C a p i t o l o  XI

            Ivan Merz nel suo articolo del giugno 1927, citato nel Capitolo X, 3 in fine, accennava a “molte difficoltà e sacrifici”, che i dirigenti della Lega Croata delle Aquile (HOS) avevano dovuto affrontare nell’attuazione dei principi del movimento. Le più gravi difficoltà provenivano dall’interno dello stesso movimento cattolico, e precisamente dal gruppo dirigente del Seniorato di Zagreb, il quale voleva che tutte le organizzazioni di studenti medi fossero sotto la competenza della Lega Cattolica Jugoslava degli Studenti medi (LIGA). Poiché la Lega Croata delle Aquile (Hrvatski Orlovski Savez = HOS) aveva le sue organizza­zioni di studenti medi, più fiorenti di quelle della Liga, alle quali non voleva rinunciare, tra il comitato del Seniorato di Zagreb e lo HOS sorse una incresciosa controversia, in cui ebbe parte anche Ivan Merz, come segretario dello HOS. Nel presentarla, cercheremo di essere concisi e, possibilmen­te, completi nella misura in cui ciò è necessario per poter valutare la condotta di Merz. La controversia appare molto complessa, e chi anche ripetutamente percorre i relativi documenti, con difficoltà riesce a coglierne gli elementi essenziali. Pertanto crediamo opportuno darne una cronistoria, mettendo in rilievo soltanto i passi più significativi.

            Il germe della controversia tra il Seniorato e la Lega Croata delle Aquile era già nelle origini della Lega stessa. In proposito Merz scriveva nel 1927: «Il dissidio …era sorto ancor prima dell’assemblea costituente dello HOS del 16 dicembre 1923. Allora si stavano elaborando gli Statuti dello HOS e si preparava l’edizione croata del “Libro d’oro”. Questi statuti e questo Libro d’oro croato dovevano impostare le nostre organizzazioni della gioventù su una base del tutto nuova, alquanto diversa da quella dell’organizzazione slovena delle Aquile. Pertanto la presidenza dell'”Omladinski Savez” (quello primo) inviò una circolare a tutti i vescovi, dalla quale si vede che si trattava di far sì che il sacerdote nell’organizzazio­ne culturale non fosse membro come gli altri, bensì solo assistente spirituale nominato dall’Ordinario. “Questo movimento deve essere nel più stretto rapporto con la Chiesa – sta in questa circolare – di modo che ogni singola associazione abbia il suo assistente spirituale. Gli statuti di ogni singola organizzazione devono avere la previa approvazione del vescovo sul cui territorio viene fondata l’organizza­zione. Il vescovo può anche proibirla”. Con questo è stato introdotto nella vita delle nostre organizzazioni qualcosa di nuovo che prima non c’era. Sono stati posti i fondamenti della riorganizzazione nello spirito dell’Azione Cattolica».

            «Nell’assemblea generale dello HOS si è avvertita la resistenza contro queste riforme nello spirito dell’Azione Cattolica. Ci si opponeva all’introduzione (nell’organizzazione) dell’assistente spirituale. Dopo è uscito il Libro d’oro nella redazione croata, il quale è stato impostato di proposito sui principi dell’Azione Cattolica di Pio XI. Conformemente agli Statuti, nel Libro d’oro è stato inserito il passo sull’assistente spirituale ufficiale. In tal modo le Aquile per mezzo del proprio assistente spirituale sono diventate direttamente dipendenti dall’autorità ecclesiastica. Al Seniorato è parso che in tal modo di fatto perdeva il potere sulla Lega delle Aquile. Il Seniorato voleva essere intermediario tra l’autorità ecclesiastica e la Lega delle Aquile, rispettivamente voleva continuare ad essere guida suprema di tutti i rami del movimento cattolico. In questo punto del Libro d’oro vedeva l’inizio dell’alienazio­ne dell’organizzazione delle Aquile dall’autorità del Seniorato». Secondo Merz, «doveva sorgere il contrasto tra lo HOS e il Seniorato, tanto più che il Seniorato non cessava di insistere che l’Azione Cattolica è “un problema che è attuale altrove e non da noi” (Opuscolo del Seniorato del 20.V.1926 (v. infra), p. 7)».[1]

            1. Le “Risoluzioni di Krapanj”. 

            Nell’anno scol. 1924-25 il progresso del movimento delle Aquile tra gli studenti medi fece maturare in questi l’idea che l’organizzazione delle Aquile era sufficiente per dare ai propri membri la formazione culturale, e che quindi non era necessario che gli studenti contemporanea­mente fossero iscritti anche nelle organizzazioni della Liga, che era l’organizza­zione madre degli studenti cattolici.

            Su proposta del dr. Protulipac, la questione «molto attuale» degli studenti medi, rispettivamente dei rapporti tra la Liga e l’organizzazione delle Aquile fu affrontata nella seduta della Presidenza dello HOS del 3 aprile 1925.[2] Protulipac costatava che in proposito anche in Slovenia regnava una grande crisi, mentre da noi (in Croazia) erano sempre più frequenti le critiche allo HOS e al Distretto delle Aquile Studenti medi. Contemporaneamente – come riferiva D. Žanko – in provincia si notava un certo disorientamento, in quanto da qualche parte le Aquile continuava­no a occuparsi solo della ginnastica (residuo dello SGO di una volta), mentre in altre parti gli studenti trovavano nelle Aquile una formazione completa, per cui non volevano sentire della Liga. Il risultato della discussione fu: il movimento delle Aquile è una organizzazione culturale autonoma, quindi il suo lavoro non può essere limitato. Si cercherà di trovare con la Liga un’intesa, che garantisca ad entrambe le organizzazioni l’autonomia, dividendo il lavoro.

             Durante le vacanze del 1925, in occasione del corso delle Aquile, organizzato dal Distretto delle Aquile Studenti medi di Mahnić (Mahnićevo Đačko Orlovsko Okružje = MĐOO) nell’isola di Krapanj (Šibenik), gli stessi studenti medi sollevarono la questione dell’apparte­nenza delle Aquile-studenti alle organizzazioni della Liga, ritenendola non necessaria, ed espressero il desiderio che la Liga fosse riorganizza­ta, in modo da diventare una centrale di coordina­mento di tutti i rami del movimento studentesco (v. infra, 4: Il corso di Krapanj).

            Queste “risoluzioni di Krapanj” non furono bene accolte dal Seniorato di Zagreb e non mancarono reazioni negative. Nella seduta della Presidenza dello HOS del 26 agosto 1925 Protulipac costatava che «alcuni uomini sistematicamente calunniano lo HOS presso gli altri rami del movimento e presso alcuni eminenti operatori cattolici. Si diffondono le false notizie sulle discussioni di Krapanj, durante il corso degli studenti medi».

            2. La Conferenza Episcopale del 1925.

            Dal 13 al 19 ottobre 1925 fu tenuta a Zagreb la Conferenza Episcopale che discusse anche dell’organizzazione dell’Azione Cattolica, decidendo in questi termini:

            «Deve essere costituita la Giunta delle Organizzazioni dell’Azione Cattolica del Regno dei Serbi Croati e Sloveni con sede a Zagreb. Membri di questa Giunta sono le Giunte Diocesane, e ogni diocesi ha i Consigli Parrocchiali. Un Comitato particolare redigerà gli Statuti della Giunta di queste organizzazioni. Questi Statuti saranno rimessi a tutti i vescovi perché ne diano il proprio parere, dopo di che questi Statuti insieme con le osservazioni dell’Episcopato devono essere sottoposti al Comitato Ristretto dell’Episcopato».[3]

            3. L’assemblea generale del Seniorato del 22 ottobre 1925.

            Subito dopo la Conferenza episcopale, fu tenuta l’assemblea generale del Seniorato con la partecipazione di oltre 60 membri. Lo svolgimento dell’assem­blea è descritto nel “Vjesnik” del Seniorato, del 9 novembre 1925, num. 6.

            Anzitutto fu eletto il nuovo comitato del Seniorato: presidente dr. Ljubo Maraković, vice-presidente Vjekoslav Gortan, segretario Mario Matulić, tesoriere B. Vitaić ed altri membri del comitato.

            Si discusse quindi della proposta del dr. V. Deželić jr. di trasferire i resti mortali del vescovo Mahnić dal cimitero Mirogoj nella chiesa di s. Francesco Saverio, officiata dal TOR di s. Francesco, e di organizzare per l’occasione il congresso del Movimento Cattolico Croato. L’iniziativa e l’organizzazione del congresso doveva essere del “Hrv. Katol. Narodni Savez” (HKNS = Lega Nazionale Croata Cattolica), in cui erano riunite “tutte le nostre associazioni, leghe e imprese, e il cui comitato è sufficientemente rappresentativo, e completamente nostro (= del Seniorato!)”.[4]

            Seguì la relazione del dr. Protulipac sullo stato del movimento croato delle Aquile, con particolare riguardo alla controversia sorta tra l’organizzazione delle Aquile Studenti medi e la Liga dopo le risoluzioni prese dagli studenti a Krapanj, i quali chiedevano la libertà di scegliere a quale organizzazione appartenere, alle Aquile o alla Liga. I dirigenti dello HOS – dice il Protulipac – pensavano ad un accordo con la Liga, ma questo è stato reso più difficile dalla decisione del comitato centrale del Seniorato che ha dato ai seniori nella Liga l’istruzione di non trattare con il Distretto delle Aquile Studenti medi fino a quando le organizzazioni delle Aquile, che hanno abbandonato la Liga, non torneranno nella Liga; e quelle che non lo faranno, saranno ritenute escluse dal Movimento cattolico.

            Nella discussione che seguì, Petar Grgec negò al corso di Krapanj il diritto di 0formulare quelle risoluzioni, affermando che «a Krapanj è stato eseguito un Putsch (tentativo di rivolta)». In questa occasione venne in evidenza la doppia concezione del movimento delle Aquile. Mentre Protulipac ricordava «come il movimento delle Aquile si è sviluppato dalle organizzazioni di studenti medi» – il che era vero -, secondo Grgec «l’organizzazione delle Aquile è in primo luogo per i ceti più larghi (za široke slojeve). La Liga e lo HOS devono esistere, solo bisogna determinare la loro competenza. La Liga esiste da parecchi anni, la posizione in essa dei membri del Seniorato è già sistemata, poiché noi tutti siamo seniori delle associazioni universitarie con i propri diritti. Al contrario, nell’organizzazione delle Aquile la nostra posizione non è ancora determinata. La Liga deve dare allo studente medio un’educazione integrale, e l’organizzazione delle Aquile gli deve dare l’educazione specifica delle Aquile, che gli consentirà di diventare un operatore culturale delle Aquile nel popolo».

            Un’analoga discussione si ebbe dopo la relazione di Marica Stanković. Mentre secondo M. Stanković le alunne delle scuole medie che sono nell’organizzazione delle Aquile possono essere nell’organizzazio­ne della Liga, se lo vogliono, Stjepan Barić avverte che tutti gli studenti medi, ragazzi e ragazze, devono essere nell’organizzazione della Liga. La SHO (ramo femminile delle Aquile) deve avere il permesso dalla Liga e l’approvazione del Seniorato per poter organizzare le alunne delle scuole medie.

            Il dr. Deželić jr. fa presente che di questo argomento, al momento, si occupa il comitato ad hoc, rileva però «il tono inopportuno, con cui si parla della Liga. La nuova generazione non ha comprensione né per la Liga né per il Domagoj».

            Nella prosecuzione dell’assemblea, il dr. Šimrak parla della politica del Partito Popolare Croato. Dice che il programma rimane lo stesso anche per il futuro, ma che occorre prestare maggiore attenzione al lavoro sociale e culturale. «Si sofferma sul fenomeno di extrapartitismo (izvan­strančarstvo), che era direttamente puntato contro il Partito Popolare Croato (HPS). Poi espone le conclusioni della Conferenza episcopale. Tutto rimarrà come finora. Il Movimento cattolico presso gli Sloveni e i Croati era più che una parte della cura pastorale. Questo è movimento nazionale politico e sociale-economico. Se alle nostre condizioni applicassimo letteralmente le forme organizzative italiane, distruggeremmo il vecchio e non creeremmo niente di nuovo. Per mezzo delle organizzazioni extrapartitiche potremmo guadagnare solo — noi stessi, perché gli altri cattolici fuori delle nostre file non si sentirebbero spinti a uscire ad es. dal Sokol e entrare nelle Aquile. L’extrapartitismo non ha senso. Se saremo concordi, nessuno ci potrà nuocere e avremo tutto quello che vorremo (il quotidiano ecc.)[5]».  

            Nel frattempo il comitato ad hoc (Maraković, Protulipac, Grgec, Ćepulić, Blažević, Jesih, sotto la presidenza del rev.do Pećnjak) aveva trovato un compromesso per regolare i rapporti tra la Liga e lo HOS, e ora propone all’assemblea di approvarlo in questi termini:

            «La Liga viene riorganizzata così che diventa la centrale suprema della Liga di studenti medi e del M.Đ.O.O. (Mahnićevo Đačko Orlovsko Okružje = Distretto delle Aquile Studenti medi di Mahnić) e che sotto la sua competenza cade il lavoro riguardante l’educazione ideologica e la formazione intellettuale di tutti gli studenti medi. Questa sua funzione la esercita nella Liga degli studenti medi e nel M.Đ.O.O., e precisamente con i mezzi che saranno determinati nei particolari. Il Distretto delle Aquile Studenti medi di Mahnić sotto la competenza della Lega delle Aquile avrà cura dell’educazione specifica delle Aquile (ginnastica, educazione pratica di operatori culturali ecc.).

            Alla Liga e al MĐOO vanno date le istruzioni di procedere ovunque in modo conciliante. Perché non nascano dissidi, bisogna risolvere anche le questioni personali e cercare che nelle loro organizzazioni entrino più operatori seniori».          

            Secondo la spiegazione di Petar Grgec, questo doveva «essere la base per il lavoro del comitato (quale comitato, quello ad hoc o comitato centrale del Seniorato?) che elaborerà il piano dettagliato secondo cui saranno determinate le competenze dello HOS e della Liga. Tutte e due le organizzazioni sono sotto il Seniorato. Ci siamo accordati che deve essere ristabilita l’unità del movimento degli studenti. Il Distretto studentesco di Mahnić (MĐOO) è sotto la Liga nella questione dell’educazione integrale. In quanto si occupa di ginnastica, dello studio dell’organizzazione delle Aquile e dell’educazione di operatori culturali delle Aquile nel popolo, è sotto lo HOS».     

            Nella votazione che seguì, la proposta fu accolta dall’assemblea. Soltanto cinque voti erano contrari.

            4. Il Seniorato blocca la pubblicazione del periodico delle Aquile.

            Passavano i mesi, e il comitato ad hoc non si riuniva, mentre da parte dei singoli membri del comitato direttivo del Seniorato si diceva che quel comitato ad hoc non avrebbe trattato tale questione. Nel frattempo, nella seduta della Presidenza dello HOS del 7 febbraio 1926, Protulipac informava dei colloqui avuti con Stjepan Podolšak, presidente della Liga: entrambi erano d’accordo che la questione degli studenti medi non fosse risolta subito, ma che si lasciasse maturare, e intanto dall’una e dall’altra parte si sarebbe cercato di agire in modo conciliante, onde superare i contrasti sorti.

            Nella stessa seduta dello HOS si decideva di pubblicare un foglio proprio, “Orlovska straža” (Sentinella delle Aquile), ma nella seduta del 21 marzo il dr. Avelin Ćepulić riferiva delle difficoltà che in proposito erano sorte da parte del Seniorato. E infatti, il 23 marzo 1926 il segretario del Seniorato, Matulić, informava il dr. Protulipac che nella riunione del comitato del Seniorato del 22 marzo era stato deciso che l’annunciata pubblicazione del nuovo periodico dello HOS “Orlovska straža” venisse sospesa. Tra i presunti motivi di questa decisione c’è anche il timore che «questo foglio non prenda un indirizzo che non sarebbe nell’interesse dell’organizzazione delle Aquile e del movimento cattolico, essendo l’organizzazione delle Aquile ancora troppo giovane e troppo debole per resistere, in momenti critici, a vari influssi che potrebbero tentare di deviare dalla via retta, nonostante la buona volontà e lo spirito di sacrifico dei seniori che in essa lavorano».[6]

            5. Ultimatum del comitato del Seniorato allo HOS.

            Alla lettera dei seniori dello HOS del 27 marzo 1926, in cui si chiedeva che il comitato del Seniorato rivedesse la propria decisione in merito alla progettata “Orlovska straža”, il dr. Matulić rispondeva il 31 marzo: Il comitato rimane fermo sulla precedente decisione, che la questione della “Sentinella delle Aquile” sia rimandata alle vacanze estive, e che il dr. Maričić venga cooptato nello HOS come relatore del Seniorato per le questioni culturali, come già chiesto nella lettera del 23 marzo.[7] I seniori nello HOS devono eseguire questa decisione entro il lunedì 12 aprile. «E’ tempo estremo che sia sentita l’autorità del Seniorato e che il Seniorato non venga messo davanti a fatti compiuti, come più volte finora è accaduto». Se i seniori nello HOS non eseguiranno le decisioni del comitato del Seniorato, e, nel caso che non potessero eseguirle, se non daranno le dimissioni, contro di essi il comitato prenderà dei provvedimenti.

            Un analogo atteggiamento il Seniorato lo mostrò verso la sig.na Marica Stanković, del ramo femminile delle Aquile (SHO), che nel periodico “Za vjeru i dom”, 1926, num. 3, aveva pubblicato l’articolo I compiti del movimento delle Aquile-ragazze e una nota commemorativa nella rubrica “Le nostre Aquile-ragazze”, che il comitato del Seniorato ritenne non conformi alla propria visione, poiché la Stanković scriveva che l’organizzazione delle Aquile-ragazze comprendeva anche le giovani della scuola media insieme con la gioventù non scolastica. «Le studenti, è vero, hanno la loro centrale nella… Liga, mentre sotto la competenza della SHO cadrebbero solo le sezioni di ginnastica di queste organizza­zioni. Tuttavia la SHO non può essere centrale solo per la parte tecnica del lavoro (ginnastica), perciò vediamo che la maggioranza delle associazioni delle studentesse medie aderisce alla SHO come centrale di tutte le associazioni femminili, comprese quelle nelle scuole medie». Il 6 aprile, il dr. Matulić invita la Stanković, rea di aver peccato contro la disciplina del Seniorato, a dichiararsi responsabile e disposta a riparare il proprio atto.[8]

            Nel frattempo l’arcivescovo Bauer era stato informato dallo HOS della situazione, poiché nella seduta della Presidenza dello HOS del 14 aprile 1926 il dr. Merz informava: E’ arrivata la lettera dalla presidenza della Conferenza episcopale in risposta all’esposto dello HOS sullo stato attuale delle Aquile croate e sulle danze moderne. Questi argomenti saranno discussi nella prossima Conferenza episcopale plenaria.[9]

            6. Ulteriore sviluppo della controversia.

            Il 19 aprile 1926 Ivan Merz indirizzava al Comitato del Seniorato una lettera di chiarimenti circa la propria condotta in alcune questioni del Movimento cattolico (v. infra, 1).

Anche Marica Stanković aveva risposto al Seniorato, ma la sua lettera, a differenza di quella di Merz, non fu bene accolta (ibid.).

            Il 3 maggio 1926 Merz informava l’arcivescovo Šarić dell’improvvisa decisione del Seniorato di risolvere rapidamente la questione delle Aquile nelle scuole medie (v. infra, 2).

            Indichiamo in seguito i passaggi principali della controversia tra il Seniorato e lo HOS.

            4 maggio 1926. – Il dr. Matulić convoca per il pomeriggio di quello stesso giorno la riunione straordinaria del comitato del Seniorato, per discutere della «Sistemazione delle relazioni tra lo HOS e la Liga in base al principio: Studenti medi – nuova generazione del Seniorato, nessuna mediazione tra studenti medi e il Seniorato, un solo Seniorato, una sola organizzazione di studenti medi, un solo movimento».[10] 

            11 maggio 1926. – In seguito all'”ultimatum” del dr. Matulić – ricevuto in quel giorno stesso – «circa la questione dell’esecuzione delle decisioni della maggioranza del comitato del Seniorato in merito alla liquidazione dell’organizzazione delle Aquile per gli studenti medi», il dr. Protulipac risponde al comitato del Seniorato con un esposto di cinque pagine, e nella lettera di accompagnamento precisa:

            «Faccio presente solo che insieme con altri seniori della presidenza dello HOS e della SHO… ho fatto visita all’ecc.mo arcivescovo (ordinario del luogo e presidente della Conferenza espiscopale) dr. Bauer, il quale, tenendo conto della grande importanza del problema per tutta la vita cattolica organizzata, si è degnato di rispondere alla mia relazione rispett. informazione, dichiarando che in ogni modo tale questione deve rimanere nello status quo finché la prossima conferenza plenaria di tutto l’Episcopato non avrà dato altre direttive per il lavoro dell’organizzazione delle Aquile. Contemporaneamente l’ecc.mo arcivescovo molto volentieri ha accettato il patronato sul raduno di Požega. Di conseguenza, come si vede anche dall’allegata risposta dei seniori dello HOS e della SHO, noi anche in base alla suddetta direttiva dell’ecc.mo arcivescovo lasceremo in tutto l’attuale stato nel movimento di studenti medi, fermamente convinti che ciò sia anche nel maggior interesse dell’intero movimento e del suo progresso».[11]

            Nell’esposto allegato[12] il dr. Protulipac ricorda come nell’ottobre del 1925, dopo la sua relazione all’assemblea generale del Seniorato, nella discussione circa la competenza sulle organizzazioni di studenti medi erano emersi pareri discordi. Per trovare una soluzione accettabile per l’una e l’altra parte, era stato creato un comitato ad hoc, che si accordò sul modo come regolare i rapporti Liga-HOS (cf. sopra). Ma la risoluzione di questo comitato non ebbe seguito. Passati alcuni mesi, da parte di qualcuno del comitato del Seniorato si cominciò a dire che essa era «nebulosa e che in essa i giuristi (Protulipac) hanno ingannato i professori (Grgec, Marako­vić)». Seguì la seduta del comitato del Seniorato del 4 maggio (v. supra), la quale, secondo Protulipac, prendeva una decisione «diametralmente opposta». Il Seniorato infatti non voleva intermediari (in questo caso lo HOS) tra l’organizzazione di studenti medi (MĐOO) e il Seniorato stesso. Per la Liga degli studenti medi questo problema non esisteva, perchè la Liga era saldamente nelle mani del Seniorato.

            Protulipac nega al comitato del Seniorato l’autorità di decidere in una questione che tocca la struttura dell’organizzazione delle Aquile, che è organizzazione di tutta la gioventù cattolica, compresi gli studenti medi che fin dall’inizio ne fanno parte, e come tale approvata dall’intero Episcopato. Appellandosi anche all’assemblea generale del Seniorato, invita il comitato a ritirare la sua richiesta ultimativa.

            20 maggio 1926. – Esce “pro manuscripto” l’opuscolo di 23 fitte pagine dal titolo Jedinstvo pokreta (L’unità del movimento), a firma del dr. Maraković, presidente, e dr. Matulić, segretario del Seniorato, controfirmato in segno di solidarietà da altri nove membri del comitato e indirizzato a tutti i seniori. Premessa una breve storia del Seniorato e del suo lavoro, si insiste sull’autorità del Seniorato di intervenire nella controversia Liga-HOS, e l’obiettivo è di avere «un seniorato e un movimento cattolico,… una organizzazio­ne di studenti medi e una forte organizzazione delle Aquile»; ma prima di tutto deve esserci la piena solidarietà tra i seniori stessi (p. 5). Si accenna alla nascita della Liga, al movimento delle Aquile e al «tentativo di rivolta (Putsch)» a Krapanj, dove gli studenti Aquile avevano chiesto il riordinamento della Liga. Argomentando contro le risoluzioni di Krapanj, nell’opuscolo si afferma che il Seniorato non poteva «permettere che la Liga fosse liquidata per la semplice ragione che non voleva obbligare gli studenti medi ad un unico tipo di organizzazione», e poco più avanti si dice che «se fossero accettate le risoluzioni di Krapanj, verrebbero introdotte due o più organizzazioni e centrali di studenti medi, tra le quali necessariamente sorgerebbero lotte, dal momento che aspirano agli stessi membri. Sebbene tra queste organizzazioni non necessariamente debbano esistere divergenze di principio, queste però possono facilmente essere costruite, specialmente quando da parte di alcuni dirigenti dello HOS (dr. Merz) si è cominciato a proporre in pubblico i problemi che sono attuali altrove, e non da noi» (p.7). Un’allusione all’Azione Cattolica che Merz aveva promosso dall’inizio della Lega Croata delle Aquile (1923-24) e che – secondo l’opuscolo del Seniorato – era «attuale altrove» ossia in Italia, e non in Croazia. Si parla quindi dei dissensi che seguirono sia nel Seniorato che tra gli studenti, per cui il comitato del Seniorato ha ritenuto necessario risolvere la controversia sorta tra la Liga e lo HOS. «Pertanto il comitato in seguito alla petizione della Liga e per continua sollecitazione del rev.mo sig. dr. A. Slamić, persona di fiducia dell’ecc.mo metropolita dr. Bauer, ha deciso di tenere sedute permanenti fino alla soluzione di questo problema. Le relazioni tra la Liga e lo HOS vanno risolte su questa base: Gli studenti medi sono la giovane generazione del Seniorato, nessuna mediazione tra gli studenti medi e il Seniorato» (p. 9). Nell’opuscolo si parla delle successive discussioni e trattative con il dr. Protulipac, si riporta il testo integrale dell’esposto dello HOS dell’11 maggio, seguito dalle osservazioni critiche del comitato del Seniorato, e infine il memoran­dum del Seniorato all’arivescovo Bauer. L’opuscolo si conclude con un appello a tutti i membri del Seniorato con il diritto di voto, ai quali si chiede di rispondere se approvano l’operato del comitato e la soluzione da esso proposta «nell’interessse dell’unità della nostra giovane generazione, assicurando insieme l’unità dello spirito delle Aquile e della tecnica anche nelle file degli studenti medi». Nel caso che la maggioranza votasse sfiducia al comitato, i suoi membri minacciano le dimissioni da tutti gli incarichi nel comitato e in tutti i rami del movimento cattolico![13]

            24 maggio 1926. – P. Ambroz Vlahov, della direzione dello HOS., informa il vescovo di Šibenik, mons. Jerolim Mileta, della lotta del Seniorato contro lo HOS (v. infra, 3).

            30 maggio 1926. –  a) All’opuscolo del Seniorato il comitato dello HOS risponde con un altro, dal titolo Orlovska organizacija – đaštvo i kat. pokret (L’organizzazione delle Aquile – gli studenti medi e il movimento cattolico), 29 pagine.[14] In esso viene contestata l’impostazione che il Seniorato ha dato alla questione studentesca: «I fatti in buona parte sono presentati in modo lacunoso, e in molti casi inesatto e scorretto. L’opuscolo è pieno di affermazioni senza un reale fondamento e, quel che è peggio, al posto del desiderio di trovare una soluzione concorde e unitaria, si pone ai seniori senza riguardo l’alternativa: o accettare e aiutare l’esecuzione dell’opinione della maggioran­za del comitato, o demolire il movimento. Questo metodo nel movimento cattolico è dannoso». Secondo i dirigenti dello HOS, «la causa principale della grave crisi nella nostra organizzazione del Seniorato sta proprio in questo, che una parte di seniori pensa che tutti gli studenti medi cattolici debbano ancor oggi vivere con quella visione che noi avevamo dieci anni fa, quando dovevamo educare solo singoli studenti per il movimento.(…) E’ erroneo pensare che quelle forme di organizzazione in cui noi siamo vissuti, siano fatte per l’eternità e che accanto ad esse non possano esserci altre forme ed altri tipi di organizzazione…».

            Si passa quindi alla storia del movimento studentesco, sottolineando che esso ha avuto la sua evoluzione: dalle sezioni letterarie nelle Congregazioni Mariane alle organizzazioni autonome di studenti medi, fino all’unione di tutte le organizzazioni studentesche nella Lega di studenti medi cattolici croati a Zagreb. Dopo la guerra, nel 1918 c’è stata la fusione delle organizzazioni slovene e croate nella Lega Jugoslava Cattolica Studenti medi (Liga), «che non è mai riuscita a stabilizzarsi e ricevere forme concrete, onde realizzare lo scopo per cui fu creata».

            Quasi contemporaneamente alla costituzione della Liga, in Croazia viene introdotto il movimento delle Aquile che fin dall’inizio raccoglie la gioventù studentesca e non studentesca, anzi al primo corso per le Aquile a Maribor presero parte solo gli studenti medi. E fino alla costituzione della Lega Croata delle Aquile (HOS) nel dicembre del 1923 gli studenti medi facevano la maggioranza delle Aquile. In seguito, per gli studenti nell’organiz­zazione delle Aquile è stato costituito “Ma­hnićevo Đačko Orlovsko Okružje” (MĐOO, Distretto delle Aquile Studenti medi di Mahnić).         

            Dopo la fondazione delle Aquile, ben presto è venuto in crisi il principio che tutti gli studenti medi, per far parte del movimento cattolico, devono essere organizzati nella Liga. Dal momento che nel Distretto delle Aquile (MĐOO) essi ricevevano una educazione cattolica sistematica, sempre più si affermava la tendenza di appartenere ad una sola organizzazione, cioè a quella delle Aquile. Questa tendenza si è manifestata nelle risoluzioni di Krapanj, «che – secondo i dirigenti dello HOS – il comitato del Seniorato finora non ha studiato a fondo, come si vede dalle affermazioni del suo opuscolo». A Krapanj «nulla è stato deciso che non sia legale, (solo) è stato espresso il desiderio che la Liga venga riorganizzata e questo desiderio è stato trasmesso allo HOS e alla Liga perché sia oggetto di studio e di discussioni»(p. 10). 

            Poiché diverse organizzazioni della Liga hanno cessato di esistere nelle scuole medie, per il fatto che tutti i membri volevano appartenere solo al Distretto delle Aquile, i seniori che erano particolarmente interessati alla Liga, nell’anno scol. 1925-26 «si sono svegliati» e la Liga ha cominciato a richiamare in vita le proprie organizzazioni, ma «per una via errata e fatale, la via della costrizione, via dell'”autorità superiore”, via delle conclusioni e risoluzioni del Seniorato anziché la via della vita e del lavoro. Sono tornati di nuovo a quel vecchio e inattuabile principio, che tutti gli studenti medi devono iscriversi nelle organizza­zioni della Liga e che il Distretto delle Aquile Studenti medi deve consegnare alla Liga tutta l’azione per gli studenti, che esso ha condotto con successo» (p. 12). Ciò avrebbe significato la fine delle associazioni delle Aquile tra gli studenti.

            Durante l’anno scol. 1925-26 «le sedute del Seniorato passavano di solito nel segno di aspre critiche» contro i seniori dello HOS. Infine, ai primi di maggio del 1926, la direzione del Seniorato decideva di risolvere la questione dei rapporti HOS-Liga nel senso sopra menzionato: tutte le organizzazioni studentesche delle Aquile dovevano passare sotto la competenza della Liga. I dirigenti dello HOS, ovviamente, non potevano accettare tale soluzione, che era stata «presa dai rappresentanti di altri rami del movimento (cattolico), che non si sono mai occupati di tale questione», perciò era anche inattuabile (p. 21)­.

            L’11 maggio 1926 il dr. Protulipac a nome dello HOS e Marica Stanković a nome della SHO erano stati dall’arcivescovo Bauer, il quale fece sapere che della questione HOS-Liga si sarebbe occupata la Conferenza episcopale. Nella lettera al comitato del Seniorato, del 13 maggio, i dirigenti dello HOS contestavano la legittimità della decisione del comitato e si appellavano all’assemblea generale; e poiché lo HOS fin dall’inizio era la centrale della gioventù studentesca e non studentesca e come tale era stato confermato dall’Episcopato, i dirigenti ritenevano di non poter toccare la natura dell’organizzazione prima che l’Episcopato si esprimesse in proposito.

            Il comitato del Seniorato non tenne conto di questo e il 20 maggio uscì con il suo opuscolo (v. sopra).                  

            b) Il 30 maggio 1926, lo HOS si rivolge anche all’arcivescovo Bauer con una lunga lettera (v. infra, 4), per rispondere ad alcune affermazioni ingiustificate del comitato del Seniorato nel memorandum presentato all’arcivescovo e pubblicato nell’opuscolo del Seniorato. Nell’opuscolo-risposta dello HOS, questo memorandum è definito «un documento di estrema non oggettività».

            c) Di questo intervento presso l’arcivescovo lo HOS informa il comitato del Seniorato, al quale in allegato trasmette l’opuscolo dello HOS (v. infra, 5).

            7 giugno 1926. – Ivan Merz rimette allo HOS un appunto per informarlo che la lettera del 30 maggio (v. infra, 4) è stata ricevuta dall’arcivescovo Bauer il 2 giugno.

            «L’ecc.mo Signore in questa occasione ha dichiarato che questa controversia deve essere risolta dalla prossima Conferenza plenaria dell’Episcopato. Ciò è stato comunicato oggi a mezzogiorno dall’ecc.mo sig. dr. Saalis(!)-Seewis privatamente al segretario dello HOS dr. Ivan Merz (con preghiera che questi lo comunichi all’assistente spirituale generale dell’organizza­zione dello HOS e della SHO)… Il segretario della Lega Croata delle Aquile». Poi segue: «Confermo la verità di queste affermazioni. Salis».[15]

            Nel mese di giugno Stjepan Barić cerca di trovare un accordo con i rappresentanti dello HOS, Protulipac e Jakovljević, e delle sue trattative informa il comitato del Seniorato con lettera del 25 giugno, precisando che «i compagni dallo HOS non hanno voluto accettare che il MĐOO (Distretto delle Aquile Studenti medi di Mahnić) fosse nella Liga, bensì chiedevano che esso fosse sotto lo HOS».[16] Questo era il punto su cui in sostanza verteva la controver­sia tra i dirigenti del Seniorato e quelli dello HOS.

            29 giugno 1926. – Il comitato del Seniorato si rivolge ad ogni singolo «compagno» dello HOS, invitandolo a rispondere entro 48 ore: 1. se accetta la decisione del comitato con le modifiche presentate da S. Barić (che non riguardavano il suddetto punto critico), 2. nel caso che non potesse accettarla, se è disposto a lasciare che il comitato attui la propria decisione e a difendere il proprio punto di vista solo entro il Seniorato. Chi non potesse rispondere affermativamente almeno al secondo punto, o non rispondesse affatto entro il termine previsto, il comitato lo considererà escluso dal Seniorato, fermo restando il suo diritto di appellarsi all’assemblea generale.[17]

            30 giugno 1926. – I seniori del comitato della Lega delle Aquile – dr. Protulipac, dr.  Ćepulić, p. Ambroz Vlahov, Ilija Jakovljević, Marica Stanković e Viktorija Švigir (Merz era assente da Zagreb) – rispondono al comitato del Seniorato, anzitutto deplorando la pressione psicologica esercitata su di loro sia col termine di 48 ore fissato per la risposta, sia con la minaccia di esclusione dal Seniorato. Quanto all’argomento in questione, i rappresentanti dello HOS precisano:

            «1) La nostra decisione dipende in particolare da questo: quale sarà il reale rapporto tra la Liga e il MĐOO. Noi non abbiamo mai negato la necessità di una centrale studentesca né abbiamo negato alla Liga il diritto di esistere. La ragione della nostra resistenza e lotta si riduce alla questione della conservazione delle Aquile con quella struttura e quell’ordina­men­to quali esse hanno altrove, specialmente nella fraterna Slovenia. …noi abbiamo chiesto che alle Aquile venga riconosciuto il diritto di organizzarsi liberamente e che l’organizzazio­ne delle Aquile sia una e unitaria nelle questioni riguardanti l’Aquilismo. Alla Liga abbiamo negato e neghiamo il diritto di essere centrale delle Aquile per gli studenti medi. Questo è fondamentale. Dalla proposta del compagno Barić non vediamo come egli risolva questo problema cardinale. Vogliono essi che la Liga sia la centrale degli studenti medi in quanto Aquile o soltanto la centrale per l’educazione specifica nel campo delle idee e per la formazione intellettuale? Non vediamo come si risolva il problema dei rapporti tra MĐOO e la Liga…».           

            2) Si auspica che l’intero comitato del Seniorato insieme con lo HOS trovi una soluzione da proporre per l’approvazione sia all’assemblea generale del Seniorato che all’Episcopato.

            3) Se non fosse possibile trovare una base comune, si propone che vengano convocati tutti i seniori che guidano le associazioni studentesche e che essi insieme con lo HOS e la Liga trovino un progetto comune da sottoporre ai forum competenti.      

            4) Al comitato viene negata l’autorità di escludere qualcuno dal Seniorato, ma anche se avesse tale autorità, non sarebbe il caso di esercitarla contro coloro che non hanno mancato contro la disciplina del Seniorato. Al comitato poi è noto che questo problema è stato sottoposto all’Episcopato. «Il comitato pure sa che esistono competenti dichiarazioni dell’ecc.mo arcivescovo dr. Bauer, che l’intera questione va davanti all’Episcopato, e che ci sono anche delle decisioni di alcuni ill.mi signori vescovi, secondo cui l’attuale status delle cose rimane fino alla decisione dei vescovi…».[18]

            1 luglio 1926. –  Protulipac invia a Merz la lettera del Seniorato del 29 giugno e la risposta dello HOS del 30. «Noi aspettiamo – scrive – che ora ci escludano (dal Seniorato) e che cominci la lotta più difficile. Te lo faccio presente affinché Ti adoperi perché gli uomini siano pienamente informati, in particolare l’ecc.mo vescovo (Akšamović) e il rev.mo Sokol. All’ecc.mo vescovo chiedi di dare l’istruzione che l’attuale stato del movimento non debba essere modificato fino alla decisione dell’Episcopato».[19] Dalla lettera di Protulipac si deduce che Merz si trovava a Đakovo. Protulipac lo invita a ritornare a Zagreb per preparare la relazione per l’Episcopato. Intanto chieda al vescovo Akšamović di permettere che il corso delle Aquile si tenga a Đakovo, nel caso che fossero impedite di tenerlo a Požega.[20]

            6 luglio 1926. – Il segretario del Seniorato dr. Matulić chiede al dr. Protulipac di fargli vedere le dichiarazioni scritte dei vescovi, secondo cui lo stato attuale deve rimanere fino alla decisione dell’Episcopato (cf. sopra, 30 giugno, al num. 4). «E’ vero, voi nella vostra prima lettera avete solo affermato che l’ecc.mo arcivescovo Bauer avrebbe fatto una tale decisione, in seguito però noi abbiamo chiarito questa cosa nella nostra “Lettera” dimostrando che da parte dell’ecc.mo sig. arcivescovo non esiste alcun veto al nostro lavoro in questo affare. Quanto agli altri ordinari, a noi non risulta che essi abbiano fatto qualche decisione come da voi affermato, e riteniamo che siete certamente in errore».[21]

            7 luglio 1926. – Merz scrive al comitato del Seniorato: «Dopo il ritorno dalla provincia mi unisco alla risposta dei miei compagni del 30.VI.1926, dispiaciuto che a causa del termine di 48 ore non mi è stato possibile studiare a fondo la Vostra lettera del 29.VI. Spero tuttavia di potervi dare una risposta più precisa non appena avrò terminato gli affari correnti. In Cristo I. Merz».[22]

            10 luglio 1926. – Il dr. Matulić indirizza a Protulipac una lettera di quattro pagine in cui giustifica l’operato del comitato del Seniorato quando aveva chiesto la risposta entro 48 ore e aveva minacciato l’esclusione dei seniori insubordinati, rivendicando al comitato questo potere, come anche l’autorità di trattare la questione controversa. «Il comitato ha preso in esame questo affare in particolare su richiesta del delegato assegnatogli dall’autorità ecclesiastica», cioè del dr. Slamić. Matulić quindi afferma che dopo l’indagine da lui fatta ha costatato che non esiste alcuna dichiarazione scritta di qualche vescovo. «In particolare ci siamo interessati della lettera del dr. Merz indirizzata allo HOS (v. sopra, 7 giugno) e abbiamo pregato il delegato dell’ecc.mo arcivescovo Bauer, il rev.mo sig. dr. Slamić di informarci se l’ecc.mo signore avesse portato qualche nuova soluzione. Intanto il rev.mo sig. dr. Slamić, dopo essersi informato presso l’ecc.mo sig. dr. Bauer, ci ha chiesto di continuare a trattare questa questione».[23]

            17 luglio 1926. – P. Ambroz Vlahov informa il vescovo Mileta dell’ulteriore sviluppo della controversia tra il Seniorato e lo HOS, accennando anche all'”accordo” di alcuni dirigenti dello HOS (Protulipac e Jakovljević) fatto con il Seniorato. P. Vlahov spiega il retroscena dell’accordo, ossia i motivi per cui i due hanno ceduto alle pressioni del Seniorato (v. infra, 6).

            22 luglio 1926. – «Dr. Merz ha fatto visita il 22 luglio all’ecc.mo sig. dr. Antun Bauer, arcivescovo, e lo ha invitato al raduno di Požega. In quella occasione l’ecc.mo signore ha detto di non aver voluto risolvere da solo la controversia, ma che bisogna aspettare fino alla prossima Conferenza episcopale».[24]

            23 luglio 1926. – L’arcivescovo Bauer risponde all’invito del dr. Đuro Kuntarić, presidente del Comitato del Raduno regionale delle Aquile a Požega, il quale l’aveva invitato a benedire lo stendardo delle Aquile: «Mi dispiace di non poter accettare il Vostro invito. Spiritualmente sono con Voi. Ho deciso di farmi rappresentare dall’ill.mo signor vescovo dr. Dominik Premuš. Invoco la benedizione di Dio sul Vostro raduno e sugli sforzi per i santi ideali cattolici. Desidero che le Vostre consultazioni e risoluzioni siano nello spirito della pace di Cristo, della carità e dell’unità, specialmente nelle file degli studenti medi cattolici. Così nel modo più valido appoggerete i nostri sforzi per la rinascita del nostro popolo croato cattolico e renderete testimonianza di quell’unità che ci deve tener uniti al Cristo Signore. In tal modo pure alleggerirete anche le preocccupazioni dell’Episcopato cattolico jugoslavo per l’azione cattolica di rinnovamento nei difficili tempi attuali. Vi prego di leggere questa mia lettera all’assemblea».

            25 luglio 1926. – Da parte del Seniorato viene indirizzata al Distretto delle Aquile Studenti medi di Mahnić (MĐOO) la lettera su come il Seniorato immagina la collaborazione dello HOS con la Liga (v. infra, 7).

            7. Raduno delle Aquile a Požega.

            Il 7-8 agosto si tiene a Požega il grande raduno delle Aquile e l’assemblea generale del MĐOO, dalla quale vengono formulate le risoluzioni riportate infra, 8.

            Sul raduno di Požega, nell’archivio di Merz esiste una relazione non firmata (certamente dello stesso Merz), destinata a qualcuno di Đakovo; in cima al dattiloscritto si legge: Si prega restituire questo foglio! – così si spiegherebbe che nell’archivio di Merz si trovi l’originale.[25] In essa si parla del corso per gli studenti medi (120 partecipan­ti), del corso per gli assistenti spirituali (circa 40), dell’assem­blea generale del MĐOO, dell’assem­blea dello HOS, della manifestazione pubblica con la partecipazione di 1200 Aquile e 4 bande musicale delle Aquile, nonché delle dichiarazioni contraddittorie dei vescovi Akšamović e Mileta sulla natura dell’Azione Cattolica.

            «Al corso degli studenti medi hanno assistito il rev.do Jeraj da Maribor, il quale era entusiasta dello spirito dei nostri studenti medi. Disse che nemmeno in sogno sperava di trovare in Croazia un così significativo rinnovamento e un così grande entusiasmo religioso. Dice che lo spirito delle Aquile croate supera di molto lo stato d’animo degli studenti sloveni. Ha parlato con apprezzamento dell’Azione Cattolica del Papa. E’ stato particolarmente bene impressionato dal legame delle Aquile con la parrocchia, con i vescovi, come anche dall’entusiasmo eucaristico che le pervade. Così pure un altro Sloveno, il dr. Brumat da Gorizia (redattore del periodico per i sacerdoti croati e sloveni in Istria) ha continuamente cantato inni all’Azione Cattolica, sottolineando che questo è opera dello Spirito Santo e che essa, come se ne sta convincendo, porterà tra i Croati frutti migliori che non tra gli stessi Italiani, dove essa è in teoria la più organizzata. Si è lamentato della Slovenia che troppo lentamente si orienta verso l’Azione Cattolica…Esprime la gioia per essere venuto al nostro corso, perché si è rafforzato nella convinzione che senz’altro occorre realizzare le riforme nell’Azione Cattolica nello spirito delle direttive della Santa Sede.

            Al corso per gli assistenti spirituali erano presenti circa 40 sacedoti. (Il corso) E’ stato soffocato quasi all’inizio; pare che il Seniorato abbia concluso che bisognava impedire la costituzione della Lega degli assistenti spirituali dello HOS e della SHO. Per fortuna a tutte le sedute era presente l’ill.mo Mileta che sosteneva sempre energicamente il punto di vista dello HOS. Così ha chiesto che gli statuti del collegio di assistenti spirituali siano presentati alla Conferenza episcopale. Nei successivi dibattiti i sacerdoti pian piano pervenivano alla persuasione di dover avere una propria organizzazione sacerdotale e il corso delle conferenze e discussioni è proseguito bene.

            L’assemblea generale del MĐOO si è svolta molto bene; il famoso accordo non è stato letto, benché lo si chiedesse ad ogni costo, e a tal fine era stato impegnato l’ecc.mo Bonefačić. E’ stato deciso soltanto che la Liga invii due delegati nel MĐOO e viceversa, e che bisogna continuare a vivere nella carità ecc.

            L’assemblea dello HOS è stata molto burrascosa e ad un certo momento è sembrato che dovessimo scioglierla. A tutti questi episodi terribilmente burrascosi era presente l’ill.mo Mileta, che con i propri occhi ha potuto vedere quale ruolo in tutto questo aveva giocato il Seniorato e come il desiderio di potere aveva spinto in secondo piano il pensiero che l’idea di Cristo, prima di tutto, dev’essere diffusa. La burrasca è nata subito all’inizio, per iniziativa dei seniori di Erzegovina, specialmente Vlaho. Lo HOS non riconosceva i mandati delle associazioni che non esistevano da oltre sei mesi e che non avevano pagato la loro quota. Ci fu un tale baccano che Protulipac dovette ordinare lo sgombero dell’aula; rimasero soltanto i delegati. E’ stata fatta la votazione, con il risultato: 106 voti per lo HOS, 36 contrari. Dopo questo è tornata la calma; tutto andava bene. Contro la lista dello HOS nessuno ha alzato la voce.

            La sfilata è stata magnifica. In essa c’erano circa 1200 membri organizzati; quattro bande musicali delle Aquile. Si è visto come le Aquile in breve tempo avevano fatto un grande progresso…

            Il vostro ill.mo Akšamović ha fatto delle dichiarazioni abbastanza spiacevoli; diceva che l’Azione Cattolica è una iniziativa privata dei fedeli, che la Chiesa appoggia; che gli studenti medi delle Aquile sono venuti a riempire una lacuna, e non per creare il dissidio tra gli studenti dalla scuola elementare all’università. Questo discorso era in aperto contrasto con quello che ad es. pronunciò l’Ill.mo Mileta, il quale affermava che l’Azione Cattolica non è una questione privata nella Chiesa, ma che appartiene all’ufficio pastorale dei vescovi come la predicazione.

            Non so chi durante la Sua assenza abbia informato l’ill.mo Akšamović; quando gli scrive, La prego di sottolineargli che noi non vogliamo abolire la Liga, bensì solo riorganizzarla in una centrale di coordinamento; così pure non sarebbe prudente costringere gli studenti medi di entrare in un’altra organizzazione, se essi non lo vogliono.

            Quanto al Seniorato, mi pare che occorra essere pazienti, perché sembra che i vescovi desiderino che tutte le organizzazioni, quindi anche il Seniorato, rimangano, solo bisogna riformarle nello spirito dell’Azione Cattolica. Per quanto riguarda il Seniorato, mi sembra che la prima tappa della riorganizzazione sarebbe quella di togliere ai sacerdoti il diritto di voto, di modo che cessino di esser membri effettivi del Seniorato. Possono partecipare alle sedute, ma solo con il diritto di voto consultivo. Ogni associazione abbia il proprio assistente spirituale. I sacerdoti abbiano il proprio collegio di assistenti spirituali dell’A.C., e penso che ciò sarebbe sufficiente. Tutto deve essere organizzato secondo le diocesi. Queste sono le cose più importanti che ho voluto comunicarLe, il resto uscirà sulla stampa.

            In Cristo Signore dev.mo….           Memento!

            I giovani di Zagreb con me si sono lamentati che l’ill.mo Akšamović avrebbe detto che non bisogna attenersi ciecamente al Libro d’oro, e qui probabilmente pensava all’adempimen­to dei doveri religiosi richiesti dal Libro d’oro».

            8. Esclusione di Protulipac e di Merz dal Seniorato.

            Il 16 agosto 1926 si tiene la seduta del Seniorato. Secondo il verbale, il dr. Matulić legge «un’ampia relazione sui fatti di Požega». Critica il dr. Protulipac per aver affermato in una conferenza che gli studenti medi possono procurarsi da soli l’istruzione necessaria o averla dall’associa­zione delle Aquile, il che è in contrasto con l’accordo, secondo cui spetta alla Liga di dar loro la formazione. Matulić poi osserva che non c’è stata alcuna conferenza a favore della Liga. In particolare critica il dr. Jeraj, la cui conferenza sarebbe stata tendenziosa, atta a confermare gli studenti contro la Liga. Nella conferenza dei seniori il dr. Protulipac avrebbe dichiarato di non poter osservare l’accordo (in merito alla questione HOS-Liga). La formulazione delle risoluzioni del MĐOO a Požega, secondo Matulić, sa di cinismo.

            Egli infine comunica la decisione del comitato di non considerare più il dr. Protulipac membro del Seniorato, perché: 1. dopo il raduno di Požega non veniva più alle sedute, 2. ha sostenuto il dissidio tra le organizzazioni di studenti medi, 3. le risoluzioni del MĐOO sono in contrasto con l’accordo.

            Maraković attacca specialmente la sig.na Marošević come la più accanita avversaria dei seniori, definisce come «la peggiore demagogia di Radić» ciò che fanno lo HOS e la SHO. Infine «attacca i seniori nello HOS perché macchinano segretamente con Kniewald, e in particolare Merz il quale continuamente parla con Kniewald».[26]

            Secondo il dr. M. Petrović «a Merz non c’è posto tra di noi, perché egli ha un’altra mentalità».

            Nella discussione circa il periodico “Mladost”,[27] Stjepan Barić minaccia che «nel caso che lo HOS pubblichi un suo foglio, egli proporrà che i seniori siano invitati al boicottaggio di questo foglio».

            Durante la seduta non mancano accuse allo HOS né recriminazioni da parte di Ilija Jakovljević, l’unico presente dalla parte dello HOS. Quest’ultimo «mette in rilievo i grandi meriti di Protulipac per il movimento cattolico» e deplora gli attacchi di quelli che non hanno fatto niente per la causa cattolica. «Dice che Matulić ha molta colpa perché si è creata questa tensione. Crede che Matulić abbia agito in buona fede, ma egli è intransigente nel proprio punto di vista e perciò era il meno idoneo a esercitare così importanti missioni a nome dell’intero comitato». Il sac. Pećnjak accusa i seniori dello HOS affermando che «non hanno agito onestamente». Jakovljević replica: «Solo per rispetto alla Sua veste talare non risponderò alla Sua offesa. Grazie tante». Maraković «parla della carità dei seniori e di nuovo attacca molto severamente i seniori dello HOS». Barić cerca di sdrammatizzare: «Se Protulipac cambia il suo atteggiamento, è facile rivedere la decisione del comitato». Il dr. Filipović «chiede scusa a Jakovljević. J(akovljević) perdona e gli stringe la mano».

            Il giorno dopo, il 17 agosto, Jakovljević trasmette il verbale a Marica Stanković: «Confidenziale. Segreto del Seniorato».[28]

            17 agosto 1926. – Dr. Protulipac scrive a Merz di essere stato escluso dal Seniorato. Merz gli risponde il 21 agosto (v. infra, 10).

            1. ottobre 1926. – A Merz viene comunicato che anch’egli è stato escluso dal Distretto del Seniorato di Zagreb (v. infra, 11 e 12).

            Da questa sommaria cronistoria e dai documenti riportati non è difficle rendersi conto che, se il Seniorato poté perseverare nella sua intransigenza volendo ad ogni costo che tutti gli studenti medi fossero sotto il controllo della Liga, ciò fu possibile anche grazie all’atteggiamen­to non abbastanza chiaro e deciso dell’arcivescovo Bauer. Mentre da una parte egli ripetutamente diceva ai rappresentanti dello HOS che non voleva da solo risolvere la questione della controversia Liga-HOS, ma che l’avrebbe sottoposta alla Conferenza episcopale, il suo segretario e delegato presso il Seniorato, dr. Slamić, incoraggiava il comitato del Seniorato a cercare di risolvere la questione, e per il Seniorato l’unica soluzione accettabile era il passaggio delle associazioni degli studenti medi Aquile sotto la competenza della Liga. E quando Merz fece presente al dr. Matulić che l’arcivescovo Bauer non era informato da Slamić di tutto quello che accadeva nel Seniorato, Matulić gli rispose: «Questo è un affare dell’arcivescovo Bauer, se non desidera essere informato diversamente» (v. infra, 11).

            Tuttavia l’arcivescovo Bauer, come aveva promesso ai dirigenti dello HOS, sottopose alla Conferenza episcopale la questione discussa tra il Seniorato e lo HOS, e in data 21 ottobre 1926 comunicò alla Presidenza della Liga (v. infra, 14) e a quella del Seniorato (v. infra, 15) le rispettive decisioni dei vescovi, che praticamente davano ragione alle richieste dello HOS. Al tempo stesso convocò i rappresen­tanti del Seniorato e dello HOS, ma quelli del Seniorato (Maraković e Matulić) non si presentarono (v. infra, 16).

            9. Responsabilità di Ivan Merz per la divisione del Movimento cattolico croato?

            A questo punto occorre rispondere all’accusa secondo cui Merz sarebbe stato responsabile della divisione del Movimento cattolico croato. L’accusa è stata ripetutamente formulata dal dr. Đuro Kuntarić, avvocato, presidente del Seniorato di Požega e del Comitato del Raduno regionale delle Aquile organizzato in quella città nel 1926 (v. sopra, num. 7).

            L’arcivescovo Bauer, nella lettera all’avv. Kuntarić del 23 luglio 1926 (v. sopra, alla data), aveva espresso il desiderio che le consultazioni e le risoluzioni in occasione del Raduno delle Aquile «fossero nello spirito della pace di Cristo, della carità e dell’unità, specialmente nelle file degli studenti medi cattolici». Alla fine l’arcivescovo scriveva: «Vi prego di leggere questa mia lettera all’assemblea». L’arcivescovo anche preannunciava che si sarebbe fatto rappresentare al Raduno dal vescovo ausiliare mons. Dominik Premuš.

            Il dr. Đuro Kuntarić, il 27 gennaio 1977 – oltre quarant’anni dopo i fatti – scriveva all’arcivescovo di Zagreb mons. Franjo Kuharić: «…nei giorni 7 e 8 agosto 1926 a Požega fu tenuto il grande raduno delle Aquile. Come presidente del Comitato del Raduno delle Aquile avevo ricevuto una lettera autografa del metropolita croato dr. Antun Bauer. Egli… mi autorizza a leggere, all’inizio dell’assemblea delle Aquile, la sua dichiarazione, appello, preghiera, desiderio, il che per me significava l’obbligo morale di farlo: egli chiede che l’assemblea si adoperi perché non avvenga il definitivo scisma(?) nel movimento cattolico croato proprio in questo movimento della gioventù, in cui era anche l’organizzazione delle Aquile studenti medi. Tutti i fili del movimento come anche la direzione erano affidati al Seniorato cattolico croato(!). Nel movimento era anche l’organizzazione delle Aquile. Era sorto il dissidio tra il Seniorato e lo HOS. Lo HOS insisteva che l’organizzazione delle Aquile, specialmente i distretti degli studenti medi, si separassero dal movimento giovanile, e che le organizzazioni degli studenti medi, che prima erano membri della Lega cattolica jugoslava studenti medi (Liga), diventassero autonome nello HOS, fuori del movimento giovanile che fino allora era unico. Una trentina di seniori e sacerdoti operatori nelle organizzazioni delle Aquile, la sera tardi alla vigilia dell’assemblea dello HOS, si riunirono nel grande refettorio francescano a Požega per analizzare e chiarire la situazione in merito alla controversia già in atto, nel desiderio che nell’assemblea stessa fossero evitate le discussioni sulla controversia e sullo scisma nel movimento, che minacciava. In quella riunione quasi tutti i presenti erano d’accordo che occorreva conservare l’unità del movimento della gioventù. Dopo questa riunione notturna, il giorno dell’assemblea delle Aquile, la mattina presto, sono andato, insieme con il mio cognato dr. Matija Petlić, professore di dogmatica nel Seminario di Đakovo, dal dott. Ivan Merz…nel Convitto arcivescovile… Ciò è stato tra le 7 e le 8 di mattina. Abbiamo trovato il dott. Ivan Merz in piedi, la stanza era aperta e il dr. Merz ci ha ricevuto alla porta. Io mostrai al dott. Merz l’appello scritto del metropolita perché fosse salvata l’unità del movimento della gioventù, e la sua richiesta secondo cui, all’apertura dell’assemblea delle Aquile, io dovevo esprimere il desiderio dell’arcivescovo che fosse mantenuta l’unità del movimento giovanile con l’organizzazione esistente e che così fosse ripristinata l’unità del movimento minacciata dalla propaganda dell’organizzazione delle Aquile (HOS).

            Il sig. dr. Ivan Merz mi ascoltò abbastanza pallido e alquanto impaziente, sulla soglia della stanza aperta. Sottolineai la richiesta del metropolita che io leggessi la sua lettera aprendo l’assemblea a suo nome. C’era la minaccia dello scisma. Il dr. Ivan Merz non ascoltò nemmeno il dr. Matija Petlić, eccitato respinse di fare da mediatore nell’assem­blea perché non avvenisse lo scisma. Disse (in sostanza) che noi non compren­devamo la questione, che questo era un problema di “metafisica” e qualcosa di simile. Avendoci così respinti decisamente, si è girato ed è entrato nella stanza senza congedarsi con noi. […]

            Quel pomeriggio aprii l’assemblea delle Aquile… e…lessi l’appello del metropolita per la salvaguardia dell’unità del movimento giovanile. Nella sala (del cinema) davanti al palcoscenico in prima fila erano seduti il vescovo dr. Dominik Premuš quale rappresentante del metropolita dr. Antun Bauer, il vescovo di Šibenik mons. Jerolim Mileta e l’assistente spirituale delle Aquile p. Bruno Foretić. Non appena dissi che intendevo leggere la lettera di saluto del metropolita e il suo desiderio che l’assemblea conservasse e non distruggesse l’unità del movimento della gioventù, subito cominciarono a protestare e a fare delle osservazioni il p. Bruno Foretić e il vescovo Mileta, (dicendo) che non occorreva leggere la lettera. Nell’insieme le loro osservazioni esprimevano il malcontento nei riguardi della mia intenzione di leggere la lettera dell’arcivescovo, che era anche mio Ordinario, come anche l’Ordinario del dr. Ivan Merz. Il dr. Ivan Merz non ha manifestato la sua ubbidienza verso l’Ordinario né ha fatto qualcosa nel senso del desiderio e dell’appello del metropolita.[29][…]

            Desidero rilevare anche questo: anch’io riconosco al dr. Merz molte qualità e attributi caratteristici, sebbene ritenga che la sua beatificazione, mentre ancora vivono molti contemporanei di quei dissidi e della rottura dell’unità del movimento, (non sarebbe opportuna[30]). Penso che proprio il problema di questa rottura, che non è stato studiato e presentato in modo completo e oggettivo, fa sì che le sue virtù non siano cresciute (sic!) in tale misura da elevarlo sui nostri altari.[…]         

            Il problema della beatificazione di Merz non può essere correttamente risolto senza che sia studiato sotto ogni aspetto il suo posto nella lotta e nella rottura dell’unità del movimento cattolico croato.[31] […]

            Queste mie righe sono il sincero sfogo dei miei sentimenti e opinioni e costituiscono la risposta (alla domanda) se dopo tutto ciò sia ancora necessario che io sia ascoltato nella causa del dr. Ivan Merz?»

            Prescindendo dai sentimenti di amarezza che Đuro Kuntarić non è riuscito a nascondere né nella lunga lettera a mons. Kuharić né in quella a V. Deželić, ciò che ci interessa è la verità sul comportamento di Ivan Merz a Požega o – come vuole Kuntarić – sulla responsabilità di Merz per la divisione del Movimento cattolico croato. Kuntarić insiste su questo aspetto dell’attività di Merz, (anche) perché esso non è stato adeguata­men­te trattato nelle sue biografie; i biografi però avevano dovuto sorvolare sui dissidi nelle file dei cattolici organizzati, perché l’Episcopato croato aveva proibito di scrivere su questo argomento.[32] Adesso, a distanza di settant’anni dalla morte di Ivan Merz, essendo scomparsi tutti i protagonisti di quelle controver­sie, si può studiare la questione con il necessario distacco e senza i riguardi paralizzanti, per dare unicuique suum. Lo abbiamo fatto in questa Positio in modo esauriente (v. Cap. XI-XIII), indipenden­temente dalle osservazioni del dr. Kuntarić, perché si tratta del periodo più importante per un giudizio sulle virtù di Ivan Merz, ma anche del peculiare periodo storico della Chiesa in Croazia che finora non è stato sufficientemente studiato.

            Ora dalla ricostruzione storica bene documentata appare la figura di Ivan Merz nella giusta luce: le sue idee, il suo modo di attuarle, il suo spirito ecclesiale, la sua carità ecc. In particolare, per quanto riguarda il raduno delle Aquile a Požega, dai documenti riportati in questo capitolo apprendiamo il contesto storico in cui esso si svolse; esaminata in questo contesto, anche l’accusa specifica dell’avvocato Kuntarić va assai ridimensionata.

            a) Anzitutto è da rilevare che l’arcivescovo Bauer si era fatto rappresenta­re ufficialmente al raduno di Požega dal vescovo ausiliare mons. Premuš, al quale aveva affidato una lettera autografa.[33] Sembra pertanto eccessiva l’insistenza di Kuntarić sul «suo dovere» di leggere la lettera dell’arcive­scovo Bauer, scritta il 23 luglio 1926, che egli interpreta con una certa amplificazione. Kuntarić poi dà troppa importanza a un particolare di cui non c’è traccia nella documentazione disponibile, nemmeno nel verbale della Seduta del Seniorato, del 16 agosto, nella quale fu criticato il raduno di Požega (cf. sopra, alla data).            b) Alla lettura della lettera di Bauer indirizzata a Kuntarić si erano opposti il vescovo Mileta e il p. Foretić, che non erano dei ragazzini disobbedienti, ma conoscevano la complessa situazione di allora (quale risulta dalla documentazione di questo capitolo); Kuntarić invece la vedeva esclusivamente dal punto di vista del Seniorato, ma proprio questo punto di vista era in discussione.

            c) Nella Conferenza Episcopale dell’ottobre successivo, i vescovi di fatto accolsero il punto di vista dello HOS, quindi i «responsabili» della definitiva rottura dell’unità del movimento cattolico giovanile, così come la intendevano Kuntarić e il Seniorato, furono i vescovi.

            d) Prima della Conferenza Episcopale, infatti, Merz si rimetteva alla decisione dell’Episcopa­to, anche nel caso che questa non fosse secondo le vedute dello HOS: «Noi in ogni caso volentieri accetteremo questa risposta, perché per noi la norma suprema è la parola della Chiesa, non l’Aquilismo» (v. infra, 10). Dire – come fa Kuntarić – che i protagonisti dello HOS hanno «calpestato l’autorità ecclesiastica» non appare fondato. E richiamarsi poi al fatto che l’arcivescovo Bauer era Ordinario anche del dr. Merz, al quale quindi questi non avrebbe ubbidito, non è a proposito, perché la questione in discussione riguardava tutti i vescovi e non solo l’arcivescovo Bauer, il quale ripetutamente aveva dichiarato che la questione della controversia LIGA-HOS l’avrebbe sottoposta alla Conferenza Episcopale: lo aveva pure ribadito a Merz il giorno prima che scrivesse a Kuntarić (v. sopra, alla data 22 luglio). E il vescovo Mileta conosceva bene i limiti della giurisdizione dei singoli vescovi…

            e) Si può senz’altro ammettere che Merz abbia fatto presente a Kuntarić che egli non conosceva tutta la problematica che stava alla base della controversia LIGA-HOS, e che si trattava di una questione di principio ecc. Proprio in questa incomprensione stava il grosso ostacolo alla conciliazione tra le vedute del Seniorato e quelle dello HOS. Merz, il 3 maggio, aveva scritto all’arcivesco­vo Šarić: «Lei sa che si tratta in realtà di due mondi che si sono scontrati. Perciò ritengo che anche la questione di questo grave dissidio deve essere affrontata dall’Episcopato, che deve risolverla autoritativamente» (v. infra, 2). In breve, il Seniorato in un primo tempo non aveva voluto l’introduzione dell’Azione Cattolica, poi, accettandone il nome, voleva esserne il “forum supremo”. Merz, al contrario, fu il pioniere dell’A.C. quale la volle Pio XI, sotto l’autorità dei vescovi. In questo sta tutta la sua «responsabi­lità».   

            f) Secondo Kuntarić, i protagonisti dello HOS, quindi anche Merz, hanno «calpesta­to» anche «il più grande comandamento della carità». Che nella controversia LIGA-HOS si sia mancato di carità, anche da parte delle Aquile, è fuori dubbio, ma se ci fu qualcuno che, a giudizio unanime dei contemporanei, cercò sempre di conservare la carità, questi fu Ivan Merz (basta leggere la testimonianza del senior Juraj Šćetinec, infra, Cap. XVII, 2).

            Rimane, dunque, da valutare il comportamento di Merz nell’incontro con il dr. Kuntarić. Noi disponiamo solo delle due descrizioni di Kuntarić (non perfettamente identiche): Merz, pallido, spossato (chi sa se o quanto abbia dormito quella notte?), sarebbe stato alquanto impaziente e avrebbe interrotto il colloquio senza congedarsi. Prendiamo questa relazione con la dovuta riserva, perché il dr. Kuntarić nemmeno dopo 30 e 40 anni non era in grado di riferire l’accaduto senza un certo risentimento, tanto che V. Deželić jr. ritenne opportuno non trascrivere alcuni passi amareggiati della sua lettera!

            Se Ivan Merz ha mancato in qualche modo, certamente egli stesso sarà stato il primo e più severo giudice del proprio comportamento. Né questo «peccato» sarebbe un ostacolo alla sua canonizzazione. I santi non sono infallibili né impeccabili.  


 [1] Questo testo di Merz faceva parte della risposta all’attacco del “Katolički List” del 26.V.1927. Cf. infra, Cap. XII Introd.

    [2]  Fotocopia dei Verbali delle sedute della Presidenza dello HOS si trova nell’Arch. Merz.

    [3] Cf. Dr. Ivan Šarić, Za Katoličku Akciju, Sarajevo (1926), p. 17.

    [4] Su “Hrvatski Katolički Narodni Savez” (HKNS) cf. sopra, Cap. X, nota 15.

    [5] L’arcivescovo I. Šarić, nel suo opuscolo Za Katoličku Akciju (Per l’Azione Cattolica), Sarajevo 1926, p. 24, precisava: «Il nostro Episcopato nella sua ultima Conferenza Episcopale a Zagreb ha deciso che dopo l’istutizione della Centrale per l’Azione Cattolica si proceda alla pubblicazione del Quotidiano dell’Azione Cattolica, cioè del Quotidiano cattolico al di fuori e al di sopra del partito politico, e non del Quotidiano cattolico al di fuori e al di sopra della politica, come oggi alcuni, non informati, pensano e scrivono. Piaccia a Dio che questa decisione della Conferenza Episcopale si realizzi quanto prima! Il Quotidiano dell’Azione Cattolica rinnoverà la nostra società in Cristo. La indirizzerà sulla via giusta anche nella politica».- L’arcivescovo qui certamente alludeva anche al lungo articolo del dr. Stjepan Bakšić Za katolički dnevnik (Per il quotidiano cattolico) in “Katolički List” n. 34, del 27.VIII.1925, pp. 427-432, dove questi riteneva “insostenibile” “l’opinione di quelli che vorrebbero che il quotidiano fosse extrapartitico”. “Il quotidiano cattolico…non può e non deve rinunciare alla tendenza di creare una rappresentanza parlamentare, in altre parole, di essere il quotidiano di un determinato partito di convinzione e visione culturale cristiana» (p. 429). E’ strano che gli uomini intelligenti, come Šimrak e Bakšić, non abbiano colto (o voluto cogliere) la distinzione che i promotori dell’Azione Cattolica (come Kniewald, Merz, Šarić) facevano parlando dell’impegno dei cattolici nella politica: mai questi hanno negato la necessità di questo impegno, ma solo hanno insistito sulla necessità che l’Azione Cattolica non fosse legata a un partito politico.

    [6] Arch. Merz, F1 – 2.

    [7] Nella lettera dello HOS del 27 marzo si prometteva che la questione della cooptazione del dr. Maričić sarebbe stata trattata dalla Presidenza subito dopo Pasqua. Il dr. Maričić era stato precedentemente nella Presidenza dello HOS, ma ne era stato escluso perché non collaborava.

    [8] Copia in Arch. Merz, F1 – 7.

    [9] Verbale della seduta del 16.IV.1926, fotocopia in Arch. Merz.

    [10] Copia in Arch. Merz, F1 – 10.

    [11] Copia in Arch. Merz, F1 – 12.

    [12] Copia in Arch. Merz, F1 – 11. Il testo integrale di questo esposto è stato stampato nell’opuscolo del Seniorato Jedinstvo pokreta, pp. 13-16 (v. infra, 20 maggio).

    [13] I firmatari dell’appello sono i seguenti membri del comitato del Seniorato: Stjepan Barić, presidente del Partito Popolare Croato e della Lega delle cooperative; Danica Bedeković, segretaria della Lega Croata Cattolica delle Donne, Dr. Velimir Deželić jr., segretario della Lega Nazionale Croata Cattolica, e redattore del periodico “Mladost” (Gioventù); Vjekoslav Gortan, vice-presidente del Seniorato, amministratore della Lega delle cooperative; Petar Grgec, redattore capo di “Narodna politika”; Dr. Ljuba Maraković, presidente del Seniorato, relatore nel Seniorato per gli studenti e redattore di “Hrvatska Prosvjeta”; Mijo Maričić, relatore nel Seniorato per le Aquile; Dr. Marije Matulić, segretario del Seniorato, redattore di “Narodna Politika”; Krešimir Pećnjak, redattore di “Sacerdos Christi”; Dr. Janko Šimrak, segretario generale del Partito Popolare Croato; Bartul Vitaić, tesoriere del Seniorato. In breve, la minaccia delle dimissioni di tutti questi personaggi era un ricatto: era infatti prevedibile che la stragrande maggioranza di seniori cattolici croati non avrebbe rischiato, con un voto di sfiducia, la perdita di questi uomini. A parte il fatto che i seniori in provincia non avevano tutti gli elementi per una oggettiva valutazione del problema in discussione.

    [14] Una copia si trova nell’Arch. Merz.

    [15] La firma di Salis è fatta con matita. Con la stessa matita, a quanto sembra, il testo scritto a macchina è stato leggermente modificato così: «L’ecc.mo Signore… ha dichiarato che esporrà questa controversia alla Conferenza Episcopale»; è stata aggiunta la parola privatamente e sono state cancellate le parole «con preghiera…della SHO».

    [16] Copia in Arch. Merz, F1 – 20.

    [17] Copia in Arch. Merz, F1 – 20.

    [18] Copia in Arch. Merz, F1 – 21.

    [19] Orig. in Arch. Merz, F1 – 22.

    [20] Orig. in Arch. Merz, F1 – 22.

    [21] Orig. in Arch. Merz, F1 – 24.

    [22] Copia autografa in Arch. Merz, F1 – 27.

    [23] Orig. in Arch. Merz, F1 – 28b.

    [24] Copia dell’appunto di Merz, in Arch. Merz, F1 – 32a.

    [25] Arch. Merz, F1 – 50. Che l’autore di questa relazione sia Ivan Merz, si deduce anche dalla circostanza che il dattiloscritto originale risulta scritto sulla stessa macchina, col nastro blu, e sullo stesso tipo di carta come la lettera di Merz collocata nell’Archivio dopo la relazione (F1 – 52; cf. infra, Cap. XIV, nota 15).

    [26] Che Maraković arrivasse a incriminare Merz perché “continuamente parla con Kniewald”, era un po’ troppo, ma ciò dimostra il grado dell’ostracismo usato dal Seniorato nei riguardi di Kniewald.

    [27] Il periodico “Mladost” era “foglio della gioventù cattolica croata”; il redattore ne era il dr. Velimir Deželić jr. Una parte del periodico era riservata alle Aquile croate.

    [28] Copia in Arch. Merz, F1 – 40.

    [29] Quasi dieci anni prima, il 10 ottobre 1967, il dr. Đuro Kuntarić aveva scritto di questo argomento all’amico dr. Velimir Deželić jr., che stava scrivendo le sue Memorie (“Kakvi smo bili”). Sull’incontro con Merz così riferiva: «Il dr. Ivan Merz era pallido e in qualche modo spossato, ma si è rifiutato decisamente di mediare in modo conciliante. Ricordo testualmente le sue parole: che io non capisco questo, perché sarebbero di mezzo i concetti metafisici. Ci siamo separati tristi. Sono andato nella sala del cinema Urania, dove stavano arrivando i partecipanti all’assemblea, e quando venne il vescovo Mileta con il gesuita p. Foretić, e quando dissi che intendevo all’inizio leggere la lettera dell’arcivescovo… essi si inquietarono. Foretić e Mileta mi persuadevano che non occorreva affatto leggere la lettera. Ugualmente pensavano anche i più alti funzionari dello HOS: Protulipac, Merz, Ćepulić. Così i protagonisti dello HOS, che in teoria tanto insistevano sull’autorità del papa, dei vescovi e sacerdoti, hanno calpestato l’autorità del metropolita dr. Bauer, quando si sono opposti enegicamente alla lettura della sua lettera e al suo desiderio che fosse salvaguardata l’unità nelle file dei cattolici. E’ stata calpestata l’autorità ecclesiastica e il più grande comandamento della carità. Nell’assemblea dello HOS a Požega è stato sanzionato lo scisma nelle nostre file. La stragrande maggioranza dei seniori, che la sera precedente avevano discusso nel refettorio del convento francescano a Požega, desiderava la calma e la conciliazione, ma lo spirito che covava già da tempo sotto la parola “depoliticizzazione” e “Azione Cattolica” ha causato lo scisma, e precisamente sotto la guida di… Protulipac e del…dr.Ivan Merz». Deželić, IVc,p. 101, continua: «Tralascio alcuni passi amareggiati (nekoliko ogorčenih stavaka) della lettera dell’amico dr. Đuro Kuntarić…». 

    [30] Nell’originale la frase è incompiuta.

    [31] L’autore di questa Positio condivide tale opinione del dr. Đuro Kuntarić, perciò ha studiato a fondo questo problema. Dato lo scopo della Positio, però, ha dovuto limitarsi a presentare nel modo più completo possibile la figura di Ivan Merz e il suo ruolo nel movimento cattolico, lasciando da parte ciò che non lo riguarda direttamente o indirettamente. Secondo Đuro Kuntarić, il dr. Merz «era spiritus movens e spiritus agens del movimento e non possiamo separarlo come se non avesse saputo nulla o non fosse informato di tutto,… Dal materiale finora disponibile non possiamo sapere se il dr. Merz abbia fatto qualcosa perché non avvenisse la rottura dell’unità del movimento cattolico. Non vediamo da nessuna parte quale influsso evangelico la sua figura abbia avuto sulle parti in guerra. L’azione per la beatificazione di Merz dovrebbe servire da coperchio per dimenticare il Movimento cattolico croato di una volta, mentre era unito e prosperava». Tutt’altro! La causa di Merz è una occasione per mettere in luce il merito dell’intero Movimento cattolico per la Chiesa in Croazia. Se poi ci sono state delle divisioni e controversie, esse non riguardavano la dottrina della Fede né era in questione la fedeltà alla Chiesa. Nelle vicende umane ci sono luci e ombre. Chi conosce la storia di diverse cause di canonizzazione, sa che talvolta anche i santi sono stati causa di sofferenza per altri santi. – E’ curioso che il dr. Zlatko Kuntarić, fratello di Đuro, dopo aver parlato «al posto competente in Vaticano»(?), era del parere che «non fosse necessario che i membri del Seniorato del Movimento cattolico croato facessero entrare nel processo canonico (di Merz) quelle vicende. Questa è anche la ragione di fondo, per cui mi sono rifiutato di deporre nel processo» (lett. al vescovo M. Škvorc, giudice delegato, 16 agosto 1978). 

    [32] D. Kniewald annota che quando aveva chiesto l’Imprimatur per la biografia di Ivan Merz, l’arcivescovo Bauer «aveva designato come censore il canonico dr. Međimurec, uomo dotto e serio, che non si era mai immischiato nelle controversie. L’Arcivescovo mi ha ordinato di sottomettermi in tutto a quello che avrebbe deciso il dr. Međimurec, il quale lo avrebbe informato di tutto. Dopo aver letto tutto il manoscritto, il censore mi ha chiesto due cose: primo, di omettere tutta una pagine del manoscritto che conteneva la lettera del dr. Merz sul Seniorato (v. Cap. XII, 22 b); secondo, di sottoporgli per la censura il testo definitivo composto e impaginato. Ho fatto tutto così e allora mi è stato consegnato l’Imprimatur in data 18.I.1932». Diario, 20.I.1932, p. 213.

    [33] Cf. Deželić, IVc, p. 100.