LA  VITA  SPIRITUALE  DI  IVAN  MERZ
 
INNAMMORATO DELLA  LITURGIA

 


 

La vita spirituale d’Ivan Merz si andò sviluppando e radicando attorno ai misteri della nostra salvezza, che la Chiesa ci fa rivivere attraverso lo svolgimento delle varie fasi dell'Anno liturgico. Già studente a Vienna, da quando aveva fatto gli esercizi spirituali per la Pasqua del 1920, aveva cominciato a entusiasmarsi per la liturgia e i due anni trascorsi poi a Parigi ne accrebbero in lui l'interesse al punto che ne fece l'argomento per la dissertazione della sua tesi di laurea che ebbe come titolo: "L'influsso della liturgia sugli scrittori francesi da Chateaubriand fino ai nostri giorni (1922)".

Il tema liturgico venne pure da lui sviluppato in numerosi articoli. Ivan cercò di appassionare i giovani alla liturgia, divenendo così uno dei paladini del rinnovamento liturgico nella Chiesa in Croazia.

Per lui la liturgia era il vertice dell'espressione artistica, era arte e vita, in cui si manifesta il mistero di Cristo e della Chiesa. La liturgia ha una funzione pedagogica di altissima importanza perché aiuta il fedele a penetrare nell’eterna vita del Cristo. L'amore per la liturgia e il suo apostolato liturgico, soprattutto fra i giovani che si sforzava di accostare ai misteri liturgici, hanno fatto d’Ivan Merz un precursore del Concilio Vaticano II.

 

 

 

L'EUCARISTIA, VERTICE DELLA VITA SPIRITUALE


 

La liturgia ha il suo punto focale, nell'Eucaristia. In Ivan la fede nella presenza reale di Cristo Gesù sotto le specie eucaristiche ha avuto un progressivo sviluppo parallelamente a un profondo intendimento del Sacramento dell'altare. Lo attestano le pagine del diario dove Ivan espone i suoi pensieri sull'Eucaristia, e soprattutto quando descrive i dolci momenti di colloquio ineffabile con l'Ospite divino. Dal suo arrivo a Zagabria nel 1922 il suo amore per l'Eucaristia diventa sempre più ardente. Egli riceve ogni giorno Gesù nel suo cuore e invita i giovani, fra i quali svolge il suo apostolato, a scoprire la bellezza di una vita eucaristica intensamente vissuta. Nei suoi scritti, articoli su riviste e giornali, esorta i lettori alla Comunione frequente e a fare dell'Eucaristia il fulcro attorno al quale far ruotare tutta la propria vita spirituale.

I contemporanei d’Ivan ci hanno lasciato testimonianze commoventi del suo amore e della sua devozione per la Santissima Eucaristia. "Eravamo giovinetti - ricorda Bartolo Blaskovic - e Merz si trovava tra noi a Hvar. Egli ci radunava per parlarci della fede, della Chiesa e del Papa. Ancora adesso lo vedo vivo davanti ai miei occhi, con quanto raccoglimento stava inginocchiato davanti al Tabernacolo nella cattedrale di Hvar, tutto immerso in adorazione. Il suo esempio mi è rimasto così impresso che appena entro in una chiesa vado subito a riverire il Santissimo Sacramento".

 


 

LA MADRE DI GESU'


 

Come accanto a Cristo troviamo la Madre sua benedetta, così nella vita spirituale di Ivan Merz la Vergine Maria occupa un posto di tutto rilievo : è la sua "buona e grande Madre ", alla quale si rivolge con fiducia chiedendole di riempirgli l'anima di "bei sentimenti e nobili pensieri " e di mostrargli  la "giusta via" anche se a lui può sembrare difficile seguirla. Cosi sul suo diario il 14 dicembre 1914. Durante il periodo parigino Ivan ha modo di recarsi in pellegrinaggio a Lourdes. Questo viaggio ebbe un'importanza capitale nella vita spirituale di Merz, imprimendole una forte caratterizzazione mariana. All'amico Drago Maroševic cosi scrisse dopo il pellegrinaggio: "A Lourdes ho sentito la presenza della Madre di Dio più che non quella dei massicci dei Pirenei che circondano il santuario - Maria è presente a Lourdes in maniera tutta speciale e penso che tutti hanno questa impressione anche chi vi si reca senza fede. Maria è là. A Lourdes ti trovi vicino a Lei: è un’impressione che senti vivissima. La sera migliaia di persone, ognuna con una candela in mano, vanno in processione cantando senza interruzione 'Ave, ave, ave Maria'! Ogni candela tremolante è un'anima che oggi o domani andrà da Lei. Ohm, venga presto quel momento : è quello che si desidera a Lourdes e questo si chiama pregustare il cielo...! Si, a Lourdes ho capito che cosa è il Rosario che è divenuto il mio più caro e migliore conforto. Già prima lo recitavo con spirito di fede, ma a Lourdes ho aggiunto a questa fede un'intensità nuova". Ivan recita ogni giorno il Rosario e lo raccomanda anche agli altri. A una ragazza ebbe a dire: "Quando la vita le sarà pesante per disgrazie o angustie varie, reciti il Rosario: vi troverà consolazione, assieme alla forza di sopportare tutto con calma e abbandono alla volontà di Dio."

Ivan manifestava apertamente la sua viva e profonda devozione alla Madonna e si onorava di portarne sulle sue spalle la sua effigie in preparazione di una processione. La gente ne rimaneva stupita e ammirata e diceva: "Non ho mai visto una persona colta e istruita testimoniare in questo modo la sua fede. Lo ha dichiarato la maestra Mira Majetic. Va aggiunto che Ivan non perdeva occasione per parlare della Madonna e diffondere il culto e la devozione a N. S. di Lourdes.

 

 

 

ALLA SCUOLA DI S. IGNAZIO

 

 

Ivan ha sempre tenuto in gran considerazione gli esercizi spirituali, facendoli regolarmente una volta l'anno, raccomandandoli agli altri e organizzandoli per i suoi giovani. Durante gli esercizi Ivan appuntava le sue riflessioni sulle meditazioni e faceva i suoi buoni propositi. A questo mirano, infatti, gli esercizi spirituali dettati da Sant'Ignazio di Loyola, che poi la Chiesa ha fatto suoi: spronare l'anima sulla via della perfezione dopo averla aiutata nella ricerca della sua vocazione. Ed è stato per l'appunto durante un corso d'esercizi, nel novembre del 1923, che Ivan ha preso in esame l'eventualità di abbracciare la vita religiosa o farsi sacerdote; ne parlò anche con il suo direttore spirituale, padre J. Vrbanek. Dopo una matura riflessione, dopo aver molto pregato e fattosi consigliare, decise di restare nel mondo lavorando con tutte le sue forze per il Regno di Cristo. Decise anche, proprio durante questi esercizi, di rinunciare a formarsi una famiglia. Un mese più tardi, l'8 dicembre 1923, faceva il voto di castità perpetua.

Gli esercizi fatti da Ivan nel novembre del 1923, sono dunque fondamentali per la scelta dello stato di vita. Egli anzitutto accetta come proveniente da Dio tutto quanto può succedergli in maniera che la sua anima rimanga imperturbata dinanzi a qualsiasi accadimento. Si pone la domanda se entrare o no in un ordine religioso, ma concretamente si rende conto delle difficoltà per la sua vista derivanti da ulteriori e impegnativi studi. Ivan aveva sempre sofferto agli occhi, soprattutto nei due anni di studio a Parigi. In ogni modo ciò che gli preme è la salvezza della sua anima. Pensa, sempre durante questi esercizi, ad una "confraternita" i laici cattolici con un ben delineato programma di vita spirituale. Si mette, allora, più che mai in ascolto della volontà del Signore, ma più che mai egli sente l'illimitato amore di Dio: lo sente presente in se stesso e nell'universo intero. Alla fine la decisione d'Ivan sarà di rimanere nel mondo servendo Dio nelle organizzazioni cattoliche.

Sempre in tema di esercizi spirituali vale la pena accennare a quelli del marzo del 1926, durante i quali mise a punto la sua regola di vita. Eccone i punti salienti che ci richiamano alla mente la sua prima regola del periodo parigino.

Ivan si propone di alzarsi la mattina l'ora stabilita e senza indugio; di fare subito la meditazione che deve poi servire ad orientare tutta la giornata. Si sofferma quindi sull'esatto compimento dei doveri del proprio stato, anzi rileva che la "crocifissione " giornaliera consisterà proprio nell'eseguire coscienziosamente il proprio dovere. A differenza della prima regola di vita del periodo parigino, Ivan questa volta non fissa delle precise mortificazioni corporali, ma dice di volersi rimettere in questo al direttore spirituale. Afferma tuttavia che la sua penitenza consisterà nell'adempiere nel modo più perfetto i doveri del proprio stato. S'impone altresì di essere ordinato nelle sue cose.

Ivan Merz ebbe come direttore spirituale a Zagabria il padre gesuita Josip Vrbanek che lo seguì fino alla sua morte. Da lui Ivan si confessava regolarmente ogni sabato e non prendeva nessuna risoluzione senza prima averlo consultato. Memore delle parole di Cristo ai suoi apostoli 'Chi ascolta voi, ascolta me', Ivan era cosciente che avrebbe camminato speditamente verso la santità cristiana accogliendo come volontà di Dio il consiglio del suo direttore spirituale.


 

 

IL DOLCE CRISTO IN TERRA

 

Accanto alla profonda devozione eucaristica e mariana, un'altra caratteristica peculiare della spiritualità d’Ivan Merz è il suo attaccamento al Papa e al suo Magistero. A chi un giorno gli chiese perché amasse tanto la Chiesa e il Santo Padre, rispose: "Perché vedo nella Chiesa l'immagine visibile dell'amatissimo Salvatore e Dio Gesù Cristo con tutte le sue perfezioni e nel Papa, sotto forme umane, il mio Signore e mio Dio". Su Roma e il Papa Ivan ha scritto pagine elevatissime. Dopo il suo viaggio a Roma, assieme a un centinaio di giovani facenti parte, come lui, della "Lega aquilina croata", in occasione dell'Anno Santo 1925, cosi scrisse sul Settimanale cattolico"(Katolicki Tjednik) di Zagabria: "Il Papa! Abbiamo visto la sua bianca figura, abbiamo baciato la sua santa mano... Per amore verso il Cristo visibile eravamo pronti - con la grazia del Signore - a dare la nostra vita non una, ma infinite volte".

"Merz era l'uomo delle encicliche", ha scritto il cardinale Franjo Šeper che lo conobbe personalmente. "Per lui - annotava il porporato croato - la parola del Papa era una cosa santa. Egli insisteva sulla necessità di studiare le encicliche del Papa. In lui si personificava il motto 'Sentire cum Ecclesia'. L' amore per la Chiesa e per il Papa traspariva da ogni sua parola".

Al ritorno dal suo pellegrinaggio a Roma, Ivan si fece promotore della celebrazione di una "Giornata del Papa". L'arcivescovo di Zagabria approvò l'iniziativa, estendendola a tutta l'arcidiocesi, con una circolare composta dello stesso Ivan. La celebrazione, svoltasi la prima volta nel febbraio 1926, pochi anni dopo la morte di Merz aveva già le caratteristiche di una gran manifestazione che coinvolgeva tutti i cattolici croati.