare gli effetti negativi del romanzo di Zola.

            Su Lourdes Merz ha scritto ampiamente in "Katolièki Tjednik", e su Lourdes nella letteratura francese ha riferito in "Za Vjeru i Dom".

            E' rimasto in manoscritto lo studio Le menzogne su Lourdes, in cui analizza e confuta le falsità riguardanti le apparizioni e i miracoli di Lourdes.

 

Questioni morali

 

            Mentre Merz si adoperava per rendere più profonda la fede cristiana nei giovani, si premurava altrettanto di contribuire alla loro formazione morale, come risulta dai suoi articoli (una quindicina), opuscoli e manoscritti, in cui alla luce della morale cattolica tratta di vari problemi di attualità. Per essere in grado di farlo, egli aveva studiato la teologia morale e i documenti del Magistero ecclesiastico,

 

            Tu e lei - In questo opuscolo Merz, alla luce dell'insegnamento della Chiesa, tratta della problematica del rapporto dei giovani verso le giovani, dell'amore in genere, del corpo e della sessualità.

 

            I cattolici e i balli moderni - In questo studio affronta il problema dei balli moderni, dando i criteri secondo i quali i giovani dovrebbero discernere se dal punto di vista morale possono o no prendere parte ad un ballo.

 

            Oltre alle questioni relative alla sessualità, Merz tratta anche di altri argomenti d'ordine morale: così dell'informazione giornalistica, dei problemi della moda, del nazionalismo, della politica e del rapporto tra donna e politica, ecc., dando sempre soluzioni conformi all'insegna­mento morale della Chiesa.

 

            I principi dell'azione politica dei cattolici - E' una raccolta di scritti della Santa Sede, dei Vescovi e dignitari ecclesiastici, degli uomini politici cattolici, dei teologi, sulla questione dell'im­pegno politico dei cattolici. Con questo libro che Merz aveva preparato per la stampa, ma che non è stato pubblicato, egli intendeva offrire criteri precisi per l'azione politica dei cattolici. Dalla Prefazione scritta da Merz si vede lo scopo di questa raccolta:

            «L'idea principale che domina in questa raccolta è la seguente: Dio è Padrone di tutta la vita, quindi anche di quella politica. I cattolici, proprio perché cattolici e come tali devono occuparsi di politica, al fine di riuscire ad impregnare lo Stato del soave spirito della dottrina evangelica. Come lo faranno, è detto nel libro. Qui inoltre si vede la grandiosa missione del papato: i papi del XIX e del XX secolo hanno indirizzato a varie nazioni cattoliche delle direttive di principio e così hanno fatto vedere che la scienza politica è solo una parte dell'etica e che vi è una stretta, anzi inseparabile unione tra religione e politica. Tutti gli atti dell'uomo - compresi quelli politici - devono avere come ultimo fine la gloria di Dio. Poiché in questo libro sono riportati solo i documenti senza commenti, è ovvio che vi è assente qualsiasi posizione politico-partitica. Qui sono esposti soltanto i grandi principi ai quali dovrebbero attenersi tutti i cattolici nella loro attività politica».

 

Educazione fisica

 

            Tra le attività dell'organizzazione delle Aquile, della quale Merz era stato segretario e vice-presidente, c'erano anche esercizi ginnici. E Merz cercò di dare anche a questa educazio­ne fisica un orientamento spirituale-morale. A tal fine scrisse alcuni articoli e uno studio, rimasto in manoscrit­to, dal titolo: Il corpo umano e l'educazione fisica alla luce (della dottrina) della Chiesa cattolica. Qui tratta dei fondamenti filosofici e teologici dell'educazione fisica. Il lavoro è diviso in quattro parti. La prima è intitolata: Il corpo umano secondo la filosofia. Nella seconda tratta del corpo alla luce della Rivelazione, del Vecchio e del Nuovo Testamento. Considera quindi il corpo prima e dopo il peccato originale, e infine nel paradiso o nell'inferno. La terza parte è intitolata: Il corpo umano nella storia. Qui si trovano testimo­nianze pagane, quindi quelle cristiane, in particolare le dichiarazioni dei grandi ingegni della Chiesa, dei santi Padri, dei Santi, dei teologi, dei papi ed altri sul significato e il valore del corpo. Così mette in rilievo i vantaggi fisici e morali degli esercizi ginnici, spiegando come questi servono all' apostolato. Mette in guardia contro le esagerazioni in questo settore, e fa vedere la cura della Chiesa nella lotta al materialismo sportivo. Nell'ultima parte, intitolata: Metafisica dell'educazione fisica, Merz insiste sul rapporto tra l'Eucaristia e l'educazione fisica, ritenendo «incompleta l'educazione fisica senza l'Eucaristia».  

            Oltre che all'Eucari­stia, Merz accosta l'educazione fisica a Maria, scrivendo l'articolo Maria e la ginnastica. Egli propone Maria come modello all'eserci­tante (atleta): come in Lei c'era un'armonia perfetta tra l'anima e il corpo, così deve essere in lui. Scrive anche l'articolo La perfezione fisica condizione della perfezione psichica.

 

Critica letteraria

 

            Fin dagli studi ginnasiali Merz rivelò grande interesse per la letteratura. Leggeva molto, per lo più opere di valore artistico. Alla fine si è deciso per lo studio della letteratu­ra, e in seguito è stato professore della lingua e letteratura francese. Aveva inclinazio­ni letterarie, ma ha rinunciato ad esse (cioè a scrivere) per dedicarsi all'apostolato, mettendo così i suoi talenti al servizio del Vangelo e della Chiesa...

            Quasi tutti i suoi articoli nel campo della critica letteraria sono dedicati agli scrittori francesi (cf. Scritti). Egli non si sofferma sulla sola analisi delle opere letterarie, bensì giudica gli scrittori alla luce dei principi morali cristiani.

            Già il suo primo articolo di critica letteraria, pubblicato nel 1920 sotto il titolo Critica oggettiva, è significativo per il suo posteriore lavoro in questo campo. Egli tratta nei particola­ri dei criteri di valutazione delle opere artistiche, dichiarando espressamente: «Le verità della Fede sono dunque l'unico criterio artistico per comprendere oggettivamente la vita e l'arte».  Dal critico si attende - continua ­- ch'egli viva non solo da cristiano comune, ma che cerchi di diventare «quanto più grande, di diventare santo», perchè solo cosi sarà in grado di intuire e discernere quei fili sottili «che del regno della Verità, della Bontà e della Bellezza fanno un'unità solida ed inseparabile».

            Anche se non si tratta direttamente di critica letteraria, è il caso di ricordare qui che ci sono numerosi quaderni di Merz, dal tempo del ginnasio e dell'università, con appunti presi durante le lezioni, con compiti di classe, come pure l'ampio schedario con estratti dalla letteratura francese, che gli è servito per la preparazione della dissertazione di laurea.

 

            Lessing e i Francesi, manoscritto. Tesi di Merz per l'esame di Stato. Tratta del ruolo di Lessing nell'emancipazione della letteratura tedesca dall'influsso francese.

 

V a r i a

 

            Oltre agli studi e articoli che abbiamo classificato secondo i temi, ve ne sono altri in cui tratta di vari argomenti o informa sulla vita della Chiesa locale; vi sono inoltre alcuni necrologi. In tutti questi scritti Merz sottolinea i valori spirituali, in modo particolare insiste sulla fedeltà e sull'amore alla Chiesa gerarchica, al Santo Padre. Merz non ha scritto uno studio sulla Chiesa, ma dai suoi scritti si potrebbe comporre un trattato di ecclesiologia. Qui ricordiamo in particolare alcuni di questi scritti, di varia natura.

 

            Necrologi: Del Vescovo Mahniæ (in lingua francese), del giovane Pierre Poyet, e dell'amico ing. Drago Maroševiæ.  Merz mette in rilievo la grandezza spirituale e le virtù cristiane dei personaggi di cui scrive.

           

            La vita eroica di s. Giovanna d'Arc - Breve biografia, scritta per le giovani appartenen­ti all'organizzazione delle "Aquile", alle quali Merz propone la Santa come modello e protettrice, particolarmente nell'amore alla Chiesa, concludendo che le "Aquile" devono essere «filiae Petri».

 

            Rito dell'accettazíone delle Aquile nell'Azione cattolica, manoscritto. Il rito ricalca quello della vestizione delle novizie benedettine. Non è stato messo in pratica, ma è una testimonianza della grande stima che Merz aveva della donna e del suo ruolo nell'apostola­to.

 

            Il diritto di voto delle donne - Conferenza (in manoscritto) in cui tratta dell'argo­mento discusso in quel tempo, esponendo il pensiero della Chiesa in merito. I cattolici sono liberi di essere pro o contro il diritto di voto delle donne. Nel caso che le donne abbiano il diritto di voto devono servirsene per il bene comune, per la famiglia, per l'educazione e per la moralità pubblica. Un eventuale impegno politico della donna non deve essere a scapito dei suoi doveri di famiglia. Nella vita pubblica devono seguire le direttive della Santa Sede. Possono impe­gnarsi nella politica, ma al di fuori dell'Azione Cattolica e nel rispetto della legge divina, naturale ed ecclesiastica. Infine Merz si esprime per il diritto di voto della famiglia...

 

            Codex dell'Aquilismo croato, manoscritto. - Merz vi ha messo come sottotitolo: "Disposizione sistemati­ca delle dichiarazioni di Sua Santità il Papa Pio XI e dei nostri Vescovi sull'Aquilismo croato". I testi sono disposti sotto i seguenti titoli: Aquile come organizzazione dei giovani, Aquile come ramo dell'Azione cattolica, La spiritualità delle Aquile, I mezzi delle Aquile, Aquile come organizzazione nazionale, Particolari qualità del ramo femminile delle Aquile, L'Aquilismo e gli avversari. Da questo scritto appare quanto Merz ci tenesse a ché la Lega Croata delle Aquile fosse strettamente legata alla Chiesa.

 

            I doni di san Nicola - "oppure come i buoni bambini collaborano con la Chiesa nell'aposto­lato di Gesù". Il sottotitolo indica il contenuto di questo dramma in due atti, rimasto in manoscritto. L'azione si svolge nel 1519, al tempo del bano (croato) Berislaviæ, in un villaggio di frontiera. E' descritta la drammatica lotta con i Turchi e le sofferenze dei cristiani croati. Viene s. Nicola e parla di Aquila, collaboratore di san Paolo nella diffusio­ne del cristianesimo, invitando i bambini a seguirne l'esempio. I bambini si danno da fare mostrando la carità verso un nemico, un Turco fatto prigioniero e ferito.

 

            L'Aquilismo croato e cattolico, manoscritto. Tratta dell'Aquilismo quale strumento per la salvaguardia dell'identità cattolica del popolo croato. Previo uno sguardo storico generale, mette in evidenza il ruolo della Chiesa e dei Papi nella storia croata, parla delle sofferenze dei Croati sotto i Turchi in Bosnia, sottolinea che la Fede cattolica è un elemento costitutivo della cultura e della vita nazionale, concludendo che tutto ciò che di grande è nel popolo croato lo deve alla Chiesa cattolica.

 

            Turgenjev, manoscritto. Studio scritto a Vienna nel 1915, per la rivista "Luè", ma non pubblicato. Vi è analizzata l'opera poetica dello scrittore russo. Merz qui rivela il suo talento letterario, ma non ha ancora quei criteri che lo guideranno più tardi nella valutazio­ne delle opere letterarie.

 

            Lo spirito francescano, manoscritto. - Commento di Merz all'enciclica di Pio XI Rite expiatis, pubblicata per il giubileo di s. Francesco d'Assisi. Poiché il Papa accenna ai legami dell'Azione Cattolica con san Francesco, dichiarato patrono della medesima, Merz applica il contenuto dell'enciclica alle Aquile che promuovono la conoscenza delle encicliche pontificie. Lo spirito francescano - dice Merz - è lo spirito dell'Azione Cattolica, e in concreto, seguendo i singoli capitoli dell'enciclica, fa vedere come le Aquile devono realizzarlo per quanto riguarda la questione sociale, la povertà, il cattolicesimo, la castità e la penitenza, la carità, il Terz'ordine apostolico, l'influsso sulla patria e sullo sviluppo delle belle arti.

 

            Decadenza attuale e gli errori odierni, manoscritto. - Abbozzo di conferenza. Analizza la situazione della società che va verso il materialismo pratico; i libri e la stampa in genere contribuiscono a questa decadenza con la diffusione delle idee filosofiche erronee. Merz quindi esamina criticamente le varie correnti. Tratta del razionalismo, naturalismo, liberalismo, della falsa concezione della libertà di coscienza e di religione, della massoneria e dell'indifferenti­smo. Espone la dottrina della Chiesa sull'uomo, sulla società e sullo Stato. Infine riporta un elenco di documenti pontifici ed encicliche che trattano gli stessi problemi e sono accessibili per un ulteriore approfondi­mento dei rispettivi argomenti.

 

            Dell'inquisizione ed eresia, manoscritto. - Abbozzo di conferenza. Brevi cenni storici sull'argomento e corrette spiegazioni. Espone la posizione delle autorità civili ed ecclesiastiche nei confronti dell'eresia e tratta della triplice inquisizione: medievale, spagnola e romana.

 

            I certosini, abbozzo di conferenza, in manoscritto. - Uno sguardo storico sulle origini e lo sviluppo dell'Ordine con notizie biografiche di s. Bruno. Dalla conferenza traspare la simpatia e l'amore di Merz per la vita religiosa contemplativa.

 

            Il vessillo di Cristo, manoscritto. - Progetto di regolamento per la redazione di un quotidia­no cattolico che Merz intendeva promuovere. Il fine del giornale: «difesa della Chiesa e diffusione del Regno del N.S. Gesù Cristo», nella stretta unione con la Gerarchia ecclesiasti­ca.  «Il programma de "Il vessillo di Cristo" consiste nel sostenere con le sue deboli forze la sublime missione del papato». Formula precisi consigli e direttive per i membri della Redazione su come tendere alla santità.

 

            La Chiesa - la verginità, manoscritto. - Raccolta di testi sulla vita consacrata nella verginità.

 

            L'Immacolata Concezione, manoscritto. - Conferenza per la festa dell'Immacolata. Partendo dalla necessità che nell'organizzazione delle Aquile i membri siano educati alla fortezza cristiana, pone l'Immacolata come modello di questa virtù; nel descriverla attinge ai testi del Messale e del Breviario, e in una nota finale propugna il movimento liturgico in Croazia.

 

            Danza popolare, conferenza, in manoscritto. - Il compito delle Aquile è applicare i principi della morale cattolica a tutti i livelli della vita del popolo; in questa breve confe­renza egli lo fa trattando della danza, alla quale cerca di dare una dimensione spirituale e teologica: paragona la danza con il "gioco" della Grazia nelle anime e con le cerimonie della liturgia cattolica. Mette in rilievo i lati positivi delle danze popolari, mentre contesta quelle moderne che intaccano i principi della morale.

 

            Lo Stato cattolico, manoscritto. - Un ampio commento dell'enciclica di Leone XIII Immortale Dei, scritto nel 1925 (utilizzando l'originale e il commento francese). […]

 

            L'Azione cattolica e l'Aquilismo cattolico croato, manoscritto. - Merz mette in rilievo i legami delle Aquile con la Chiesa, al fine di rafforzarli. Tratta dei risultati positivi dell'orga­nizzazione e delle rispettive ragioni, dei rapporti tra i vari rami del Movimento cattolico.  Sottolinea la fedeltà delle Aquile alle direttive della Santa Sede e i legami con la Gerarchia. Delinea la fisionomia spirituale dell'organizzazione delle Aquile, ne analizza il motto (pro­gramma) (Sacrificio - Apostolato - Eucaristia) e ne descrive l'attività, concluden­do con uno sguardo ai rapporti con i Vescovi. Alla fine tratta dello «spirito romano» delle Aquile.

 

            Cattolicesimo e nazionalismo, manoscritto. - La rivista cattolica francese "Les Lettres", durante il 1923 ha pubblicato i risultati di una inchiesta internazionale sul tema "il cattolicesi­mo e il nazionalismo". Hanno risposto una settantina di studiosi. Scegliendo da queste risposte i brani più significativi Merz ne ha fatto una unità organica, precisando nell'introdu­zione che il problema del nazionalismo vi è trattato anzitutto alla luce della ragione, mentre l'aspetto teologico è meno considerato. Anche se queste dichiarazioni non hanno il valore dottrinale di una enciclica pontificia, si tratta pur sempre - continua - delle opinioni di studiosi cattolici sul problema del nazionalismo. Merz ha sistemato questi testi in alcuni gruppi: idee poco chiare tra gli stessi cattolici circa il nazionalismo; ciò che non è un sano nazionalismo; il malsano internazionalismo; conseguenze di un ordine cristiano sconvolto. Il penultimo capitolo reca il titolo "Roma - l'unica salvezza dell'umani­tà".

 

            Arcanum - Del matrimonio cristiano, manoscritto. - Traduzione dell'enciclica di Pio XI sul matrimonio cristiano. Merz vi ha aggiunto numerosi testi sulla problematica della famiglia. E' difficile distinguere ciò che è suo da quello che ha attinto ad altre fonti. Comunque si tratta di un documento della sua premura di illustrare i problemi del matrimo­nio alla luce dell'auten­tica dottrina della Chiesa.

 

Corrispondenza

           

            Ci è pervenuta - conservata nell'archivio di Ivan Merz e dai suoi amici ­un'ampia corrispon­denza del Servo di Dio con i suoi genitori ed amici e conoscenti, nonché quella ufficiale che egli tenne come segretario della Lega croata delle Aquile. Anche se non tutte le sue lettere e cartoline si sono conservate, ciò di cui disponiamo, ed è parecchio, ci consente di penetrare nel suo intimo e seguire lo sviluppo della sua personalità e della sua visione religiosa della vita e del mondo. Alcune sue lettere sono state pubblicate nelle biografie e nelle riviste.

            Classifichiamo la corrispondenza in alcuni gruppi, dandone le principali caratteristi­che.

 

            Ai genitori.  Numerose sono soprattutto le cartoline che Ivan inviava ai genitori mentre era assente da casa per motivi di studi o di servizio militare, specialmente dal fronte. Partico­larmente significative sono alcune lettere alla mamma scritte da Parigi; in esse egli espone la sua concezione cristiana della vita e del mondo e giustifica le proprie decisioni. Non fu capito dalla madre, la quale gli rispose a modo suo. Questa corrisponden­za tra madre e figlio è stata pubblicata nella biografia del Servo di Dio scritta dal dr. Kniewald.[15]

 

            Agli amici e conoscenti. Ivan aveva molti amici, il cui numero ulteriormente aumentò dopo il suo ritorno a Zagreb e in seguito al suo impegno apostolico tra i giovani e gli intellettuali. Con alcuni teneva una corrispondenza regolare o periodica, con altri scambiò qualche lettera o cartolina. Meritano una particolare menzione alcune lettere e cartoline, special­mente dal fronte, indirizzate al prof. dr. Ljubo Marakoviæ, il quale ebbe Ivan come alunno nel ginnasio ed esercitò su di lui un grande influsso. In esse per lo più vengono espresse le opinioni sulle opere letterarie lette, ma anche certi stati d'animo con qualche riflessione religiosa. In alcune lettere e molte cartoline scritte all'amico Nikola Bilogriviæ, studente di teologia e poi sacerdote, vi sono molti dettagli di carattere religioso, specialmente le riflessioni dal fronte. Numerose sono anche le lettere e cartoline scritte alle famiglie Beliæ e Maroševiæ, in particolare all'amico ing. Drago Maroševiæ, al quale scrisse anche quella lettera, spesso citata e pubblicata, da Parigi sulle impressioni riportate a Lourdes nonché sulla propria visione della sofferenza.(... ) Alcune lettere a Marica Stankoviæ sono state pubblicate in "Život" e sono molto ricche di contenuto; Merz vi esprime il proprio punto di vista sulle correnti che all'epoca esistevano tra i cattolici.

 

            Corrispondenza ufficiale di Ivan Merz, segretario della Lega Croata delle Aquile. Come segretario della Lega Merz ha scritto numerose lettere e relazioni. In primo luogo vanno menzionate quelle indirizzate al Presidente della Lega dr. Ivan Protulipac, nelle quali tratta soprattutto dei problemi dell'organizzazione e del come conservare in essa un buono spirito. In una di queste lettere ringrazia Dio perché gli avversari non sono riusciti ad abbattere la Presidenza della Lega, nel raduno di Sarajevo. Per esprimere la sua gratitudine a Dio egli trascrive tutto il Te Deum.[16]

            Nel suo archivio si trovano altri numerosi scritti indirizzati a diverse persone, ai vescovi, alle organizzazioni locali, sempre nello stesso spirito, col fine di conservare l'organiz­zazione sulle posizioni dell'Azione Cattolica, in unione con la Gerarchia. I suoi sforzi per introdurre l'Azione Cattolica risultano anche da altre note, lettere e relazioni. In qualche lettera difende le proprie posizioni e i principi dell'Azione Cattolica, in particolare nella lettera a dr. Paolo Lonèar, dalla quale si vede che era stato attaccato da questo prelato;[17] la sua difesa appare convincente.

            Particolarmente importante è la lettera di Merz al nunzio Mons. Ermenegildo Pellegri­netti, nella quale descrive la situazione drammatica nelle file dei cattolici.[18] Da una parte descrive la premura delle Aquile di essere sempre sulla linea della Chiesa e dell'A­zione Cattolica, e dall'altra fa conoscere i tentativi del Seniorato di ostacolare i primi imponendo loro la propria concezione dell'attività cattolica politicizzata. Un documento di gran valore per la conoscenza delle condizioni in cui si trovavano le due correnti del Movimento cattolico.

            Da tutte le lettere di Merz traspare un'alta spiritualità; particolarmente quelle degli ultimi anni rivelano l'autore come colui che tutto vede con gli occhi di Dio, desideroso di indurre gli altri ad una vita spirituale più profonda nonché alla fedeltà alla Chiesa e al Papa...

 

Conclusione

 

            Gli scritti di Ivan Merz costituiscono un tesoro singolare nella letteratura spirituale croata di questo secolo. L'autore è un giovane laico che amava il Cristo e la Chiesa con tutto il suo essere e di questo amore voleva infiammare gli altri. Della forza della parola scritta di Ivan il poeta croato Ton Smerdel si è espresso in questi termini (In gloriosam memoriam, in "Nedjelja" 20 (1930), 4):

            «Pochi sono gli uomini che come lui (Ivan Merz) hanno esercitato un influsso su di me con la loro attività, i loro scritti e le parole e quotidianamente mi sono stati modelli nel lavoro concreto nell'Azione Cattolica. Riconosco di non averlo mai visto, ma da ogni rigo da lui scritto ho sentito la forza, perché lui è stato forse l'unico tra di noi che tutto quel che ha scritto, lo ha scritto in un santo trasporto e sotto l'illuminazione della Grazia. In ciò era la sua forza, e lo è tuttora. Perciò ha potuto influire sulla gioventù e di essa far quella che difenderà Dio...» […]

            Da un attento esame degli scritti di Ivan Merz risulta che in essi non vi è alcunché contra fidem vel bonos mores, anzi vi si trovano tante cose che sono in grado di rafforzare le convinzioni religiose e morali conformi all'insegnamento della Chiesa cattolica. Nel comples­so, Ivan Merz ci si presenta come uomo, apostolo, promotore del movimento liturgico, il quale ha raggiunto un alto grado di perfezione cristiana, di santità, e come tale a tutti può essere un modello da imitare.[…]

                                                                     (firma m.p.)

 

                                                                             

 


 

                                                            


 


    [1] Vedi sopra, Cap. XV, A.

    [2] Vedi sopra, Cap. XIV Intr. 1.

    [3] Sull'origine dell'articolo v. sopra, Cap. VI Intr. 4.

    [4] Vedi sopra, Cap. XVI.

    [5] La dissertazione di Merz L'influence de la liturgie sur les écrivains français de Chateaubriand à nos jours è stata pubblicata a Zagreb nel 1996, in occasione del centennario della nascita dell'autore.

    [6] Cf. sopra, Cap. XIV Intr. 3.

    [7] Cf. sopra, Cap. XIV, 9.

    [8] Cf. sopra, Cap. XIV Intr. 3.

    [9] Cf. sopra, Cap. IX Intr. 6.

    [10] Queste parole di Merz vanno prese cum grano salis; egli certamente non intendeva affermare del Papa ciò che vale solo per il Verbo incarnato. (Nota del traduttore).

    [11] Vedi sopra, Cap. XI, doc. 3.

    [12] Vedi sopra, Cap. X, 2.

    [13] In che misura Merz sia coestensore dei due opuscoli, è difficile stabilire con precisione; ciò vale soprattutto per il primo opuscolo. Sul primo opuscolo vedi Cap. XI, Introduzione: 30 maggio 1926. Quanto al secondo, v. Cap. XII, 14 e 15. 

    [14]  Cronologicamente, questo opuscolo precede i due citati nella nota precedente; vedi Cap. XI, Introduzione: 20 maggio 1926.

    [15] Vedi Cap. IX, C: Corrispondenza... con i genitori.

    [16] Vedi sopra, Cap. XII, 24.

    [17] Vedi sopra, Cap. XII, 26.

    [18] Vedi sopra, Cap. XII, 25.